Disertiamo tutti i festival italiani !
Dopo anni, il cinema italiano era riuscito a ottenere dal precedente governo due norme vitali per il suo sviluppo, tax credit e tax shelter, misure che lo mettevano alla pari con gli altri paesi e lasciavano sperare in un rilancio e in una crescita artistica e industriale.
Ora invece siamo al paradosso: un governo liberista, che dice di voler aiutare l’imprenditoria del nostro paese, CANCELLA QUESTE NORME, lasciando solo quelle che aiutano il cinema USA e le ristrutturazioni delle sale cinematografiche.
Visto che si produrranno sempre meno film italiani, ci chiediamo perché rinnovare le sale a spese dei contribuenti. Per migliorare ulteriormente la visibilità dei film hollywoodiani?
La verità è che non c’è nulla di tecnico, nulla di economico in questa decisione. Infatti tutti gli studi anche a livello internazionale indicano che queste misure generano un “ritorno di cassa” superiore a quanto lo stato perde in tasse. Per esempio, in America ci sono oltre 200 misure di incentivazione fiscale per il cinema a livello nazionale e regionale.
Nel resto d’Europa tutti i paesi, anche i più piccoli, hanno forti meccanismi di tax shelter e tax credit per aiutare il cinema, oltre ai fondi statali e regionali di finanziamento per il cinema.
Il motivo per cui tutti i paesi avanzati utilizzano questi incentivi è che si tratta di misure liberiste che non pesano sulle finanze pubbliche, ma che al contrario creano ricchezza in tutto il mercato e aprono a nuovi investitori aumentando le risorse disponibili per produrre film.
Semplicemente, tax credit e tax shelter generano lavoro, generano cultura, moltiplicano i film e le occasioni per rappresentare il nostro paese – ma soprattutto producono libertà culturale. È proprio questa libertà che il governo Berlusconi, liberista a parole, vuole sopprimere.
In campo culturale le misure liberiste preferisce applicarle solo ai film hollywoodiani. I “nostri” film è meglio non farli. Potrebbero, come hanno fatto anche recentemente con riconoscimenti internazionali e successo di pubblico, rappresentare un paese che la televisione ha smesso di raccontare. Meglio, molto meglio che tutti coloro che fanno il cinema, sempre più stretti tra duopolio Rai e Mediaset, monopolio Sky e le grandi distribuzioni americane, rimangano nella condizione di questuanti della politica.
I Centoautori chiedono pertanto le immediate dimissioni del ministro Bondi, il quale pur essendosi impegnato a difendere questi incentivi con dichiarazioni alte e ispirate sul ruolo della cultura e della bellezza, alla fine ha ceduto alle istanze del governo. Un governo che inizia la sua azione mostrando di non avere una visione per il futuro e di non credere al ruolo del cinema nel rilancio del nostro paese.
I Centoautori, d’accordo con le associazioni dei produttori italiani ANICA e API, invitano autori, registi, produttori, attori, al boicottaggio di tutti i festival italiani, rifiutandosi di partecipare a giurie, concorsi e premi.
Non festeggiamo il cinema, mentre il governo fa di tutto per affondarlo.
Comunicato dei 100 autori del Cinema Italiano
4 pensieri riguardo “Disertiamo tutti i festival italiani !”
si prevedono tempi bui. Niente estate romana, niente notti bianche, strangolato il cinema, il teatro è da anni che frigge il pesce con l’acqua, non ci restano che le Cayman. Orsù, emigriamo in massa. Posso sempre ritagliarmi un ruolo da ormeggiatore di barche o da chioschessa sulla spiaggia a preparare martini con l’oliva.
Pensa Alemanno che voleva fare la festa di Roma col cinema italiano…gli toccherà chiamare Nicoletta Kidman per una retrospettiva sulla guida rossa ( non si dice red carpet! )
Pensa Venezia,Torino….. nessuno andrà. Forse conviene rimanere qui ,ieri i primi fischi, a ottobre il sindacato,poi i magistrati….vediamo cosa succede quando comincia la luna di fiele…
beh… gli resta pur sempre Pasquieri col barbaresco. Avevano tante idee..
Si pasquieri presenta “Io Claudia” Barbareschi “Artena” due pietre miliari della cinematografia…poi andiamo tutti a casa perchè è finito il Festival.