Palati fini ( non sparate sul pianista)

Palati fini ( non sparate sul pianista)

Allevi

Ci sono critici musicali celebratissimi, veri conoscitori della materia che considerano Tchaikovsky e Rachmaninov roba da trogloditi. Immagino perchè la  musica di questi due compositori, semplice, anche se solo all’apparenza, risulta  orecchiabile e dunque destinata ad incontrare il favore del grosso pubblico.

Non sono musicista anche se – in virtù di reminescenze ;varie – conosco le note e leggo gli spartiti. Dunque potrei esprimermi forse su di un’esecuzione ma francamente ho sempre pensato che se Luciano Berio a me dice poco, forse il  problema è mio, non di Berio.

La quasi totalità del pubblico affida le proprie scelte musicali alla gradevolezza o meno che un ascolto puramente sensoriale restituisce – che altro sennò? Forse che insegnamo educazione musicale nelle nostre scuole? – Per questo le consonanze sono più in auge delle contemporanee dissonanze, l’irrompere di archi come se piovesse, vende più della spinetta e gli ottoni sparati a mò di contraerea, più dell’arpa birmana. Anche per questo la Patetica va a ruba e i Kindertötenlieder fanno la muffa sugli scaffali. Non solo Berio è negletto ma per l’appunto anche Mahler, Alban Berg e tanti tanti altri. 

Qualcosa di simile vale per il giovane Allevi che in realtà ha quarant’anni ( c’è speranza per tutti) e che di recente ha fatto drizzare i capelli alla nobile schiatta dei Critici, dei Musicisti di Stato, dei giornalisti e dei blogghisti per aver diretto e interpretato al pianoforte musiche proprie (e forse altrui) durante l’annuale concerto di Natale del Senato della Repubblica.

Allevi mi risulta essere uno che vende molto, non posseggo i suoi dischi ma ho ascoltato superficialmente qualche brano utilizzato dalla pubblicità, non è Liszt, mai potrebbe divenire il mio preferito, ma nemmeno mi è  sembrato l’emblema di questo capitombolo agl’inferi del Buon Gusto Nazionale.

Piuttosto per come  son messe le cose, non mi stupisce che la scelta sia caduta su di lui. Quale migliore emblema dell’air du temps,  di un quarantenne che ancora viene annoverato tra i giovani, che vende abbastanza,  è telegenico e suona il piano.. benino per quel che suona : cioè musica commerciale. Qualcuno dice classica? Mi sfuggono i criteri di catalogazione, in questo momento.

Quante storie. Cosa ci si aspettava dal Governo Berlusconi ? Il clavicembalo ben temperato? Ma quello è roba noiosa, non è ottimista, il popolo poi si deprime. Nel concerto di Natale 2008,  è racchiusa esattamente l’idea di cultura di questo governo. E nella risposta scandalizzata, specularmente, la puzzetta sotto al naso di chi a questa Idea si oppone.

Se ne faccia una ragione Uto Ughi e prima ancora di sparare sul pianista, riconsideri l’idea di reindirizzare i sacri furori verso altri obiettivi….facciamo…chessò…il Presidente del Consiglio? Il  Ministro della Cultura ?  Quello che sega i contributi e a cui piacciono tanto le Commissioni Censorie? Quello che Allevi o non Allevi, se ne frega dei Conservatori? Ecco proprio lui. Altrimenti  diventa una questione di gusti, terreno spinoso, perche  se è vero che non sono tutti uguali, cioè tutti sullo stesso livello, indistamente tutti sono degni di rispetto.

Ne’ con Allevi ne’ con Ughi, con la convinzione che uno rappresenti un’Idea, nella migliore delle ipotesi, sballata e ambigua   e nell’altro siano malriposte le nostre speranze di contrastare quell’Idea opponendone un’Altra.

16 pensieri riguardo “Palati fini ( non sparate sul pianista)

  1. Il pop vince sul top, e se su un concerto la logica non causa danni rilevanti su un sistema è una logica pericolosissima.

    La reazione scomposta di Allevi è indecente: troppi esempi di giovani pseudorampanti hanno dato anche a lui l’illusione di poter prendere a pesci in faccia chiunque.

  2. le diatribe non fanno bene alla musica.

    Ho letto il cartiglio tra i due e trovo davvero vergognosa la risposta di Allevi.

    In pratica ha gettato nel cesso tutta la musica del novecento.

    Anche io ho sempre pensato che se non mi piace Karleinz Stochausen dipende da me e non da lui. Me ne faccio una ragione e non vado più quando si eseguono le sue opere.

    Del resto a me non piace neanche Venditti, perchè me lo dovrei sorbire? In nome di che cosa?

    Però rispetto il gusto di tutti, dei fan di Stochausen e di quelli di Venditti.

    Per quanto riguarda Allevi, lui possiede un altro valore aggiunto, che piace a questo governo e oltretevere. Dichiara spesso di essere credente, osservante e rilascia dichiarazioni liricheggianti (vedi l’accenno a padre Turoldo).

  3. No ma quel che è peggio Jenè è che molti giovani credono che ci sia un complotto anche dove c’è una gerarchia di merito e titoli.

    Io sostengo che Saviano (il Giovane per eccellenza degli ultimi 2 anni, autore di un romanzo cult – ma poi? articoli bruttini su Repubblica), con quel suo modo cortese e poco invadente di essere divo, abbia dato alla testa a molti.

    Saviano è diventato Saviano non per come scrive ma per quello di cui ha scritto; parimenti Allevi vorrebbe pretendere d’essere il Grande Allevi per la scelta di un genere e non per la forma.

    Sto con Ughi ai punti, anche solo per ribadire che noi ragazzi abbiamo bisogno di curriculum veri e di maestri veri, e che altrimenti non meritiamo nulla più di chi è stato ragazzo e non ha avuto in regalo nulla.

  4. io di solito sto dalla parte dei giovani, anche quando usano dare spallate per aprirsi un varco.

    Ma qui non ci siamo. Uto Ughi a 40 anni era già Uto Ughi, quindi il suo attacco non è sospetto e non ha paura di “perdere il posto”.

    Detto ciò, a mio avviso, il giovane Allevi se n’è semplicemente “juto ‘e capa”.

    Prima lo spot BMW con Spike Lee che lo ha lanciato come un razzo nel mondo dei media, poi il concerto con i Berliner, che nelle sue interviste sembravano essere cagnolini ai suoi piedi.

    A me è cominciato allora a stare sulle palle. Non mi toccate i Berliner, gente seria e professionale, da sempre nel Gotha della musica classica.

    Se si volesse raffrontare ai grandi esecutori, un poco di umiltà non guasterebbe.

  5. Mi pare un po’ tutto fuori squadro, voglio dire, eccessivo e spropositato rispetto all’evento, che poi sarebbe un concerto a palazzo ( madama), qualcosa di cui nessuno si accorge mai e che a nessuno interessa. Chi si ricorda l’esecuzione dello scorso anno? Io no.

    Insomma quello che è successo con Allevi, succede col cinema, col teatro e con tutto il resto.

    Dovevamo per forza vedere “Il sangue dei vinti” noi di Roma ? ( l’unica stroncatura di questo blog)

    E si può sapere invece perchè non abbiamo potuto vedere anche W di Stone ?

    Che oltretutto dal punto di vista del mercato sarebbe stata pure una scelta più oculata?

    Gli artisti, se non vogliono morire soffocati, devono fare squadra e devono menà al governo, poi se avanza tempo, possono litigare tra di loro sui bemolle.

    I centoautori insegnano : tutti insieme dai Vanzina a Bertolucci contro una leggina che avrebbe ammazzato il cinema. E l’hanno spuntata. Altrimenti Muller il festival di Venezia lo avrebbe fatto con i filmini della comunione di Bondi, perchè nessun italiano avrebbe partecipato. Forse Pasquieri ma non è nemmeno detto.

  6. Ah ovviamente i Vanzina firmano gli appelli scritti col sangue di Bertolucci and co. contro la pessima deriva culturale di questo paese.

    Puoi piacere a Palazzo e sottoscrivere un documento che dice la verità. Bertolucci non storce il naso.

  7. Paps però distingui : Saviano non è Allevi e Allevi soprattutto non è un giovane.

    Il punto sta nell’abitudine ai confronti. A me sembra persino assurdo paragonare un violinista ad un pianista, la musica pop con la musica rock, le patate con le cipolle..e via di seguito.

    Su Saviano invece, c’è da chiedersi perchè un certo tipo di critica è appannaggio esclusivo dell’ambito campano. Oltre confine non va mica così.

    Forse varrebbe la pena di indagare sull’effetto che Gomorra ha prodotto nei lettori toscani o milanesi.

    Si può prendere per il naso il determinato target di un tal paese, magari perchè si ha un editore che investe, che promuove il libro usando i media, non puoi millantare talento in tutto il mondo però, non puoi ingannare Rushdie, Grass o l’accademia svedese.

    Le mafie sono ovunque, qualcuna è persino più letteraria o cinematografica della camorra. Saviano ha meriti obiettivi e se qualcuno si è montato la testa, non è certo colpa sua.

  8. beh sed, chapeau ai Vanzina.

    Bravi anche loro ad aver capito che il pagliaro brucia ed hanno fatto quadrato.

    Se lo si facesse anche in altri campi ne vedremmo sicuramente delle belle.

  9. Avere un’idea di precisa di Cultura e di dove andare a parare è la colla di questo movimento di vecchi e giovanissimi – che ha dribblato gli ostacoli generazionali e le differenze per puntare diritti all’obiettivo, che non è rivendicare soldi a pioggia o in regalo ma essere di sostegno alla ricostruzione di quanto è andato perduto di un patrimonio che si chiamava neo realismo ma anche commedia all’italiana ma anche cinema di poesia etc etc e questo per una serie infinita di motivi.

    A partire dalla televisione che se col cinema avesse un rapporto differente potrebbe diventare un potente strumento di crescita culturale, passando per la scuola che potrebbe servirsi di parte della produzione cinematografica per la didattica e che dovrebbe, a sua volta, insegnare a “vedere” un film.

    Poche ma importanti cose, al riparo dai media ( la critica chissà poi perchè, non ama queste riunioni, meglio, dico io, così non sappiamo se litigano o se vanno d’accordo o chi ha insultato chi).L’aspirazione di qualunque regista è di fare un grande film, di grande qualità, visto e apprezzato dal grande pubblico.

    Chi fa cinema di cassetta non sfugge alla regola.

  10. Ma mi riferisco soprattutto a quanti prendono lui come esempio per fare questo discorsaccio, con tutto quello che passa e gli fanno passare.

    Saviano ne farebbe volentieri a meno e non merita affatto questo sconcio.

    Che poi lui non mi sia particolarmente simpatico è cosa nota ormai (e paraponzipo’, dirà Saviano), ma non è una antipatia: non mi piace chi non prende le distanze dai complimenti più grandi di sé.

    Ha tanti meriti da romanziere e meno da giornalista, e spesso non si usa sottolineare questa differenza (che lui, e glielo riconosco, sottolinea spesso e volentieri, l’ha fatto soprattutto a Stoccolma)

  11. E’ possibile che in un contesto meno povero dal punto di vista culturale e civile, Saviano avrebbe avuto meno ascolto.

    Ma sono discorsi che lasciano il tempo che trovano, nemmeno io che ricordo periodi migliori sotto questo aspetto, ti saprei dire.

    Oggi avendo per le mani una realtà tra le più difficili da raccontare, ha risolto scegliendo il più contraddittorio, ambiguo ed emblematico dei versanti.

    Ha solo ventinove anni infondo,c’è tempo per altri libri e per imparare a vivere. Per quanto ne so, già mi sembra un miracolo che tutte le sere non voglia andare anche lui a Porta a Porta.

  12. Dove sono sparita? mah! diciamo che nel poco tempo che ho a disposizione medito…

    e medito su questo nostro Paese che sempre più mi accorgo essere rimasto indietro, sullo sfondo, come terra non amata, come patrimonio trascurato, come casa non custodita.

    E tristemente rifletto che è un Paese che non ospita più le nostre radici più profonde di unione e forza.

    Non c’è spirito di popolo o di Patria. Men che mai di servizio. Non c’è amore, non c’è solidarietà, non c’è orgoglio.

    Ho chiuso quella specie di blog che avevo perché mi ero stufata di articolare stancamente frasi vuote di intensità. Perchè sento che tutti noi stiamo sprofondando nel disagio un po’ triste delle emozioni fiacche.

    Il signor Smenticoni parla di ottimismo e fiducia, ma guardiamo questa nostra realtà italiana dove le piccole aziende, che sono ormai l’unico grande patrimonio aziendale italiano, saranno in difficoltà e magari avranno chiuso e non ci sarà alcun posto per stabili o precari. E quale ottimismo potranno avere i quarantenni o cinquantenni a spasso che finiranno sotto qualche ponte perché nessuno promette (neanche la promessa, figuriamoci la garanzia) loro un posto di lavoro.

    Ma sono realtà che non sfiorano la pelle di chi dovrebbe governarci, che non fanno sudare la loro fronte, che non turbano il loro sonno.

    Bon, la finisco qui. augurandomi/ci che il nuovo anno sia all’insegna dell’agire smettendola di mugugniare, ognuno tra le sbarre della propria gabbia.

    Forse se “cantassimo” in coro ci sentiremmo meglio e daremmo un taglio al groviglio assurdo di obblighi, prelievi, affanni.

    Gloria. La signoraG.

  13. Ognuno avrebbe decine di buoni motivi per “cantare in coro”, alla fine in ogni ambito c’è un salario insufficiente o a rischio, un figlio disoccupato, servizi che non funzionano e via dicendo. Ma quando poi si è lì, prevalgono i distinguo e gl’individualismi, chi si sente migliore degli altri, chi più intelligente e chi ” più oltre”, si finisce col disgregarsi. In ogni caso a noi cosidetti di sinistra strutturalmente manca il senso della democrazia e un’ idea duratura di Bene Comune da perseguire al di là delle differenze.

    Troppo narcisismo.Forse.

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