Casting

Casting

Scorpione 0cea

Stamane sul Foglio, Giuliano Ferrara – che conosce assai bene le dinamiche interne ai vari partiti della sinistra che hanno preceduto la nascita del PD –  traccia un breve excursus, una storia  degli ultimi venti e forse più, tribolati anni  della nostra vita  di quadri, dirigenti e militanti semplici di quei partiti,  l’editoriale è titolato  il teorema dello scorpione.

Al confronto delle tante fesserie e luoghi comuni che si leggono in queste ore tra giornali e web, sulla successione e sui possibili scenari, quelli che si raccontano nell’articolo, quantomeno sono fatti. Realmente accaduti e di cui, a mio avviso, si dovrebbe tenere conto. La lettura di quei fatti messi così brutalmene in sequenza, sostiene, ove mai ce ne fosse bisogno, una miglior comprensione di quanto sta accadendo oggi.

Forza e coraggio dunque, domani non si va ad un casting per scegliere il segretario, si va a ratificare la soluzione più rapida, democratica ed istituzionale possibile : Dario Franceschini.

A meno di non avere altre idee per la zucca e maggioranze che le supportino,  la soluzione meno pasticciata è quella della reggenza fino al congresso. L’unica che consenta di tenere insieme il partito in vista delle primarie per scegliere i candidati alle future sfide elettorali  e per continuare, meglio che si può, a far fronte, senza ulteriori traumi,  all’attività politica e a quella parlamentare.

Non ha gran senso eleggere ora, in tutta fretta, un uomo o una donna e la relativa lista, senza averne discusso, mettendolo in relazione con altri, il progetto. Credo che l’esigenza più sentita sia di valutare il futuro gruppo dirigente soprattutto sulla scorta dei contenuti politici e delle strategie di cui si farà portatore. Per fare ciò, le Primarie che oltretutto comporterebbero una modifica statutaria, non bastano, serve una verifica congressuale.

Vediamo un po’ se per una volta almeno, si riesce ad evitare che un ennesimo esercizio di arte sicaria bruci di qui alle elezioni, personaggio e progetto.

Il nuovo che ci serve oggi è la compattezza, la fine dei mugugni, delle lagne, delle smanie di protagonismo e delle ansie di collocazione di questo e di quell’altro.

Che non si perda mai più di vista lo scorpione.

6 pensieri riguardo “Casting

  1. … non sono d’accordo, stavolta …

    … il Paese non può permettersi una reggenza nel principale partito di opposizione …

    … la crisi economica, un governo arrogante non lo consentono ….

    … subito il congresso … ed all’occorrenza primarie ma stavolta senza rete …

  2. Un reggente è un segretario a tempo determinato guida la transizione ma non ha limitazioni di mandato.

    Può tranquillamente affrontare le sfide di cui parli.

    Congresso subito va bene, atteso che sentite tutte le istanze passano comunque oltre tre mesi ( il vecchio PCI si pronunziava in nove mesi…un parto!)

    Con le primarie rischi di fare il segretario e di bruciarlo dopo la sconfitta di primavera.

    Poi primarie del segretario e primarie dei candidati alle elezioni.Troppa carne al fuoco.

    Comunque non mi piace il clima, arrivo a pensare che forse un ex margherito tipo Bindi faccia al caso nostro, non fosse altro perchè è fuori dalle dinamiche scorpionesche.

  3. …. bah io sono per un azzeramento totale della classe dirigente …

    …. un problema oramai non più eludibile: è un peccato …

    … io al progetto ci credo ancora … ma è dura …. manda una strutturazione programmatica chiara …

    … ci vuole decisionismo ed anche radicalità: Zapatero ed Obama ce lo insegnano …

  4. Non è semplice.

    Perchè ad esigenza di rinnovamento non corrisponde proposta politica adeguata.

    Guarda oggi : chi domandava le primarie da subito, ha supportato la richiesta con motivazioni di rispetto democratico, dimenticando che primarie vuol dire lista, programmino e voto. Non sto a discutere se sia più democratico un congresso.

    Ma mi spaventa il fatto che con quella proposta condannavano loro stessi alla sconfitta.

    Perchè quella che loro chiamano “nomenklatura” è proprio in questo modo sbrigativo che ha sempre vinto a mani basse.

    Ma chi li conosce costoro? Nessuno.

    Mentre con il congresso quantomeno le loro tesi sarebbero dibattute in tutte le istanze.

    Persino Cacciari, con il quale in genere concordo, ha detto che le primarie sarebbero state perdenti ma più opportune perchè, così si sarebbe creato “movimento”.

    Poi ha aggiunto che scegliere tra Parisi e Franceschini è deprimente.

    Domanda :

    Perchè non ha avanzato una candidatura meno deprimente?

    Siamo sempre lì, finchè non ci si mette in gioco sul serio, il che vuol dire per molti uscire allo scoperto, è un po’ difficile che si attui rinnovamento.

    Io stessa mi tengo, obtorto collo, il vecchio, se il nuovo ha questa inconsistenza.

  5. …. scusa … ma ti dico questo …

    … mi sono stancato di parlare sempre di organigramma …

    … una proposta organica per l’Italia ce l’ha il PD?

    … le cd. “alleanze di nuovo conio” di rutelliana evocazione, sul piano programmatico, cosa porterenno, considerato che anche l’area dalemiana (e per essa Bersani) comunque non disdegna il famoso “trattino” tra il centro e la sinistra ….

    .. ecco: è dal 1996 che parliamo del trattino …. intanto la destra egemonizza nel “senso comune” il Paese …

    … eppure per politiche progressite, io ritengo, ci sia un grande spazio …

    … per dirne una: una crisi del sistema capitalistico di queste proporzioni, è possibile che qui da noi sia gestita “statalisticamente” da Tremonti?

    Ti abbraccio …

  6. Guarda, l’organigramma non è un mio problema, per me le maggioranze vanno rispettate, ho passato una vita in minoranza nel partito e senza piagnucolare. Anzi.

    Se il problema invece è la proposta organica, vai sul sito dei democratici e la trovi spaparanzata in bell’italiano.

    Il punto però è un altro : come farla valere, come incidere, come sfilare la gestione a Tremonti, con 100 deputati in meno in parlamento, un sindacato diviso e un presidente del consiglio che fa della decretazione d’urgenza il suo cavallo di battaglia.

    Le alleanze di nuovo conio poi ce le ha in testa Rutelli, quelle di vecchio Bersani.

    Allo stato, a livello locale, elettoralmente ( di quello si parla) sembra non funzionino ne’ le une ne’ le altre.

    Suggerirei di valutare caso per caso.

    Rutelli non è la maggioranza nel Partito, quando lo diventerà farà il conio che gli pare.

    Quanto alle politiche progressiste io credo che lo spazio vada ricercato e costruito, tutte queste stucchevoli vicende partitiche in realtà sottraggono molto ad una elaborazione di questo tipo.

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