Perchè non vinceremo (pur avendo un grandissimo film)

Perchè non vinceremo (pur avendo un grandissimo film)

Preceduto da polemiche  strumentali e denigratorie, tutte nazionali, sull’ attendibilità storica del racconto – ma solo per quanto riguarda il matrimonio tra la Dalser e Mussolini del quale mancherebbe l’Atto, il resto è tutto incontrovertibilmente accaduto – e da interrogativi martellanti sui riferimenti all’attualità, tra parallelismi sull’uso dei media di quel regime ed eventualmente di questo, o sul rapporto tra donne e potere, allora come oraVincere, ultimo film di Marco Bellocchio arriva alla proiezione per la Stampa spappolato a dovere, cioè a dire già  passato per il tavolo settorio di quanti mal tollerano l’idea che Mussolini non fosse poi quel bonaccione che alla sera suonava il violino per far addormentare i figli. 

Ovvero di chi ha ricercato nel film riferimenti grossolani e banali con l’attualità magari temendone l’esito.

E passi che nel caso dei detrattori si fosse trattato, della solita compagine, inclusi nipotissima e storici indulgenti col ventennio, che fa capo a Bruno Vespa. Quello che è incredibile è invece l’apporto determinante che la stampa nazionale più prestigiosa ha profuso nel compiere  l’opera. 

Prima reazione : tiepida. Di conseguenza primi articoli sui quotidiani, scivolosi ed ondivaghi. Convince a metà, troppi inserti con filmati d’epoca etc etc etc, ma non sarà la politica che affloscia l’opera?

Non fosse stato per il pubblico della proiezione ufficiale che ha applaudito in piedi per diciotto minuti di fila  (cronometrati) e per l’entusiasmo de Le Monde, di Variety, di Screen International ma soprattutto per le dichiarazioni  risentintite dello stesso Bellocchio  – Siamo stati pugnalati alla schiena dalla stampa italiana – ci si sarebbe guardati  bene dal far marcia indietro, aggiustando il tiro sui giornali di ieri. Vedi Repubblica,  Corriere della Sera ed altri.

Qui non si tratta di difendere ad oltranza il prodotto nazionale anche nel caso in cui si riveli una  classica Ciofeca, così, per puro sciovinismo, ma di vincere resistenze di altra natura. Qualcuno ha detto che è stata la fretta di consegnare l’articolo al giornale ad aver suggerito giudizi sommari . Altri più onesti hanno ammesso: può essere che rivedendo il filmato del discorso di Mussolini ad Ancona , in cui appare oggi come un irresistibile buffone, ci si vergogni pensando che mai un uomo fu tanto amato da un intero popolo malgrado la sua tragica ridicolaggine e che purtroppo questi innamoramenti si ripetono? ( Natalia Aspesi Repubblica )

Ma guarda un po’. Allora Bellocchio ha fatto proprio centro e mostrando quel che è stato il fascismo, attraverso la metafora dell’annientamento di una donna e di un ragazzo , ci ha messo di fronte con violenza ad una realtà in cui ci è insopportabile identificarci e che forse vorremmo rimuovere.

Vincere non è un documentario storico – come non lo è stato Buon giorno notte – pur essendo un’ opera di grande attendibilità, fondata su fatti realmente accaduti. E’ la tragica storia di Ida Dalser e di suo figlio, raccontata in forma di melodramma classico,  lirico, forte, strutturato che non cede mai a sentimentalismi. Una modalità lontana dalle sceneggiature piene di eventi cui siamo abituati. E’ la rappresentazione di un conflitto col potere dai connotati universali, un racconto fuori tempo che si mescola benissimo con i Film Luce e le citazioni cinematografiche d’epoca – Antamoro, Chaplin Pastrone – che vi sono contenute.

Una sfida artistica per trovare non tanto la storia ma soprattutto il modo giusto per raccontarla.

Che peccato non averci creduto, aver sciupato un’occasione per proporre questo film bello, raffinato, coinvolgente, come fosse un film politico come un altro. E lo è di sicuro, alla fine,  salvo che le considerazioni suggerite non hanno immediatezza, passano per le retrovie, tirandosi dietro ben altro che i parallelismi, le somglianze, i pezzi di carta che mancano e quelli che ci sono. Un film, come è stato detto dagli americani, da togliere il respiro.

Vincere è un film di Marco Bellocchio. Con Filippo Timi, Giovanna Mezzogiorno, Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello, Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera. Genere Drammatico, colore 128 minuti. – Produzione Italia, Francia 2009. –

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