Il ritorno di Michelle ( Thank heaven for little boys)

Il ritorno di Michelle ( Thank heaven for little boys)

Hollywood, per mano di Vincent Minnelli,  si era già presa la briga di trasformare quel demi-monde parigino raccontato con magistrale crudeltà da Colette ,  in pluridecorato musical. Cast stellare, canzoni di successo – una su tutte Thank heaven for little girls –  regia elegante, coreografie armoniose e costumi ricchissimi, furono gl’ingredienti che ne decretarono il trionfo.

L’incessante chiacchiericcio belle epoque del quale Colette, impeccabile ed esperta conoscitrice delle cose di questo mondo,  si era servita per definire l’universo di Gigi – la protagonista –  divenne così  un affresco color pastello in cui il libertino e la quasi donna, si ritrovano solo nel vero amore e non nella relazione alla quale sembrerebbero destinati per convenzioni sociali,  ma che Gigi reputa, pur senza moralismi,  degradante.

Rispettare gli autentici colori di Colette del resto, non è impresa di poco conto, comunque non da Hollywood 1958. Ne risultò  tuttavia – Chevalier a parte – un film gradevole, divertente, vivace ed evocativo  pur nella sua essenza di giocattolone ben confezionato.

Con Frears che rivisita la Colette di Chéri,si profila un’operazione del tutto differente anche se la difficoltà di rendere il clima belle epoque attendibile al di là della meticolosità scenografica, resta. Ed è forse questo l’unico neo del film. Per cui : belli i valenciennes, la boiserie, le collane di perle, i sofà,i cognac, eleganti i movimenti di macchina che ce li raccontano ma… tutto ciò non è sufficiente a definire la Parigi d’inizio novecento e il desiderio tutto avveniristico di libertà e indipendenza  che spingeva alcune donne dell’epoca  a diventare cortigiane.

Poco male se una sceneggiatura ben scritta riesce a soccorrere le piccole defaillances date da eccesso di armamentario liberty e abuso di calembours. Sia lode quindi a Christopher Hampton per il tentativo riuscito di rimettere al centro del racconto il Dramma. L’operazione sarebbe piaciuta anche a Colette.

Storia dell’educazione sentimentale, in vista di un matrimonio d’interesse, di Chéri giovanottino fatuo coi capelli dai riflessi blu come le penne dei merli  e con un carattere che non è un carattere, ad opera della bellissima ancorchè cinquantenne  Lea de Lonval, cortigiana danarosa e buona figliola a cui la vita aveva risparmiato le catastrofi fascinose e i nobili dolori .

Su espressa richiesta della madre di Chéri, il training sarebbe dovuto durare qualche settimana ma poi..

Ma poi succede che l’irruzione del ragazzo nella vita di Léa tocca corde segretissime, restituendole in una sola storia,  quanto le era stato risparmiato fino a quel momento.

Coprotagonisti silenziosi il Tempo – elemento che compare anche in Gigi – nel suo ruolo infaticabile di corruttore dei corpi ma anche la consapevolezza del maggior rischio che corre un giovane uomo nella relazione con una donna matura.

Ciò rende più sopportabile questa Cronaca di un Declino Annunciato che Frears spia in ogni passaggio con la stessa precisione con la quale ha realizzato le Relazioni Pericolose o The Queen.

Michelle Pfeiffer regina brillante ed indiscussa di elegante spregiudicatezza, lievemente invecchiata dal trucco che però non scalfisce  la sua vera e luminosa bellezza . Kathy Bates travolgente nell’ irriverenza delle sue battute.

Chéri è un film di Stephen Frears del 2009, con Michelle Pfeiffer, Kathy Bates, Rupert Friend, Felicity Jones, Frances Tomelty, Anita Pallenberg, Harriet Walter, Iben Hjejle, Toby Kebbell, Rollo Weeks. Prodotto in Francia, Germania, Gran Bretagna. Durata: 100 minuti. Distribuito in Italia da 01 Distribution

4 pensieri riguardo “Il ritorno di Michelle ( Thank heaven for little boys)

  1. Due mesi senza film, in cui nemmeno l’arena ci ha dato soddisfazioni, (a parte i Bimbi Belli al Sacher,s’intende) avrei trovato affascinante pure Berretti Verdi, comunque questo film vale a prescindere dalle crisi di astinenza.

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