Qui non si baciano rospi. Che poi si trasformano in principi regnanti

Qui non si baciano rospi. Che poi si trasformano in principi regnanti

frog_wearing_a_crownSe oltre ad avere il consenso ha anche gli attributi, perchè non cambia – nei modi previsti –  la Costituzione? Sarebbe l’unico modo per neutralizzare l’ostruzionismo del partito dei giudici.A quel punto nemmeno la tanto vituperata Alta Corte potrebbe nulla.

Non meraviglia che il presidente del consiglio dichiari pubblicamente di avere le palle. Semmai imbarazza  lo scarso spessore dell’uomo di governo ovvero dell’uomo in genere e della sua eterna necessità di  ribadire quel concetto  . Per il resto questa Esposizione Internazionale di attributi non è che il compendio di un’ impostazione culturale e politica di fondo.

Tuttavia, quantunque abbia le palle, non governa. Ha le palle ma non va al referendum costituzionale. Ha le palle ma continua a sbattere la testa contro un unico Principio. Guarda caso quello di Uguaglianza.

Se si teme di mettere a profitto un consenso così vasto significa che le certezze su cui è fondato non sono poi  così granitiche come si vorrebbe far credere. Dunque, trattasi di materiale buono per la propaganda ma inservibile allo scopo di governare coerentemente il Paese.

A questo punto la recente querelle tra Scalfari e Galli della Loggia sull’opportunità o meno da parte di Bersani, di baciare il rospo, si arricchisce di elementi e prende altre pieghe. Comunque la si pensi sul fatto che Governo e Opposizione dialoghino, particolarmente sul tema della Giustizia, non si può pensare di aprire tavolo alcuno sulle questioni attualmente in esame, vedi il processo breve. Ne’ su qualunque altra legge o leggina che ruoti intorno a fatti eccezionali o contingenti.

Intanto perchè l’eccezione che diventa norma, la contingenza prevaricatrice ed infine  l’interesse del singolo su quello della collettività,  minano alla base l’universo logico giuridico. Lo strappo che si determinerebbe, andrebbe invariabilmente a intaccare il principio di neutralità e normalità  dell’Ordinamento.

Una legge che fissa in sei anni la durata massima del processo è auspicabile solo se non contiene fattori discriminanti, ovvero se è supportata da robusti stanziamenti. Se le cose rimangono come sono, i cittadini vedrebbero solo diminuite le già labili garanzie di avere giustizia.

Le nuove eventuali tempistiche abbisognano di persone, mezzi, strutture, quattrini. Che non ci sono, ne’ si prevedono. Senza considerare che i processi si allungano a dismisura non tanto perchè la magistratura è impegnata a farsi spalmare il cerone per andare in tv, ma soprattutto per una serie di bizantinismi pseudogarantisti e norme procedurali labirintiche – tutte introdotte nelle varie tornate legislative dal centro- destra  e tutte ad hoc – tra le maglie delle quali, un avvocato che trovi conveniente fare dell’ostruzionismo forense, ha buon gioco.

Un contesto della proposta così deficitario, senza contare la certezza che un simile provvedimento non serva in realtà che da scudo ad Uno Solo, non lascia spazi per emendamenti di sorta. Va solo buttata nel cestino della carta straccia. Ergo un’Opposizione costumata non può assumersi responsabilità se non quella di votare contro. Sempre che gliene sia data l’opportunità.Bersani si astenga dalle effusioni.Che il Principe è in agguato

 

3 pensieri riguardo “Qui non si baciano rospi. Che poi si trasformano in principi regnanti

  1. …ieri ho avuto modo di fare un test comparativo tra il discorso tenuto da Obama e quello del brianzolo.

    Erano due sistemi stellari opposti, due concetti diversi dello Stato, due sistemi metrici divergenti all’infinito.

    Nel primo caso (Obama) si aveva a che fare con concetti elevati resi espliciti mediante un accorto uso della lingua inglese.
    Nel secondo, invece, si svettava a tali livelli che era necessario l’impiego di un microscopio elettronico. Un puro distillato di concentrato di egoismo. Un viaggio introspettivo nei meandri decadenti di un ego ipertrofico.

    O.

  2. E pensare che quanto a populismo, oratoria e  frasi ad effetto, Obama non lo batte nessuno.
    Certo ai tempi di yes we can, si trattava di campagna elettorale, circostanza in cui  è necessario vincere e convincere con ogni mezzo.
    E ancora questo Nobel dato alle intenzioni, al programma ( ottimo meraviglioso, magari fosse) deve averlo imbarazzato parecchio come pure che sia capitato  in costanza dell’incremento di truppe sul fronte afghano. Alla fine se l’è cavata con la solita si vis pacem, para bellum, che alle volte è anche vero.Purtroppo.
    Ma va bene così, a me Obama piace molto.Anche se preferivo Hillary, sarà egualmente una presidenza memorabile.

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