Show me

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I registi sono così :a sentire loro,non raccontano,non criticano,non graffiano,non lanciano messaggi,non denunziano (anzi, in una delle ultime interviste, Tornatore ha pure detto : “per le denunzie rivolgetevi alle autorità) e soprattutto guai a chiedergli di decodificare i simboli e le metafore di cui sono abbondantemente cosparse le opere loro (persino Fellini aveva la faccia tosta di andare in giro a raccontare che “Prova d’orchestra” non conteneva presagi di sorta.).Con  Altman succedeva più o meno la stessa cosa: “social critic” lui? Macchè, soltanto interessato alle umane relazioni …e forse aveva ragione perchè la realtà “vista” attraverso le vicende dei suoi numerosi protagonisti non ha bisogno di essere spiegata ne’ raccontata ne’ decodificata: è lì sotto gli occhi di chi la osserva ,nella battuta di caccia a casa di un lord inglese,nello studio di un ginecologo americano, in un atelier francese prima delle sfilate, sarà questo allora il motivo di tutta quella varietà di generi :  western,film intimisti,fantasy e commedie : una filmografia pantagruelica che va dal 1951 e arriva fino a pochi giorni fa, perchè Altman era ovviamente impegnato a girare un film su  una singolare gara di resistenza texana prima di essere ricoverato.Questo di sicuro, ma anche un grande amore per il proprio mestiere che lo ha istigato ad esercitare il talento e a cimentarsi nei generi e nelle avventure più disparate. Detestato  da Hollywood e dall’enstablishement per essere troppo poco incline al compromesso,visto dai produttori come il fumo agli occhi,era osannato dagli attori.Questo e solo questo ha potuto consentire la realizzazione di film corali con schiere di star a cachet sostanzialmente ridotto, liete di partecipare anche per soli pochi minuti (vedi Jack Lemmon in “America Oggi”) a progetti indipendenti in set a basso costo dove,per meglio ritrarre lo splendore del vero, erano sistemate macchine da presa e operatori per ogni dove.Ottantuno anni e un tardivo Oscar alla carriera, durante la premiazione Altman rivela di essersi sottoposto dieci anni prima ad un  trapianto di cuore e di aver scelto di essere operato nel massimo della segretezza.Perchè.La risposta è nella presenza costante durante la lavorazione di “Radio America,a Prairie Home Company” ,di Paul Thomas Anderson,il regista di Magnolia, pronto a subentrare nel caso Altman non avesse potuto portare a termine le riprese.Nessuna compagnia assicurativa avrebbe garantito quel set, senza questo crudele accorgimento.Se Altman avesse parlato,sarebbe stato difficile per lui continuare a lavorare.La seconda industria nazionale americana,non può permettersi incidenti di percorso.

Un film sulla morte, rappresentata dalla storia di una trasmissione radiofonica destinata a chiudere i battenti perchè la speculazione vuole abbattere il teatro dove viene registrata è l’ultimo lavoro di Altman e chiunque abbia vissuto il naufragio di un progetto,  può riconoscersi nell’atmosfera teneramente fallimentare di caduta del sogno che insieme all’Angelo della Morte è la vera protagonista del film.

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