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October Surprise

October Surprise

 Una solida maggioranza alla camera bassa è ormai assicurata, mentre per avere la certezza della maggioranza al Senato, dove i risultati di ieri davano i Democrats vincenti per un solo seggio e con un margine infinitesimale, si dovrà attendere il riconteggio dei voti in Virginia I democratici hanno “riconquistato il middle ground”, annunciava ieri un analista politico della Cnn, e i sondaggi sembrano dargli ragione: l’America del centro – nel senso politico e geografico del termine – con il voto di martedì ha voltato pagina.I democratici hanno recuperato molti consensi tra l’elettorato femminile: non solamente le donne single, che nella retorica repubblicana dei family values poco si potevano riconoscere, ma anche le donne sposate e le casalinghe, quelle madri di famiglia che per due volte hanno votato la politica di sicurezza firmata George W. Bush e che ora sono deluse dai risultati della guerra al terrorismo. Ma i democratici hanno guadagnato terreno soprattutto nelle classi medie e medio-alte, in quell’America suburbana che, sempre secondo i sondaggi, si sente esclusa dalla ripresa economica degli ultimi anni. I democratici, insomma, hanno recuperato consensi nel cuore geografico degli Stati Uniti: determinanti alla vittoria sono stati il Colorado, il Kentucky, il Michigan, l’Ohio e la Pennsylvania. A Cleveland, tra l’altro, è stato eletto il primo governatore democratico in quasi 16 anni. Non tutti gli analisti, però, concordano nel segnalare una svolta centrista da parte del partito democratico. Certo, negli stati più in bilico sono stati i democratici particolarmente moderati a permettere il sorpasso: merita una particolare attenzione, per esempio, la vittoria in Pennsylvania di Bob Casey, in forza al partito dell’asinello ma che si è fatto conoscere soprattutto per le sue posizioni ultraconservatrici in fatto di aborto e di ricerca scientifica. Anche in Virginia, lo stato che in queste ore sta facendo trattenere il respiro all’America intera, nel dubbio i democratici hanno preferito giocare la campagna sull’amor di patria e, in misura minore, sui valori della famiglia. Eppure, anche l’ala più radicale dei democratici ha guadagnato terreno, soprattutto all’interno del partito: non va sottovalutata la nomina a speaker del Congresso di Nancy Pelosi, prima donna nella storia a ricoprire questa carica e già capogruppo della minoranza alla camera bassa, che non ha mai fatto un mistero delle sue posizioni, considerate da molti “ultraliberal”: favorevole all’aborto e sostenitrice dello stato sociale, la californiana Pelosi è stata uno dei pochi rappresentanti Democrats a opporsi alla guerra in Iraq già nel 2003. Un candidato più “centrista” alla carica di speaker sarebbe stato Herry Reid, il mormone del Nevada capogruppo della minoranza al Senato, ma i democratici hanno preferito puntare su una liberal della California.Più che un riposizionamento al centro dei democratici, le elezioni di medio termine sembrano segnalare una svolta al centro della middle America, quel segmento della popolazione che nei tradizionali valori conservatori non si è mai del tutto riconosciuto, che nell’ultimo decennio, vuoi per l’élitismo dei democratici, vuoi per le promesse di sicurezza dei repubblicani, aveva dato le proprie preferenze al Grand old party, e che dopo i ripetuti flop di Bush ha deciso di voltare pagina. Ciò che in molti si aspettano, invece, è un riposizionamento in senso moderato da parte dei repubblicani, che devono correre ai ripari e correggere il tiro in vista del 2008. Da questo punto di vista, le dimissioni di Donald Rumsfeld potrebbero essere solamente l’inizio.Il trofeo di guerra esibito da George W. Bush a poche ore dalle elezioni di mid term non ha sortito l’effetto desiderato e l'”october surprise” su cui puntava la Casa Bianca è stata tutt’altra.Il voto americano non ha coronato la politica di un presidente nato dalla paura,alimentata in questi anni e rilanciata ad ogni calo di consenso.La primavera del 2003,quando cioè le truppe americane entrarono a Baghdad e proclamarono la vittoria sul paese prescelto per vendicare l’11 settembre,non tornerà.

American has voted for change ( e Hillary ha stravinto)

American has voted for change ( e Hillary ha stravinto)


I giornali sono pieni di lei, del suo caban giallo e dei turchesi  indossati per andare a votare, nonchè di quel marito, tre passi indietro, in segno di rispetto durante le iniziative pubbliche.Si ha un bel dire che ,repubblicani o democratici,l’America modificherà di poco il proprio assetto e che i problemi rimarranno immutati .Hillary Rodham, senatrice dello stato di New York vincitrice al recente mid term,viatico per la candidatura alla Casa Bianca,fa la differenza.E’ stata l’unica first lady a giocare un ruolo politico di primo piano grazie ad un significativo impegno per migliorare il sitema sanitario e per garantire opportunità economiche ed educative alle fasce più deboli della popolazione.Se diventasse Presidente degli Stati Uniti sarebbe un forte segnale di rinnovamento, esaudendo con ciò,non solo il desiderio di vedere una donna alla guida della massima potenza mondiale ma le numerose attese di Pace che in Hillary trovano perfetta incarnazione.