Nel sistema Italia non e’ giusto trattare nello stesso modo incensurati e recidivi, che hanno una prognosi delinquenziale completamente diversa, viene riferito con molto sussiego (e aria soddisfatta, soprattutto per quella prognosi delinquenziale, appannaggio quasi esclusivo delle aule e finalmente approdata agli studi televisivi a sostegno dell’Insostenibile).
Senza rovinare la festa al relatore Paniz con l’articolo 3 – sempre quello – o insinuare pulci nell’orecchio sul valore dell’immacolata fedina penale di Al Capone e quella (meno ineccepibile, almeno a sentire il governo birmano) di Aung San Suu Kyi – prognosi delinquenziali senza dubbio differenti – ovvero sulle richieste europee di maggior efficienza nell’amministrare la Giustizia – non di smantellarne l’impianto – vale la pena di osservare come, essendo oramai difficoltoso sostenere l’ininfluenza della recente Norma sui processi (soprattutto) Mills, e poi anche Ruby, Mediatrade e seguenti, alcuni sostenitori di Berlusconi si siano infine risolti a dire la verità.
Chi pensava che la spudoratezza fosse una faccenda che avesse a che fare col simulacro di Priapo offerto alle ospiti di Arcore in luogo delle entrée, non aveva ancora sentito alcuni affezionati giornalisti televisivi e della carta stampata dichiarare apertamente che a processi contra personam è logico e forse anche lecito, opporre leggi ad personam, come in effetti la norma sul processo breve può considerarsi.
Fumus – e come ti sbagli – persecutionis dunque, che attanaglierebbe uno solo, ma da contrastare regalando all’intero paese un’ammnistia indiscriminata, senza limiti di tempo, né fastidiose contumelie con quella parte dell’opinione pubblica che, meno propensa ai provvedimenti di clemenza, in questi casi puntualmente insorge.
Tralasciamo le sfinenti polemiche, quelle a colpi di urla e boutade ma anche le altre, pazientemente condotte a fil di logica o in punta di Diritto, se questi giorni sono serviti a qualcosa, è a capire, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che Berlusconi non sarà mai processato, né sarà processabile, ergo : è destinato all’impunità, fino alla fine dei suoi giorni.
E non sono i suoi show, la sua abilità nel buttare tutto in barzelletta o quella dei suoi avvocati a piegare o inventare Norme secondo le più disparate esigenze a suggerire l’impraticabilità della via giudiziaria. E’ la solerzia delle persone che gli si affannano intorno, mentre corrono a votare o sostengono, senza una piega, impossibili teorie senza tema di perdere la faccia, tra una ragion di stato rispolverata per occasioni che davvero non meritano e la millantata persecuzione di giudici che vorrebbero solo fare il proprio mestiere e non ci riescono.
Ecco, più questa corte di fedelissimi – altrimenti litigiosa, ricattatoria, organizzata in correnti mentre ordisce trame e camarille a pranzo o cena, come si conviene ad ogni vera corte, ma pur sempre pronta a ricompattarsi per la salvezza del Capo – continua a raccontare di persecuzioni, golpe e volontà popolare assolutoria al solo scopo di garantire l’impunità a Silvio Berlusconi, più il convincimento che qualunque sia la prognosi delinquenziale l’imputato deve essere processato, si rafforza. Il contrario rischia di essere davvero troppo, per i cittadini e per questa Repubblica.