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Categoria: La fabbrica del cinema

Across the universe (gioventù,botte e musica)

Across the universe (gioventù,botte e musica)

Festa del cinema17

La storia di due giovani amanti in viaggio dall’innocenza  prebellica al radicalismo hippie dei 60th e 70 th, è raccontata da trentatrè canzoni dei Beatles reinventate per l’occasione e interpretate rigorosamente live dagli stessi attori. Il risultato è un Musical girato con i ritmi e gli stili   della clip in una felicissima e prodigiosa contaminazione di generi, tra teatralità, surrealismo e fantasia ma anche live action pittura e animazione tridimensionale. La regista Julie Taymor mette in scena danze nelle strade di Manhattan e trasforma ogni giorno in un’ imprevedibile avventura tra le università del Massachussetts, Princeton Ohio, la Statua della Libertà e il Lower East Side di New York.Tra i camei quello di Bono  nei panni dello psichedelico Dr Robert che canta I am the walrus , Joe Cocker con Come together – mentre la possente voce di Diana Fuchs rimanda a quella di Janis Joplin.Una storia che tra manganellate e sesso,azioni nella jungla e amicizie profonde, ripercorre un po’ della storia degli Stati Uniti e si risolve nel final cut – autentico colpo di genio – esito di liti al fulmicotone tra la regista e la Revolution Studios , la pace è costata un felice compromesso che è molto piaciuto a Paul Mc Cartney.

Across the Universe è un film a colori di genere musicale, romantico della durata di 133 min. diretto da Julie Taymor e interpretato da Jim SturgessEvan Rachel WoodJoe AndersonEddie Izzard,Spencer LiffBonoT.V. CarpioNicholas LumleyMichael Ryan,Angela Mounsey.
Prodotto nel 2007 in USA e distribuito in Italia da Sony Pictures 

Across

Erosione sentimentale

Erosione sentimentale

I precari non sono solo giovani e belli come gli eroi della Locomotiva e se può essere devastante passare di contratto in contratto senza poter programmare la propria vita a venti – trent’anni , quando se ne hanno cinquanta, la perdita del lavoro può diventare un problema che coinvolge assai di più che il  sentirsi insicuri ed esposti.Silvio Soldini racconta la storia di una coppia in crisi dopo vent’anni di matrimonio e sente giustamente l’urgenza di cambiare registro,abbandona i toni surreali e la commedia corale di Agata e la tempesta o di Pane e Tulipani per adottare uno stile decisamente più realistico.Pertanto camera a mano e piano sequenza ad aumentare il senso di presa diretta sulla realtà,attori che manco a dirlo sono mostri di naturalezza e disagio e un finale folgorante,forse la più bella inquadratura vista alla Festa del Cinema, tutto al servizio della veridicità della storia : la perdita del lavoro non mina solo lo status,i privilegi,lo stile di vita ma tende a logorare anche il patrimonio affettivo.Nei distinti modi di affrontare la tragedia – mentre lei cerca una strada d’uscita l’altro si lascia prendere la mano dalla depressione – Soldini punta l’obiettivo lasciando intravedere attraverso il  dramma interiore anche i buchi neri di un contesto dove all’improvviso tutto può cambiare.Quando il cinema italiano s’incarica di parlare della società,difficilmente sbaglia.

Giorni e nuvole è un film a colori di genere drammatico della durata di 116 min. diretto da Silvio Soldini e interpretato da Margherita Buy,Antonio AlbaneseGiuseppe BattistonAlba RohrwacherFabio TroianoCarla SignorisArnaldo NinchiTeco Celio.
Prodotto nel 2007 

 

Il giovane Coppola

Il giovane Coppola


Dopo dieci anni, Francis Ford Coppola esce dal suo splendido isolamento di industriale di pasta, vino e resort internazionali e come un giovane cineasta –  Lo sono stato ed è ora di tornare ad esserlo – realizza  questo Youth Without Youth tratto dal romanzo di Mircea Eliade . Low budget, autoprodotto,girato in Romania in 84 giorni con una piccola troupe , una lavorazione lampo rispetto a quelle abituali di Coppola. Un film sul Tempo e la Morte, sul Doppio e sulla illusorietà dei sogni  e attraverso il quale
finalmente Francis Ford, concreta  l’ambizione  di essere un regista autonomo, alle prese con un progetto  sperimentale , esperienza a lungo  negatagli da un successo arrivato immediatamente, già dal  primo film  e che ha indirizzato il suo lavoro su binari ben definiti, lontano da possibilità di crescita attraverso la ricerca di nuove formule. In virtù di questa produzione molto dimensionata, Coppola  ha potuto concedersi una serie di piccoli lussi come quello di non essere obbligato a  compromessi – fare un film è come un matrimonio e io sul set ho circa 40 mogli – con il resto della troupe o con il direttore della fotografia. Così alla maniera di  Yasujiro Ozu, può finalmente adottare la macchina da presa fissa che enfatizza l’immagine fino a renderla un’icona potentissima, quasi una protagonista assoluta, un  riquadro all’interno del quale  gli attori si avvicendano entrano ed escono senza essere seguiti ovvero può affrontare  il tema del Doppio utilizzando  un unico attore, Tim Roth , differenziando le riprese  ora dall’alto ora dal basso ora da destra ora da sinistra a significare  un dialogo con un altro se stesso oppure costruisce la scena del sogno  senza filtri color pastello, senza  calligrafie tradizionali , solo con  la macchina  da presa rovesciata come se l’operatore avesse girato a testa in giù. La trama  concerne il  fortuito ritorno alla gioventù fisica ed intellettuale, di un anziano professore che ha deciso di suicidarsi. Braccato dai nazisti che vogliono studiare il fenomeno,il protagonista  fuggirà all’estero. La sua vità affronterà un continuo uragano emotivo, dall’incontro con l’amore a quello con il proprio doppio mentre dovrà continuare a proteggersi dai suoi inseguitori. Su tutto domina  il concetto di tempo suprema ambiguità della condizione umana e quello della reincarnazione.  Il film , bello ma poco masticabile , non è piaciuto a tutti : è complesso,filosofico molto europeo e va visto – magari non  due volte come da indicazione del regista – ma sicuramente con l’ attenzione dovuta Del resto vedere un film non è mai un’esperienza solo visiva, è un’avventura percettiva – ci ha spiegato Coppola durante l’incontro con il pubblico – Davanti a certi film di Antonioni o Bergman anche a me è capitato di pensare non so se ho capito bene.E li ho rivisti.

Un’altra giovinezza (Youth Without Youth) del 2007, diretto da Francis Ford Coppola e interpretato da Tim RothAlexandra Maria LaraBruno GanzAndré HennickeMarcel IuresAdrian PinteaAlexandra PiriciFlorin Piersic Jr..

 

Quale distanza

Quale distanza

Festa09

La giusta distanza, oltre che essere il suggerimento professionale  che nel film , un aspirante giornalista riceve da un vecchio redattore di cronaca locale, è anche, secondo Mazzacurati, lo spirito giusto  (ne’ coinvolgimento ne’ freddezza) per affrontare il disagio e il senso di inquietudine che invariabilmente ci procura la complessità di certi eventi.Suggerimento saggio che il regista per primo elude infilandosi mani e piedi nella dinamica della storia e spargendo empatia per ogni dove (e infatti così si fa). Il ritorno ai paesaggi della provincia veneta (gli stessi di Ossessione di Visconti) più una fotografia talmente bella, da vincere la competizione col resto, si rivelano ingredienti chiave dei quali lo spettatore può godere a piacimento.Tuttavia dai tempi del Prete bello o di Notte italiana non tanto i luoghi sono cambiati ma sicuramente i personaggi.Così attraverso una galleria , dalla maestra all’avvocato,all’immigrato,all’arricchito si snoda una storia di ordinaria violenza proposta senza l’ausilio di effettacci, serial killer e sangue a fiotti: un film che lavora sotterraneamente fino a insinuare nell’affresco poderoso quel senso di solitudine che tutti attanaglia.Tutti .Spettatori compresi.

La giusta distanza è un film a colori di genere drammatico, noir della durata di 110 min. diretto da Carlo Mazzacurati e interpretato daValentina LodoviniFabrizio BentivoglioGiuseppe Battiston,Giovanni CapovillaAhmed HefianeRoberto AbbiatiNatalino BalassoStefano ScandalettiMirko ArtusoMarina Rocco.
Prodotto nel 2007 

Festa 13

Il segno della Vergine

Il segno della Vergine

Accantonata la lettura femminista, pleonastica, non fosse altro perchè è  di tutta evidenza che la regina Elisabetta I fu davvero l’artefice dell’età dell’oro per l’Inghilterra del suo tempo,il regista indiano Shekhar Kapur (simpaticissimo) punta sul tema dell’integralismo religioso incarnato dal cattolicesimo pervicace e fondamentalista di Filippo II di Spagna,sconfitto insieme all’ Invincible Armada nelle acque della Manica dalla determinazione della sovrana e dalla lucida strategia di Sir Francis Drake in compartecipazione con i pirati e gli olandesi.E infatti l’illustrazione mostra Elizabeth in inedita versione guerriera, un secondo prima di gridare “Non passeranno!!”, espressione destinata in futuro a portare malissimo a tutti coloro che ne faranno il proprio slogan (ma questo Sua Maestà ;non poteva saperlo).Per il resto a questo Kolossal non manca nulla : la storia  romanzata,un sacco e una sporta di facile simbolistica ,l’intrigo,gli amori,la cospirazione il cast adeguato,i bei costumi ma in epoca digitale tutto ciò non può che rincorrere la fiction e somigliarle terribilmente. Così,nonostante gli sforzi  combinati di tutti quanti, tra cast,costumisti,tecnici sceneggiatori e regia, questo prodotto magnificamente confezionato sfiora in più punti la soap.Bisogna comunque dire che le presenze fantasmatiche di Bette Davis e Joan Simmons entrambe Elisabetta in altrettante  ,storicamente improbabili, pellicole del passato,non hanno impedito a Cate Blanchett  di essere un’interprete all’altezza del ruolo : bella,ieratica, teatrale, intensa, presta il suo fascino e la sua arte per immortalare una regina sicuramente capace ma decisamente meno bella e laica. Da segnalarsi – fuori scena –  i tentativi di nobilitare il polpettone paragonando Elizabeth a Hillary, Filippo II a Bin Laden, nonchè  le esilaranti lamentele del regista per l’esiguità del budget.Ristrettezze nelle quali si è dovuto arrangiare riciclando le onde del mare utilizzate nella Figlia di Ryan.Del resto, quando cinque minuti dei Pirati dei Caraibi – polemizza ovunque si trovi Shekhar Kapur  – costano quanto l’intera produzione di Elizabeth,the Golden Age  bisogna fare di necessità virtù e sopperire col mestiere e con l’astuzia

Elizabeth: The Golden Age è un film a colori di genere drammatico, storico della durata di 115 min. diretto da Shekhar Kapur e interpretato da Jordi MollàAimee KingCate BlanchettJohn Shrapnel,Geoffrey RushSusan LynchElise McCaveSamantha Morton,Abbie CornishPenelope McGhie.
Prodotto nel 2007 in Gran Bretagna, Francia e distribuito in Italia daUniversal Pictures