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Anno: 2007

Solo a fine mese

Solo a fine mese


Succede che nel ricongiungimento dei due tronconi di blog che sta avvenendo in questi giorni con fatica (data dall’imperizia) e noia (data dall’incapacità di fare lavori meccanici),mi sono accorta  di aver perso,nei vari traslochi, un po’ di post .Per esempio mi manca quello sulla Vergine dei Palafrenieri,quell’altro sulla strage di Bologna e quell’altro ancora su Sean Connery a cena sulla terrazza Caffarelli in occasione di Romafilmfest.Poco male.Essendo una perditrice rifinita (ombrelli,occhiali,accendini, sono i generi più ricorrenti) ho imparato a fare i conti con il senso di impotenza che ti prende quando capisci che la mancanza è definitiva,che dovrai ricomprarti  l’ ombrello e già sai che difficilmente sarà uguale a quello che hai lasciato in giro.Una parte dei post si può inserire di nuovo ma i commenti purtroppo sono andati irrimediabilmente perduti e per questo è giusto che io mi scusi  con i lettori  che così generosamente si sono avvicendati a dire la loro sul Partito Democratico o su Scorsese. Spero che il futuro ci riservi meno trambusti e di conseguenza meno traslochi virtuali.E’ singolare comunque che nel meccanismo di trasferimento automatico da una piattaforma all’altra,  una probabile stortura ha fatto sì che a volatilizzarsi fossero solo i post dal primo al ventitrè, dei mesi estivi.Fra duemila anni, studiando i frammenti e i reperti di questa epoca bislacca, gli archeologi concluderanno che durante la famosa quarta settimana, c’era chi tirava il collo e chi imbrattava queste pagine pretendendo quote rosa e incazzandosi con tale Bush, un’erbaccia invasiva e cespugliosa rovinagiardini. Avvaloriamo la tesi futura, con un cartello che ha fatto la sua comparsa durante la manifestazione pacifista di sabato scorso a Washington DC.(l’impero è alle corde e sarà nostra cura documentarne il crollo)

Di negazionismo in rimozione

Di negazionismo in rimozione

Le tesi dei negazionisti sono di diverse risme, insieme a quelle dei  revisionisti formano  una vasta materia assai presente, soprattutto sul web. Tuttavia per quanto possa essere aberrante la storia dei forni che, secondo queste ipotesi, altro non erano se non sterilizzatori di abiti, o fantasiosa la tesi dei rapporti tra sionisti e nazisti, hanno ragione gli storici e i giuristi, gli uni, quando dicono che Ricerca, Critica e Conoscenza devono essere la sola risposta a teorie strampalate e capziose e gli altri, quando affermano con forza che la libertà d’opinione è uno degli elementi fondanti della Democrazia e che l’introduzione di un reato di negazionismo potrebbe aprire la strada a tentazioni proibizioniste anche nei confronti di altre posizioni, differenti ma egualmente ritenute non accettabili socialmente. Per questo motivo non si dovrebbe aver paura della libertà d’opinione soprattutto non si dovrebbe trasferire sui giudici un problema che eventualmente attiene ad un’ azione politica e culturale, da promuoversi a cura di altre aree istituzionali. Ciò detto, non si può fare a meno di rilevare come accanto al Grande Negazionismo che si riunisce a Tehran e trasforma la Shoah da immane tragedia ebraica a grande complotto sionista, c’è una forma strisciante di Rimozione di episodi niente affatto ininfluenti : già si è detto del genocidio dei rom, dei sinti, degli omosessuali, della sterilizzazione degli afrotedeschi, crimini questi spsso emarginati dal racconto dei media. Ma quello che è sotto gli occhi di tutti è l’opera di minimizzazione del ruolo che l’esercito sovietico ebbe  nella liberazione Auschwitz e Birkenau i cui cancelli, a sentire certi telegiornali, si aprirono miracolosamente il 27 di gennaio per un’occupazione “simbolica” dei campi, visto che i tedeschi dopo aver incendiato documenti e demolito il crematorio III – IV- V erano in fuga e parte dei prigionieri abili alla marcia provenienti da Auschwitz, Birkenau, Monovitz erano stati caricati con la forza sui treni per essere trasferiti in altri lager. La verità è che Auschwitz fu liberata dalla 60° armata del Primo Fronte Ucraino al comando del Generale Pawel Kurochkin, con una manovra di accerchiamento delle truppe tedesche che costò la vita a 231 soldati russi. A mezzogiorno del 27 gennaio l’armata rossa marciava nel mezzo della città di Oswieçim e al pomeriggio raggiungeva Birkenau e il Konzentrationslager di Auschwitz che alle ore 15 fu liberata. Settemila furono i prigionieri salvati in tutto il comprensorio di Auschwitz .Capisco che non si possa rinunziare a fare di tutta l’erba dei totalitarismi un fascio, ma il debito di riconoscenza dell’Europa nei confronti del popolo russo che ha complessivamente sacrificato alla libertà di tutti, venti milioni di vite umane,non può essere dimenticato ne’ rimosso.

La stupida perfezione del cerchio

La stupida perfezione del cerchio

Zmerinka era un grosso villaggio agricolo, in altri tempi luogo di mercato, come si poteva dedurre dalla vasta piazza centrale… ora rigorosamente vuota: solo, in un angolo, all’ombra di una quercia, era accampata una tribù di nomadi, visione scaturita da millenni lontani… Erano più famiglie, una ventina di persone, e la loro casa era un carro enorme…trainato da quattro cavalloni pelosi che si vedevano pascolare poco oltre… Chi erano, donde venivano e dove andavano? Non sapevamo: ma in quei giorni li sentivamo singolarmente vicini a noi, come noi trascinati dal vento, come noi affidati alla mutabilità di un arbitrio lontano e sconosciuto, che trovava simbolo nelle ruote che trasportavano noi e loro, nella stupida perfezione del cerchio senza principio e senza fine…

Primo Levi – La tregua.

Hanno un senso le celebrazioni della giornata della memoria solo se una delle lezioni più forti che l’Olocausto impartisce, continua ad essere la spina dorsale del nostro agire quotidiano : il rispetto per l’ALTRO, per colui o colei che è altro da noi in quanto ha altri connotati,altra storia,altre tradizioni,altri usi, altri costumi, altre religioni, altre opinioni.Solo in questo modo non sarà stato inutile il massacro degli ebrei,dei rom, dei sinti degli oppositori politici, degli handicappati,dei malati di mente e degli omosessuali nei lager nazisti.E’ facile spremere la lacrimuccia davanti ai forni di Auschwitz e Birkenau,è facile commemorare persino il Porrajmos o pubblicare documenti e immagini sulle liste di proscrizione degli omosessuali .E’ così facile che si pensa persino di promulgare leggi contro il negazionismo.Meno facile è riconoscere qui e subito, nel nostro attuale contesto,i diritti del popolo rom,degli omosessuali,degl’immigrati, dei detenuti nei manicomi giudiziari.Allora se si vuol essere credibili bisogna indignarsi davanti ai raid contro i campi nomadi ma bisogna farlo senza i ma e i però (rubano,sporcano o sciupano il panorama con i loro stracci) e da ultimo bisogna tradurre lo scandalo in provvedimenti,leggi, stanziamenti.Bisogna riconoscere agli omosessuali il diritto di essere una coppia legalmente riconosciuta e se lo desiderano di adottare figli.Bisogna chiudere i CPT,abolire la Bossi Fini,indagare sul lavoro nero,concedere cittadinanza e diritto di voto agl’immigrati.Bisogna chiudere i manicomi giudiziari.Solo così la Memoria serve, altrimenti sono film ,celebrazioni,pubblicazioni e convegni di un giorno,qualcosa di buono solo a scaricarsi la coscienza per poi tornare nei giorni successivi,di nuovo liberi di giudicare,emarginare,sorvegliare,punire,allontanare, gli ALTRI

Non Perdetelo

Non Perdetelo

Polonia, Ucraina ,Bielorussia ,Moldovia, Romania, Ungheria,lo stesso tragitto non lineare raccontato da Primo Levi nella Tregua, il suo viaggio di ritorno dal lager fino a casa in Italia.Un intreccio di parole di ieri con immagini di oggi,con un prologo che parte da Ground Zero,dal punto in cui è finita la tregua dei nostri tempi.La strada di Levi comincia da Auschwitz.La cortina di ferro però è caduta.

 

Così c’è Nowa Huta la grande fabbrica polacca orgoglio del regime, oramai ridotta al lumicino.Lì operava l’Uomo di Marmo  e Andrzej Wajda racconta il dramma del comunismo mentre la camera indugia sullo squallore del liberismo, incrociando gli sguardi degli operai disoccupati seduti ai tavoli di un bar.

 

E ancora Chenobyl che all’epoca di Levi non esisteva e nemmeno adesso se non come luogo di assurdo turismo.La Bielorussia che non ha ancora accettato il crollo sovietico,che ha ancora i funzionari preposti all’ideologia,solo che tutto oggi sembra venato di grottesco.La strada di Levi il bel documentario di Davide Ferrario diventa la sintesi di un viaggio dolente attraverso il Novecento mentre la voce narrante di Primo levi non smette mai di essere di sottofondo.In Moldavia spunta un cammello più o meno nel luogo in cui Levi racconta di averne visto uno e in Romania, una comunità di zingari accampati vicino ad una quercia,una delle pagini più toccanti della Tregua.Soprattutto c’è in questo bellissimo documentario, una ricerca del senso delle cose come amava fare Levi :

La storia è qualcosa di complicato e ininterrotto. Per questo è importante, per esempio, comprendere il consenso, anche se gonfiato, di personaggi come Lukachenko. Bisogna capire quest’Europa in transizione, fatta di movimenti incompiuti. Come Levi scriveva negli anni ’60 La tregua, in mezzo alla Guerra Fredda, noi facciamo questo viaggio nell’Europa dell’Est durante quella al terrorismo. Perché, non dimentichiamolo, anche noi abbiamo vissuto una tregua. Quella che tra il 1989 e il 2001, tra il crollo del Muro di Berlino e quello delle Torri Gemelle, fu definita “la fine della storia”. E’ quello che mi ha spinto ad accettare l’idea di Marco Belpoliti, anche se l’iniziale entusiasmo si è traformato in una certa paura, vista quant’era ambizioso il progetto. Come Levi cerchiamo di comprendere il presente, attraverso la storia. In questo senso lui è nostro contemporaneo.

Davide Ferrario

 

Criminal Case 05 – 394 (Ciagate)

Criminal Case 05 – 394 (Ciagate)

Più interessante dei toni imploranti e della svolta ecologista di George Bush al penultimo discorso sullo Stato dell’Unione del suo mandato presidenzale, c’è solo quel che accade  nell’aula n 16 della E. Barret Prettyman Us Court House – Gli Stati Uniti d’America contro  Lewis “Scooter" Libby – Qui si celebra il processo all’affermazione di sedici parole con cui George Bush spiegò agli americani che la guerra in Iraq era inevitabile “Il governo inglese ha appreso che Saddam Hussein ha recentemente cercato di acquisire significative quantità di uranio dall’Africa e alla sequela di menzogne e manipolazioni  con cui la Casa Bianca ha tentato in questi anni di nascondere le invenzioni e l’uso di un ‘Intelligence improbabile, quanto pataccara.Le 500 tonnellate di Yellowcake,l’uranio grezzo, mai trovato e un solo uomo alla sbarra : il repubblicano Libby, già capo di gabinetto e consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Cheney, chiamato a distruggere la reputazione di un altro uomo l’ex ambasciatore Joseph Wilson, colui che sfidando la Casa Bianca  rivelò al New York Times di avere ,dopo una missione in Niger,riferito a Bush che la questione dell’uranio era infondata.

L’operazione si risolse nel dare Wilson in pasto alla stampa, soprattutto “bruciando",la di lui moglie Valerie Plame,agente sotto copertura della CIA.Fuga di notizie dunque ma anche spergiuro in un paio di circostanze .Tuttavia dopo due anni di indagini in cui l’ombra dell’ex sottosegretario di Stato Richard Armitage si è materializzata più d’una volta dietro alle “soffiate",  il Procuratore Patrick Fitzgerald ha stabilito che  imputato in questo processo debba essere uno solo,ieri la sua requisitoria di apertura è stata a dir poco affascinante, rivolto alla giuria popolare di fresco insediata, ha detto “Dimostrerò contro ogni ragionevole dubbio che Libby è un ladro di verità.Ma voi non dovete dimenticare come questa storia è cominciata : le sedici parole del Presidente.Non dovete chiedervi  se la guerra in Iraq è stata o meno giusta.Dovete chiedervi perchè Libby abbia spergiurato sulla Bibbia. Non da meno è stato l’avvocato di Libby, Tedd Wells che ha avvisato la giuria che il sua assistito “ha una sola colpa, non aver ricordato correttamente ciò che era logico non ricordasse.Essere diventato l’agnello sacrificale della Casa Bianca,in cambio della salvezza di Karl Rove,linfa vitale del Presidente”