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Mese: Ottobre 2007

Oh mein papà

Oh mein papà

Vista la probabile natura del ruolo paterno, a me che il detenuto Cutolo abbia avuto una figlia, interessa quanto la notizia che è volata una mosca in Cina.Piuttosto sarebbe da chiarire come mai a Cutolo sia stata concessa nel 2001 un’ autorizzazione che al momento dell’impianto contravveniva l’Articolo 1) della legge 40 sulla fecondazione assistita che ammette a questo trattamento esclusivamente le coppie infertili, mentre invece si continua ad impedire a coppie portatrici di patologie virali o genetiche lo stesso diritto.E meno male che il 41 bis è uno dei capisaldi della nostro Sistema Carcerario.Tra scartoffie,consensi informati e visite mediche varie, durante il perfezionamento della pratica,il carcere di massima sicurezza dev’essere stato più frequentato dell’ambulatorio della Mutua a Centocelle.Tutto per soddisfare l’estremo atto di narcisismo e assicurare la progenie ad un malvivente condannato a sette ergastoli. Un atto di civiltà.Dicono.

Cercatelo

Cercatelo

tideland

Bisognerà cercare con cura questo film che  esce con sole ventiquattro copie, grazie al coraggio della  neonata casa di distribuzione Officine Ubu . Nel mondo capovolto del sottotitolo , vive Jeliza Rose di nove anni ,è il suo rifugio da una vita squallida (povertà,precarietà , tossicodipendenza dei genitori) di cui non sente nemmeno il peso perchè vi è nata e cresciuta.Il suo universo è fatto di teste di Barbie,animali parlanti,vicini di prateria che credono di essere cacciatori di squali.Quando i genitori moriranno per overdose,Jeliza resterà sola in una surreale e simbolica terra delle maree.Sopravviverà affidandosi al potere dell’immaginazione fino a quando la realtà prenderà clamorosamente il sopravvento.

Tideland12Ma oramai Jeliza ha trovato il modo di difendersi.Terry Gillian ex Monty Pyton  firma questo film a basso costo dopo i fallimenti produttivi dei Fratelli Grimm e, sollevato dagli assilli del box office, libera il suo talento visionario per raccontare un viaggio nel Male visto con gli occhi di una ragazzina che molto somiglia ad Alice anche se scivolando nel  cunicolo, incontra Psyco invece che il coniglio.Ho voluto contrastare l’immagine dei bambini che ci propinano sempre come vittime passive. – Spiega Gilliam –  Ho inserito aspetti più sfumati e teneri accanto a quelli più provocatori.La mia speranza è d’incoraggiare le persone a reazioni forti.Io mi sforzo di reinterpretare questo mondo con occhi nuovi. Provocare, attraverso tutti gli incubi e le ossessioni della civiltà moderna ( eroina, terrorismo,violenza ai minori)  è la chiave del film. Soprattutto provocare il nostro modo di far male all’infanzia anche  senza torcergli un capello . Un ultimo apprezzamento per Jodelle Ferland,  diva  novenne della televisione canadese che invece di essere traumatizzata dalla sequella interminabile di avventure tra gotico, noir e western  ,traumatizza noi con la sua naturalezza e le sue indiscusse doti d’interprete.

Tideland18

Tideland  – Il mondo Capovolto –  è un film prodotto in Gran Bretagna,diretto da Terry Gilliam e interpretato da Jeff Bridges e Jodelle Ferland.Distribuito dalla Officine Ubu

Che amarezza

Che amarezza

L’articolo 82 della Costituzione recita :

Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse.

A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi.

La commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della Autorità giudiziaria.

Dove sta scritto che una commissione d’inchiesta, che tra l’altro è un organo collegiale indaghi in una sola direzione? Nell’analizzare le dinamiche di quei giorni è impossibile non valutare la situazione nel suo complesso . Forse che il Parlamento oltre che autorizzare avrebbe indicato anche le modalità e le direzioni ? Le giustificazioni dei dissidenti sono davvero offensive. Uno non c’era, non sa, non ha visto l’apposito punto del programma . L’altro con incredibile fiducia nella capacità  delle indagini di stabilire la verità ;sapeva già come sarebbe andata a finire. Poi ci sarebbero gli assenti che avrebbero potuto fare la differenza, poi il ritardatario…In questo modo è sin impossibile che il Parlamento si pronunzi.Alla fine tra ritardi e dissidenze a chi interessa indagare sul rapporto tra polizia e cittadini? A pochi credo .Il che è grave in ogni caso, ed è un insulto al dovere civile di conoscere la verità.Certo si può recuperare  ma anche questa faccenda di Genova ,come le altre del resto,diventerà occasione di scambi,lanci di segnali e ricatti .Chi desidera che si faccia – programma o non programma – quel che è giusto e legittimo fare,s’è un po’ stancato di queste ali dissidenti e desidera un percorso piano che rispecchi la volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini che si tratti di Genova o di Welfare, di pacchetti di sicurezza o di varianti di valico,i numeri sembrano non contare più e quand’è così,altro che democrazia,governano i ricatti e la confusione mentre c’è qualcuno che ancora vuol andare a votare con questa legge elettorale.Che amarezza.

Verso l'autoregolamentazione

Verso l'autoregolamentazione

Com’era prevedibile, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Levi, ha aggiunto un comma alla Legge sull’Editoria che esclude i blog dall’obbligo di registrazione al Roc . La precedente stesura conteneva almeno due errori concettuali, vuoi per la tendenza a burocratizzare  uno strumento per sua natura libero e gratuito , vuoi per l’imposizione di un Responsabile nella figura di un giornalista professionista iscritto all’albo, il che sarebbe stato in aperto conflitto con  la nozione di diario personale,bacheca o palestra di libero confronto che dir si voglia. Questo piccolo comma inoltre, compie un passo in avanti anche nella definizione di prodotto editoriale. Una decisione di buon senso che andrebbe pubblicizzata almeno da parte di quelli che, correttamente, hanno lanciato l’allarme . Resta tuttavia fermo che anche il blog come qualsiasi altra forma di pubblica e libera espressione del pensiero , ha l’obbligo di rispettare i diritti fondamentali della persona sia sul piano penale che su quello civile: dall’onore alla reputazione, alla privacy , a maggior ragione in Rete dove la diffusione della notizia è amplificata ed accelerata più che in qualsiasi altro luogo. Il principio di responsabilità insomma va salvaguardato in ogni caso.  Di recente Stefano Rodotà durante un dibattito su Repubbliva tv , ha osservato che il quadro delle regole andrebbe rimesso ad una Costituzione per Internet che abbia la funzione di garantire i diritti chi opera in rete. Piuttosto che una minaccia alla libertà, questo potrebbe essere,un "presidio di libertà"  fondato su un codice di autoregolamentazione. Anche il ministro Gentiloni e il Garante della Privacy, nella stessa sede, hanno concordato sulla necessità di una Carta Costituente come strumento di crescita nella gestione di un bene pubblico.

Lei è un vero reazionario. E Lei un vero conformista

Lei è un vero reazionario. E Lei un vero conformista

Paolo

Egregio Guareschi,

Come ogni umorista che si rispetti – e io voglio rispettarla – Lei è un reazionario.Perciò so bene quale sarà la sua rabbia ,la sua rabbia reazionaria.Sarà la rabbia di chi vede il mondo cambiare,cioè sfuggirgli,perchè i reazionari sono degli ammalati.Degli spiriti senza piedi.So bene chi sarà esaltato e chi sarà umiliato nel suo film.Lei è a destra,difende le istituzioni perchè ha paura della storia.I monumenti non sono pericolosi.Tutt’al più sono brutti.E lei è insensibile alla bruttezza.Lei è insensibile alla bruttezza perciò ha scelto la mediocrità.E’ questa la ragione per cui se la rispetto come umorista,la rispetto meno come scrittore.E appunto perchè lei userà le armi della mediocrità,del qualunquismo,della demagogia e del buon senso,lei uscirà vincitore in questa polemica, lo so bene.Ma qual’è la vera vittoria,quella che fa batter le mani o quella che fa battere i cuori ? Stia bene

Pier Paolo Pasolini

E’ il 1962 . Pasolini ha appena finito di selezionare materiale d’archivio per un  film  La rabbia, un’opera che definirà giornalistica più che creativa, concepita in due parti distinte, la seconda delle quali affidata a Giovannino Guareschi. il Produttore è intenzionato a  mostrare il contrasto tra due diverse concezioni della storia e forse del mondo . L’idea della collaborazione seppure a distanza, aveva prodotto in Pasolini una serie di perplessità (ero seccato, dirà ) di natura ideologica. Guareschi non solo rappresentava quanto di più lontano si possa immaginare dalla concezione pasoliniana dell’intellettuale civile ma la sua opera era bollata,  e non a torto,  dalla critica di sinistra, come qualunquista e reazionaria. Il ripensamento di Pasolini (ma i dubbi  rimarranno, sopravvivendo al film) avviene sulla scorta di alcune riflessioni sul Bertoldo che in qualche modo aveva accompagnato la presa di coscienza antifascista di Paolo giovane, su Don Camillo –  un’opera qualunquista ma non pericolosa –  soprattutto sul fatto che Giovannino Guareschi s’era fatto il campo di concentramento e vi era rimasto per orgoglio. I due scrittori non entrarono mai  in contatto ma a fine lavorazione, Pasolini, dopo aver visto il materiale curato da Guareschi,ritirò la firma (che poi ripristinò) indignato :  Se Eichmann potesse risorgere dalla tomba e fare un film.Farebbe un film del genere.Fare collaborare due culture opposte talvolta è possibile. Ma forse è impossibile  mettere insieme senza collisioni, due versioni incompatibili dell’essere conservatori. La lettera di Pasolini a Guareschi cui fece seguito una pronta risposta dell’interessato, fa parte di un’operazione pubblicitaria per promuovere il film (che fu un fiasco).Un fittizio carteggio nella speranza che si scatenasse una Polemica più ampia e che entrambi i contendenti utilizzarono per marcare le distanze.Il film è stato di recente restaurato e presentato alla festa del Cinema di Roma nell’ambito di una giornata di Omaggio tributato a Pasolini. Ma al di là di ogni altra considerazione, è invece interessante osservare come l’uso del termine conservatore con il quale Pasolini definisce la propria impostazione, introduca ad una polemica di attualità giocata proprio sul conservatorismo di sinistra contrapposto al neoliberismo, sempre di sinistra, ma di recente acquisizione. La risposta di Guareschi non servì a risollevare le sorti del film che fu subito ritirato dalle sale visto lo scarso interesse del pubblico.Troppo presto per apprezzare lo stile, oggi molto in auge, di raccontare la storia utilizzando veri filmati d’epoca, con voce narrante a commentare le immagini o viceversa con immagini che fanno da contrappunto al racconto. ( in questo caso le voci erano quelle di Renato Guttuso e Giorgio Bassani). Qui la scheda del film scritta da Pasolini e pubblicata da Vie Nuove nel settembre 1962.

Egregio Pasolini,

Io borghese di destra,vedendo un negro scannare un bianco,dico “Povero bianco”.Lei dice invece “Povero negro”.E , per questa mia solidarietà di bianco alla razza bianca,Lei mi accusa di razzismo.Questo perchè Lei è un borghese di sinistra e,come tale,conformista.Le dittature non tollerano l’umorismo di cui hanno paura e,sulla soglia del tetro e sconfinato Impero Comunista ,la storia ha scritto col sangue dei milioni di assassinati : “Qui è proibito ridere”.E’ logico perciò che l’umorista Guareschi venga giudicato dal marxista Pasolini come fu giudicato da altri conformisti nel 1943 : Un sovversivo da isolare..Siamo su opposti rive,mentre la sua Rabbia risulterà in regola con il conformismo e con tutti gli ismi di moda,la mia sarà quella di chi è rimasto ciò che era trent’anni fa : un uomo qualunque pronto a battersi sempre contro il conformismo anche a costo di rompersi la testa,un uomo che difende il mondo dello spirito insidiato dal mondo ateo del materialismo e perciò non dimentica la Logica , la Storia, il Buon Senso ed è nemico di coloro che vorrebbero arare la terra dove giacciono le ossa dei nostri Morti.Non potendoLe dire “arrivederci" perchè le nostre strade vanno in direzione opposta,la prego di gradire i distinti saluti di

Giovannino Guareschi.