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Anno: 2008

In nome del popolo sovrano

In nome del popolo sovrano

 

 

Berlusconi

A suggello della vittoria, Maurizio Gasparri ci spiega che il centro destra incarna l’anima profonda del paese e la dichiarazione appare ancor più raggelante se si pensa quale centro destra Gasparri designi ad interprete compiuto del sentimento della maggioranza degli italiani. Una forza politica dai connotati anomali che  contribuisce ad ingrossare l’elenco  di molte altre, nostre, anomalie : Protezionisti, votati alla tutela d’interessi corporativi, xenofobi, proibizionisti, misogini, populisti, insofferenti alle Regole e per finire in bellezza, con un’idea labile dell’unità nazionale, accompagnata da un malcelato disprezzo per le Istituzioni e per l’amministrazione della Giustizia. Esagero? Ma no, basta entrare in un bar e tendere l’orecchio per rendersi conto di quanto ciascuno dei valori sopra elencati, sia entrato a far parte del senso comune. E se il bar poi fosse di Milano, peggio ancora, bisognerebbe aggiungere alla nota anche sentori secessionisti. Ogni analisi del voto non può prescindere da questo dato. Per convincere un simile elettorato non basta una campagna elettorale ben orchestrata, il  partito della speranza e la promessa di un mondo migliore. Particolarmente se a fronte di una stagione di risanamento e sacrifici, il centro sinistra è percepito come la causa dell’impoverimento, il cupo dispensatore di disgrazie, il distruttore del sogno di riscatto sociale. Errori commessi in aggiunta, non poteva andare che così. Per quanto detto, oggi appaiono ancora più ingenui la meraviglia o lo scandalo per le numerose gaffes di campagna elettorale, quelle che a detta di molti commentatori, anche autorevoli, avrebbero dovuto convincere gl’italiani a scegliere diversamente. Così non è stato, anzi l’indifferenza dimostrata dall’opinione pubblica, fa pensare ad un crescendo di momenti d’identificazione con il capo. Ad una forma di tacito consenso. Silvio Berlusconi sa dove andare a parare e quel che a noi sembra intollerabilmente grossier, per altri è  indizio di gran personalità e irresistibile senso dell’umorismo. Possiamo consolarci in tanti modi al cospetto del disastro  : dal materializzarsi del bipolarismo che semplifica, all’ingresso in Parlamento della prima forza riformista attestata intorno al 35%, fino al fatto di avere comunque conseguito un risultato ragguardevole essendo partiti da una posizione di svantaggio. Ma per l’appunto sono pannicelli caldi : l’avversario, bipolarismo o meno, resta quello ed oltre ad essere connotato in modo tale da non consentire il realizzarsi di  un corretto gioco democratico, in questo momento ha la forza e i numeri per governare da solo. Il vero cambiamento probabilmente dipenderà dal modo in cui  l’Opposizione intenderà quel ruolo costruttivo che in democrazia, non è ridotto alle sole ipotesi dialoganti, ma se del caso, può anche divenire forza di contrasto. Noi abbiamo l’urgenza di Riforme Istituzionali, in tal senso sembrerebbe esserci disponibilità, ma chi può dire se le promesse potranno essere mantenute. Una cosa è certa : la nostra vita cambierà, soprattutto quella di chi opera nei settori più esposti ai colpi. Ma il centro destra ha ottenuto un inequivocabile mandato ed ha il diritto di governare. Curiosamente giorni addietro mi aveva irritato il tono con il quale un certo esponente del PDL, probabile futuro ministro della cultura, aveva definito , per avvalorare una sua improbabile tesi, Luchino Visconti un radical chic . So che è una piccola cosa ma ho pensato immediatamente ad un avamposto di Barbarie in rapida avanzata. – Si ricomincia – mi son detta. E non sbagliavo.

Chissà perchè..

Chissà perchè..

….la Giuditta di Artemisia proprio stasera, mi pare una buona risposta al che fare ma soprattutto al come essere  ( metafore eh metafore… la testa nel cesto non è proprio quella e anche noi ..mica si va in giro conciate a quel modo…o si? )

In ogni caso…Riprendimi

In ogni caso…Riprendimi

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Piccolissima produzione che si deve al coraggio di Francesca Neri e Claudio Amendola ma che, tanto per dire, era tra i film presenti al  Sundance filmfestival  di Robert Redford  a Park City nello Utah,  una delle vetrine più prestigiose per il cinema indipendente mondiale. Quest’anno resa ancora più interessante dallo sciopero degli sceneggiatori che avendo compromesso l’uscita di molti film, ha costretto i buyers a piombare sul Sundance nell’ipotesi che i film presentati fossero la sola offerta per le sale fino al 2009.   Riprendimi  racconta  la disgregazione di un rapporto d’amore tra un attore e una montatrice, vissuta attraverso diversi punti di vista mentre il tutto viene filmato da amici cameramen intenzionati a fare un documentario sul precariato nel cinema .

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Film nel film dunque, un genere non nuovo e assai presente anche nelle produzioni americane. Un mockumentary, girato con due videocamere digitali e montato sul computer di casa della regista Anna Negri. Ma …la modestia dei mezzi non tragga in inganno. Professionalità, valori estetici, ritmi narrativi e intensità, non sono minimamente compromessi . Accade con le videocamere quello che una trentina di anni fa è già successo con le produzioni in super8 che da una parte allargavano a tutti la possibilità di fare film e dall’altra, liberando il linguaggio cinematografico da molte finzioni e sovrastrutture , conferivano maggiore immediatezza e realismo alle immagini. Qui il risultato è  un film bello e nevrotico, volutamente inconcludente come tutti i suoi protagonisti ingabbiati in un’eterna giovinezza, invariabilmente rappresentata dal rifiuto caparbio di ogni responsabilità. ( la bella signora bruna dell’illustrazione di mezzo è Anna Negri) 

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Riprendimi è un film di Anna Negri. Con Alba Rohrwacher, Marco Foschi, Valentina Lodovini, Stefano Fresi, Alessandro Averone, Marina Rocco, Cristina Odasso, Francesca Cutolo. Genere Drammatico, colore 96 minuti. – Produzione Italia 2008. – Distribuzione Medusa