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Mese: Gennaio 2008

A new beginning

A new beginning

Il nuovo anno si apre con Hillary Clinton che il tre di gennaio affronterà la prima sfida delle Primarie in Iowa e qualche giorno dopo in New Hampshire. Statistica vuole che il candidato vincente in questi due stati abbia il 50% delle probabilità di diventare Presidente degli Stati Uniti e questo spiega la grande attenzione dei media  quantunque l’area non conti più dell’ 1% della popolazione americana  e si presenti scarsamente rappresentativa nella sua composizione, col 96% di bianchi in Iowa e qualche decina di migliaia di ispanici ai quali la clandestinità non consente diritto di voto.In ogni caso a giugno il Sud Dakota chiuderà la tornata, nel frattempo  significativo  sarà il risultato ottenuto il giorno cinque di febbraio – il super martedì – in cui le consultazioni per scegliere i candidati da mandare alle convenzioni si terranno in diciotto stati.La vera e propria campagna elettorale tra i due prescelti comincerà invece dopo le Convenzioni Nazionali che si terranno a settembre.Il nuovo Presidente sarà eletto il quattro di novembre contestualmente si terranno le elezioni per rinnovare un terzo del Senato e tutta la Camera dei rappresentanti  , salvo contestazioni, riconteggi e sentenze della magistratura , l’ eletto entrerà in carica dopo due mesi : a gennaio del 2009.Solo se il partito vincitore conquisterà la maggioranza del Congresso insieme alla presidenza sarà possibile uscire dalla attuale situazione di stallo dissipando il clima d’incertezza che regna nel Paese dopo le elezioni del 2006 e che è destinato a durare almeno per tutto il 2008.Incertezza nell’economia e nei mercati finanziari scombussolati dalla crisi di agosto con lo scoppio della bolla immobiliare. E  seppure  la produzione è in crescita e i consumi si mantengono forti, concreti sono i rischi di recessione dovuti all’inflazione che a novembre ha superato il 4% e alla mancanza di liquidità dovuta all’immenso debito pubblico. Senza considerare gli esiti devastanti di provvedimenti dell’amministrazione Bush in materia fiscale con i ricchi tassati al 19% contro il 31% del resto della popolazione. Più grave è l’incertezza politica, nonostante i democratici contino una solida maggioranza alla camera dei rappresentanti e una più esigua al senato, non riescono egualmente a contrastare l’ostruzionismo repubblicano,tantomeno il veto presidenziale.In questa situazione è impossibile per i democratici dar corso al programma elettorale,col risultato che se la sfiducia nel Presidente è ai minimi storici (28 %) anche quella nel Congresso non scherza (21%).Di questo clima di sostanziale paralisi hanno fatto le spese il programma di risparmio energetico e l’assistenza sanitaria per i bambini (due volte bocciata).Sfuma così anche la speranza di definire la questione delle guerre in Iraq e in Afghanistan  mentre appare sempre più evidente il fallimento americano della strategia di lotta al terrorismo. Ai cittadini statunitensi non resta che aspettare senza poter coltivare altre speranze che  la definitiva sconfitta repubblicana in novembre . L’anno ,si diceva , comincia con Hillary Clinton e con lo slogan della sua campagna : A new beginning. Che la fortuna l’assista.