Un mare di detriti
Strano modo di concepire l’Informazione come indispensabile e preziosa, nel momento in cui s’incarica di fare da cassa di risonanza alla Versione Ufficiale, e irresponsabile – anzi indecente – quando manifesta un punto di vista differente rispetto alle martellanti celebrazioni governative con soccorsi e soccorritori tempestivi, angelici ed efficientissimi.
A dire il vero non se ne può più. In questo paese ogni minimo tentativo di comportarsi come una comunità coesa, responsabile e pensante, annega invariabilmente in un mare di retorica. E se sopravvivesse ancora qualche dubbio sulle intenzioni del governo di servirsi del terremoto per trasformare le operazioni di soccorso, nell’ ennesimo miracolo dell’Era Berlusconi ter, basterebbe leggere le reazioni indispettite nei confronti di una trasmissione televisiva che si è solo limitata a denunziare alcune disfunzioni attraverso le testimonianze dirette di chi ne ha dovuto sopportare i disagi, per tirare le conclusioni del caso. C’è dietro a tutto questo furore , un’idea di pubblico servizio da riconsiderare. O magari di Pubblico tout court
Ma peggio del consueto ricatto che oppone la generosità dei volontari o lo spirito di servizio delle forze dell’ordine al fatto che, ancora fino a ieri, mancavano l’acqua e le stufe nell’ospedale da campo di Piazza d’Armi – come se tra i due eventi ci fosse relazione – c’è solo questa insensata richiesta di silenzio – taccia la politica, tacciano le voci dissonanti – Godiamoci quest’altra favola bella del paese solidale e unito di fronte alla furia di elementi talmente imperscrutabili da rendere inutile la seppur minima forma di prevenzione.
Centotrenta sono i comuni abruzzesi colpiti dal sisma, di molti non conosciamo nemmeno il nome, nonostante le numerose troupes e la consistente squadra di inviati di stanza in zona, troppo impegnati a segnalare le mosse del presidente del consiglio che consola gli afflitti e glissa sulle responsabilità. Lui non ha la bacchetta magica ma voi inviate i quattrini e soprattutto non pensate alla politica. Chissà di che materia sono fatte le virtù civili tanto care ai media di questi tempi.