La Puglia migliore
Vedo – con enorme piacere – che gli elettori pugliesi non si sono lasciati irretire dal fascino delle geometrie d’apparato o dagli arzigogoli dei retroscenisti. Ancora qualche ora fa, per dire, qualcuno vaneggiava possibili ricadute della vittoria di Vendola sull’elezione di D’Alema a presidente del Copasir.Francamente un po’ troppo.
Più semplicemente, credo che la stragrande maggioranza dei i cittadini abbia scelto premiando, da una parte l’esponente affidabile ed appassionato di un progetto funzionale, dall’altra i buoni risultati ottenuti come governatore . Escludo che tante persone si siano messe in fila per infliggere un duro colpo a D’Alema , la cui mozione congressuale, da quelle parti, aveva peraltro stravinto non più tardi di tre mesi fa.
Di sicuro il fatto che l’elemento di continuità, al cospetto di una prova di buon governo, non abbia nemmeno sfiorato il dibattito che ha preceduto le consultazioni, è stato letto come l’indizio che non ci fosse altro motivo per la non riconferma, se non quello che Vendola fosse sgradito all’UDC.
Probabilmente non una bocciatura dell’alleanza di per sè ma del modo di essere in un’ alleanza.
Dura lezione ha commentato qualcuno. Vedremo come il PD saprà mettere a profitto la débâcle del proprio candidato. Certo è che in Puglia non si è manifestato ieri alcun fenomeno inatteso .Si sa che nel combinato disposto Partito Federale – almeno nelle pretese – e Primarie, con un vero confronto, non c’è rischio di esiti scontati.E il meccanismo obbliga l’apparato centrale a dimensionare il proprio apporto nelle scelte.
Vinta la battaglia, bisognerebbe abbandonare ogni sorta di revanche e vincere anche la guerra. Un’ affermazione così forte di democrazia non può essere onorata altrimenti. La Puglia migliore – come da (bella) campagna vendoliana – ora ce la deve fare.