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Mese: Agosto 2010

Armiamoci ( e cerchiamo di partire)

Armiamoci ( e cerchiamo di partire)

Il problema  – visto che, a quanto sembra, si dovrà  inaugurare la stagione del door to door –  sarà spiegare ai cittadini  la storia delle nuovissime architetture elettorali,  ovvero del come mai, pur essendo  ogni ipotesi di alleanza, larga intesa, ampia convergenza o quel che è, finita in litigi disastrosi, se non peggio, di questo gradito ritorno al Cartello.


Non che sia impossibile , intendiamoci, trovare punti programmatici in comune che coinvolgano dai futuristi ai rifondanti ai  verdi passando per Rutelli, ma sarebbe utile sapere quali potrebbero essere, visto che su economia, welfare, giustizia, federalismo, temi cosidetti sensibili e finanche in materia di legge elettorale, le posizioni ( e le culture ) delle diverse componenti sono, almeno per il momento, assai distanti.

Posso credere allo spirito del patto con chi ci sta. Ma per poter apprezzare meglio vorrei sapere soprattutto a fare cosa


Dopo lettere, cartoline e dichiarazioni fumose, l’unico obiettivo unificante e percepibile rimane il togliersi dai piedi Berlusconi. Cosa buona e giusta, nostro dovere etcetcetc ma francamente un po’ poco ai fini di un futuro, stabile e  virtuoso governo.

Ergo, il knocking door e le  Primarie – niente affatto scontate –  da soli non bastano, ci vuole il Progetto che spero non dover ricevere per lettera o per comunicato ma al quale mi piacerebbe, come credo tutti, contribuire.

Come una Fabbrica alla Vendola insomma. Un po’ d’allenamento prima della corvée su e giù per le antiche scale. Magari oltre che il fiato ci torna pure l’entusiasmo.


La foto della fanciulla che avendo ritrovato l’entusiasmo bussa a due mani, è di Daniel 77


New Dawn

New Dawn

Questa  lunga colonna  di automezzi che mercoledì notte si è messa in marcia verso il Kuwait,  appartiene alla 4th Stryker Brigade, ultima divisione di fanteria statunitense a lasciare la zona di operazioni in Iraq.


La rovinosa avventura denominata  Iraqi freedom  finisce così, senza che nessuno degli obiettivi a suo tempo strombazzati dall’arroganza neocon, sia stato raggiunto. Non la Libertà, non la democrazia, tantomeno la sconfitta del terrorismo


E poichè la guerra non può davvero considerarsi finita, nemmeno la pace.


Foto dal sito ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti.

Se fosse un film

Se fosse un film

 

Se fosse un film potrebbe cominciare  con l’espulsione dei Disobbedienti,  proseguire con la riunione in sala Alcide De Gasperi – come dire che alle volte di aggiungere, tirando per la manica lo spettatore, proprio non c’è bisogno – dei Futuristi di Fini con l’ MPA,  L’Api di Rutelli e l’UDC di Casini, chiudersi – almeno il Primo tempo –  con l’immagine del tabellone qui sopra.


 

Tutto ciò omettendo volutamente l’Aula che oramai ci regala solo immagini di repertorio tra risse, insulti, ovazioni, goliardate ( anche se il cameo della Santanchè  che chiama aiuto mentre Martinelli e Di Biagio provano, senza riuscirci, a darsele, tenterebbe qualunque sceneggiatore in vena di effettacci)


 

Dunque si diceva del  tabellone. Alla fine, in barba ad ogni congettura ed interpretazione della vigilia,  l’unico a funzionare davvero, resta il conto della serva : i numeri dicono che il governo non è più autosufficiente. E che presto o (non tanto) tardi si tornerà a votare.


 

Comunque vadano le cose, la rutilante avventura del PDL finisce inciampando su uno dei valori, soi disant,  forti, fondativi .

Un grave errore strategico, lamenta  l’area più liberale del Fronte Interno che evidentemente non reputa prioritario l’aspetto strettamente politico dell’intera vicenda.


Data per scontata l’impossibilità  di manifestare dissenso all’interno di un partito detto delle Libertà aka dell’Amore, costituito  oltretutto  da forze  eterogenee, l’unica preoccupazione di costoro sembra essere il danno d’ Immagine per il  Capo che, nonostante le proposte dialoganti e pacificatrici di Fini, ha comunque ritenuto opportuno procedere all’epurazione.


Questione irrilevante, visto che mai come in questo caso, la figura di Silvio Berlusconi è apparsa per quel che realmente è : un autocrate stizzito.


Il secondo tempo resta tutto da scrivere ma sugli scenari futuri qualche previsione si può sempre azzardare.


Intanto nel parapiglia, quasi tutti si sono dimenticati del Presidente della Repubblica che potrebbe risolvere l’anomalia del Governo che – senza più prospettive di scudi giudiziari e col Legittimo Impedimento al vaglio della Consulta – vuole andare subito al voto, mentre l’Opposizione tutta –  vuoi per problemi di alleanze da mettere in campo, vuoi perchè con questa legge elettorale il voto sarebbe un inutile esercizio –  preferirebbe una fase di transizione.

Sciogliere le camere sarebbe nella disponibilità esclusiva del Capo dello Stato ma perchè ciò accada, bisogna che la situazione si presenti senz’altra via d’uscita che il ricorso alle urne. Di soluzioni ce n’è un assortimento. Magari sbaglio ma qualcosa mi dice che Giorgio Napolitano le proverà tutte.


Nelle more di queste eventuali formulazioni alternative, altro non v’è che  l’amaro calice del logoramento o come preferisce definirlo Berlusconi, dello stillicidio. Non una grande prospettiva per l’Esecutivo che vede seriamente compromesso il buon esito di provvedimenti per i quali ha investito gran parte della legislatura, ne’ per un Paese che avrebbe urgente bisogno di essere stabilmente governato.


Arrivati a questo punto, se davvero fosse un film  –  non lo è, anche se talvolta pare proprio d’essere al cinema – allo sceneggiatore potrebbero sorgere dubbi sul taglio da conferire al finale.


Abituati al peggio e demotivati  – per dirla con  Bertolucci – come siamo, happy end possibili  se ne intravedono pochi.

Sarà per via di questo spiazzante rimescolamento di buoni e cattivi o per il profilarsi all’orizzonte dell’eterno dibattito sulle alleanze, sul leader, sul programma che l’idea di togliersi Berlusconi dai piedi, da sola non basta a restituirci il sorriso.

Vada dunque per il (faticoso) finale aperto. A patto però che sequel e  remake siano categoricamente esclusi dai contratti.