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Anno: 2017

Frigni sogghigni e svenimenti

Frigni sogghigni e svenimenti

L’hanno  chiamato Romanzo di Formazione (di una sindaca o  di una classe dirigente)  sebbene non sia chiaro perché offrire stage gratuiti ad aspiranti amministratori   dovrebbe commuovere  i cittadini costretti a pagare cara  la retta del Corso di Studi e a cui viene richiesta la pazienza di aspettare che l’Onestà, contropartita – dicono –  dell’Inesperienza, produca i promessi risultati.

 

Intanto il tempo passa e  tutta quest’aria de manica larga  al cospetto di strafalcioni, strambate e fregnacce  impensierisce assai più della vicenda giudiziaria, dei Contratti col Risarcimento, delle Polizze Vita e, di recente, anche della spifferata, immancabile,  liaison sentimentale col Sottoposto.

 

Il fatto è che la  brigata degli scolaretti  stellati  bazzica il Campidoglio dal 2013 e in capo a quattro anni, di norma sufficienti  a capire anche i conti, le dinamiche e i regolamenti  più complicati,  non ha trovato di meglio, una volta conquistato il Palazzo, che affidarsi a burocrati di terza fascia  per  scelte strategiche che nessuno dotato di buon senso  e di un minimo di conoscenza della città delegherebbe ad esponenti di un Apparato da riformare piuttosto che da promuovere con ruoli chiave e stipendi moltiplicati. I casi Marra e Muraro sono a parte, lì la fascia era alta almeno quanto la discutibilità dei personaggi.

 

Ma questo succede dominando oramai la disgraziata convinzione che capacità politiche e amministrative non siano requisiti essenziali  per una  rappresentante del popolo al quale si è richiesta esclusivamente la fedina penale pulita e una buona dose di improvvisazione, nel  caso corredata da un curriculum abborracciato in cui brillava soprattutto l’essere stata a bottega da legali noti per le contiguità con la destra cittadina e una certa capacità di schiamazzare quand’era all’Opposizione (altri della sua parte, meno fotogenici, avevano fatto meglio e magari meritavano di più)

 

Ma che fa ?A cosa servono Disciplina e Onore  quando a tutto deve pensare il Proprietario e i Prontuari distribuiti dal Settore Comunicazione?.

 

Così ad ogni inciampo, la sindaca si guarda bene dal produrre spiegazioni dignitose mentre sfodera un repertorio variegato che, dagli svenimenti in Procura, alle risatine isteriche durante le interviste, alla lacrimuccia ben piazzata, al tono assertivo con cui minaccia – noi andiamo avanti ! – l’intera popolazione, completa il quadro della donnetta volgare che si è ritrovata casualmente per le mani un mandato di cui sa disporre solo a sproposito.

 

Gli esiti delle inchieste a questo punto interessano quel tanto, comunque vadano le cose la già esile speranza di vedere affrontate almeno le questioni più spinose è perduta, mentre la spiacevole sensazione di una città abbandonata a se stessa per un tempo che oramai non si recupera più, non contribuisce certo ad alimentare la Fiducia.Che peccato, una giovane donna al comando avrebbe potuto significare molto. E invece niente : imbrigliata com’è dai suoi molti legami, più che spargere bouquet di fiori nella Sala degli Arazzi non potrà.

 

Nell’illustrazione Giovanni Malagò porge il baciamano (dopo il Gran Rifiuto) che  la sventurata riceve con l’aria compiaciuta del grande evento.

 

 

Farewell

Farewell

 

Togliamoci il pensiero : questi due ci mancheranno. Belli, patinati, fotogenici, oratori eccezionali entrambi ma sopratutto incarnazione, in ogni loro momento raccontato o fotografato, di un autentico cambiamento.

Di qui a poco in Pennsylvania Avenue arriverà un nuovo presidente e invariabilmente per l’America e per noi tutti si aprirà tutt’altra epoca.

Quella avventurosa di Obama era cominciata così :

Niente di importante è mai accaduto in questo Paese se non quando qualcuno, da qualche parte, è stato disposto a sperare . Ci sono persone disposte a lottare quando si sentono dire «No, non potete», e loro rispondono invece «Sì, noi possiamo». È così che questo Paese è stato fondato. Un gruppo di patrioti che dichiarava l´indipendenza contro il potente impero britannico; nessuno pensava che avessero la minima chance, ma loro hanno detto: «Sì, noi possiamo». È così che schiavi e abolizionisti hanno resistito a quel sistema perverso, ed è così che un nuovo presidente ha tracciato una strada per fare in modo che non rimanessimo metà schiavi e metà liberi. È così che la più grande delle generazioni ha sconfitto Hitler e il fascismo, ed è riuscita anche a tirarsi fuori dalla Grande Depressione. È così che i pionieri sono andati ad ovest quando la gente diceva che era pericoloso; loro dicevano: «Sì, noi possiamo». È così che gli immigrati si sono messi in viaggio da Paesi lontani quando la gente diceva che il loro destino sarebbe stato incerto, «Sì, noi possiamo». È così che le donne hanno conquistato il diritto di voto, i lavoratori il diritto di organizzarsi, è così che giovani come voi hanno viaggiato verso sud per marciare, fare sit-in e andare in galera, e qualcuno di loro è stato picchiato e qualcuno è morto per la causa della libertà. Ecco, così  è  la speranza.

 

Otto anni e due mandati presidenziali dopo, il cerchio si è chiuso con lo slogan di sempre  e con un’idea di speranza e di fiducia che per funzionare deve trasformarsi in Volontà e Impegno :

 

La nostra democrazia è minacciata quando la consideriamo garantita. Quando stiamo seduti a criticare chi è stato eletto, e non ci chiediamo che ruolo abbiamo avuto nel lasciarlo eleggere.

Vi chiedo di avere fiducia, non nella mia capacità di portare il cambiamento ma in voi stessi. Vi chiedo di restare aggrappati a quella fiducia scritta nei nostri documenti fondanti, a quell’idea sussurrata da schiavi e abolizionisti… dagli immigrati… da coloro che hanno marciato per la giustizia, piantato bandiere su campi di battaglia stranieri e sulla superficie della luna. Un credo fondante per ogni americano dalla storia ancora non scritta “yes we can, yes we did, yes we can”. ( sì possiamo, sì lo abbiamo fatto, sì possiamo).