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In bilico (abbiamo i numeri ma un po’ li diamo)

In bilico (abbiamo i numeri ma un po’ li diamo)

Finocchiaro --240x240L’Iperlettura sembra essere lo strumento chiave in questi giorni di inutili colpevolizzazioni e fantasiose  ipotesi complottiste.Così, se D’Alema in calce ad un’analisi politica sui rischi che procurano alla stabilità di Governo, posizioni eccessivamente ideologizzate,afferma che una sinistra così non serve,trovo logico che le agenzie rilancino, un po’ meno che Diliberto risponda che “Senza di noi non si governa”.Certo che no.Nessuno lo ha mai messo in dubbio.Peccato che senza governo si governi ancor di meno.Altra menzione speciale meritano quelli che si disperano dinnanzi ai famosi dodici punti, ora perchè mancano i Dico, ora perché non si fa cenno alla revisione della legge 30.Se è per questo mancano un sacco di altre cose, ma i dodici punti non annullano l’attività pregressa del Consiglio dei Ministri che in merito ai DICO ha già deliberato rinviando alla discussione alle Camere,non è peregrina dunque l’ipotesi, di trasformare la legge sulle coppie di fatto da Iniziativa del Governo a Iniziativa del Parlamento,liberando così quella parte di consensi che le forze laiche presenti nel centrodestra,hanno fin qui negato per questioni di opportunità politica e non per reale convincimento.Quanto alla legge 30 non mi sembrava fosse comunque prioritaria nell’agenda del governo,tuttavia nessuna  acquisizione di stampo centrista, potrà impedire al Ministro del Lavoro di continuare il suo puntuale lavoro di verifica sulla corretta applicazione della legge, attraverso l’invio di Ispezioni che nel caso di specie, sono accessi di polizia giudiziaria e che non hanno mancato di produrre consistenti risultati nell’ultimo anno,ne’ quanto già programmato circa l’assunzione dei precari nella Pubblica Amministrazione potrà essere disatteso.Quel che ho visto e letto in questi giorni m’incoraggia a pensare che una stagione intensa di riforme quantuque indispensabile, non sarà sufficiente e che nemmeno la nascita di nuovi partiti,potrebbe liberarci dal cancro di un dibattito politico scivolato davvero in basso.Ma davvero noi pensiamo che un patto articolato in dodici punti ,condizione necessaria per ripartire, non necessiti di un Garante?E chi meglio del Presidente del Consiglio può incarnare quel ruolo?Lo chiedono le nuove acquisizioni ma lo chiede anche il Presidente della Repubblica.E allora perchè scandalizzarsi  o addirittura pensare a ipotesi da Cancellierato se al punto 11 e 12 Prodi avoca su di se una delle sue prerogative, cioè quella di esprimere la posizione del Governo ? Spiace che qualcuno pensi che bastino un Follini,un accordo in dodici punti e un Premier Garante a cancellare la Storia della Sinistra a ridimensionare il ruolo dei movimenti a veder sparire la Questione Sociale dalla faccia dei nostri progetti.Se l’ancora di salvezza è piantata al centro come lamenta Gabriele Polo sul  Manifesto di oggi, la colpa non è di oscure trame o di conventio ad escludendum,il motivo è tutto politico e sta a noi rimuoverlo : siamo in bilico ma quel che è peggio in questo momento non possiamo nemmeno cadere,pena la perdita ,stavolta si,delle nostre aspettative migliori  e in ogni caso dei nostri sogni :pace,diritti,uguaglianza tornerebbero nel cassetto.Per molti anni.

Le Ceneri

Le Ceneri

Il mercoledi delle Ceneri era cominciato con i titoli dei giornali ( Maggioranza oppure a casa) poi, un paio di indiscrezioni in tarda mattinata: una, secondo la quale Pininfarina si sarebbe recato al Senato su un’automobile messa a disposizione da Piero Fassino e l’altra che Cossiga, a suo stesso dire,tra le molte telefonate di pressione, alla vigilia del voto, avesse ricevuto, anche quella di Silvio Berlusconi,  preoccupato di un prematuro scivolone di Prodi.Delle due, solo la prima è stata smentita dalla segreteria di Fassino.Quanto alle ore successive, i passaggi salienti della relazione di D’Alema, poi la votazione, le dimissioni, nulla ci è potuto sfuggire : un fiume di parole,congetture, interviste, indiscrezioni e approfondimenti si è riversato su di noi  tentando l’impossibile quadratura  tra scenari futuri, dietrologia e caccia ai “colpevoli".E’ la legge elettorale,sono i dissidenti, è Pininfarina – ma no : è stato Andreotti – Grottescamente il governo cade su una  politica estera largamente condivisa,persino il titolare del dicastero è tra i più apprezzati. Che strazio le prove di forza : nessuno vince mai.Di sicuro non ha vinto l’ipotesi di exit strategy o il ritiro dall’Afghanistan che oramai diventerà merce di scambio di futuri accordi ,di sicuro non vincono i DICO, meno che mai i precari,i disoccupati,le comunità di Vicenza e tutte le aspettative riposte in questo governo che arriva dopo i cinque anni peggiori della vita di questo paese e che abbiamo giudicato fin dalla prima settimana d’insediamento, come se fosse in carica da anni.Non si può fare una legge contro il populismo e l’impolitica,non si può nemmeno fare un referendum per mandare a casa il qualunquismo e nemmeno decretare contro gli Ossimori, primo tra tutti quel “di lotta e di governo” che nessuno è stato fin qui capace di coniugare su di un piano diverso  da quello  della contrapposizione.Nei sondaggi,gli elettori che stentano a capire, vanno a collocarsi   tra gl’incerti oppure passano direttamente alla sponda avversaria.Dalla nostra oramai c’è solo il fatto che nessuno vuol andare a nuove elezioni.E il bello è che da questa impasse, solo Romano Prodi ha la capacità di tirarci fuori.