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Venerati Maestri

Venerati Maestri

La tesi di fondo è che la cultura italiana specie quella “alta” oramai fa ridere. Fanno ridere i film leccatissimi di Bertolucci, il soprannome Asor Rosè e fortemente si sospetta che Umberto Eco sia invidioso dei successi economici di Dan Brown.Finiscono per diventare comiche anche le suggestioni ultraviolette del catalogo Adelphi,le scomuniche intellettuali de il Foglio,i testi misteriosofici di De Gregori,l’imperituro birignao sinistrese e i crociati della domenica che il Professor Pera ha immerso nel gran bagno della Controriforma post-moderna.Beato il popolo  che non ha bisogno di maitres à penser ma siccome in Italia ce n’è un sacco e una sporta,tanto più attirano gli sberleffi  quelli che grazie al “conformismo diffuso”,ancora credono poveracci,di fare moda,tendenza,opinione.Di qui la necessità di guastare la festa all’ipocrisia inaugurando un genere d’iconoclastico divertimento.Arbitrario per sua natura è il lavoro di scuoiamento e destrutturazione dell’oligarchia culturale ma lungi dall’ingaggiare dispute soporifere,l’idea di Edmondo Berselli,autore di questo irresistibile “Venerati Maestri” è che questa operazione si possa fare tra amici,in sguaiata letizia,all’osteria o magari intorno ai tavoli di quei caffè dell’Emilia Profonda dove spaccare il capello e la conseguente virtù denigratoria raggiunge il sublime,recando seco soggetti e canovacci,personaggi e interpreti,tiritere e tormentoni,mosse e ingegni di scena.E dunque a proposito dell’egemonia  ci si può immaginare e sceneggiare una molto severa riunione all’Einaudi dei tempi d’oro,oppure affidarsi al professor Sartori per squadernare lì per lì una pìece sulfurea sulle cattedre e i pulpiti del liberalismo fasullo.Ricco è l’elenco delle vittime raffigurate con pregiudiziale irriverenza dal naso grifagno di Bobbio alla bianca acconciatura elegantissima di Giulio Einaudi,alla  faccia gialluta di Renzo De Felice.Ampia è pure la gamma dei trattamenti, dalle astruserie esoteriche di Battiato a quel catologo ambulante di citazioni e battute che è l’ex ministro Martino.Il punto è che i metri di giudizio critici non sono più quelli di una volta ed è qui che Berselli lascia irrompere sulla scena gomito a gomito con Venerati Maestri i finti intrusi e cioè gli eroi casuali dell’Immaginario Pop : I Pooh,l’intercettese di Ricucci,Dolce & Gabbana le dinamiche relazionali di Moggi e la sovrarealtà di Dagospia.Questo perchè nella vita collettiva l’auctoritas fa oramai cortocircuito con i “messaggi” della cultura di massa e non c’è più nemmeno tanta differenza tra la finta gravidanza della Bertè a Sanremo e l’estro  apocalittico dell’economista Modigliani tra il sorriso di Cacciari che  cita Goethe e quello che muove la saga Sottile-Gregoraci. Chi e cosa si salva? Flaiano,Amarcord,Dino Risi,,Guccini;Monicelli,la Provincia Avveduta e dimenticata,un po’ di Montanelli,il keynesismo di Fantozzi e Nicola Matteucci.Personaggi comunque  che non si prendevano e non si prendono troppo sul serio ma soprattutto quelli che sia pure per un attimo per la loro vita abbiano avuto un guizzo antiretorico e gridato Il Re è Nudo! smontando così la prosopopea irriflessiva dei Venerati Maestri.Di assoluto buonsenso d’altra parte è l’invito a considerare le differenze che passano in campo intellettuale tra genio e talento e di farsi venire il dubbio che molti talenti si esprimono al culmine di inconfessabili problemi personali egocentrismi,debolezze,folgorazioni.Molti hanno cominciato a sentirsi maestri quando “hanno visto la Madonna” e alcuni come il sacro elefante Giuliano Ferrara,continuano a vederne troppe .Il che può sempre accadere,il fatto è che ogni volta succede con immenso fervore e apocalittica gravità.Tanto vale prendersi un po’ in giro e citare Arbasino secondo cui nel mercato truccato dei supposti “influenti” si passa fin troppo agevolmente dalla categoria giovanile bella promessa a quella di solito stronzo.Sul tutto la fine dei codici estetici condivisi e la norma che al giorno d’oggi vale soltanto ciò – che – piace.Bella la conclusione del libro :

“Dovrebbe essere chiaro ma lo metto per iscritto perchè non si sa mai,che i personaggi di questo libro non sono che una trasposizione simbolica delle loro figure reali”

Venerati Maestri sottotitolo : operetta immorale sugl’Intelligenti d’Italia è un libro di Edmondo Berselli edito da Mondadori.

Piero litaliano (deh te, ma te perchè non ti ompri un sassofono?)

Piero litaliano (deh te, ma te perchè non ti ompri un sassofono?)

Ha tutte le carte in regola
Per essere un artista:
Ha un carattere melanconico,
Beve come un irlandese.
Se incontra un disperato
Non gli chiede spiegazioni…

Si accorge del fotografo ma non fa in tempo a sottrarsi e allora  l’unica espressione possibile diventa un “maddai no”. Lui è Piero Ciampi uno che è riuscito nell’impresa di NON diventare un mito nemmeno da morto benchè insieme a Gianni Marchetti, l’unico che riuscisse con le sue costruzioni musicali a domare i versi di Ciampi, abbia scritto alcuni capolavori,primo fra tutti “Tu no“. Le (scarne in verità) biografie, raccontano storie di fallimenti e di conflittualità con il mondo musicale,di fughe e vagabondaggi tra Parigi e Stoccolma,di alcolismo,abbandoni e sfuriate con amici e colleghi.Ma al di là delle canoniche suggestioni proprie delle storie che accompagnano l’ artista “maudit",Piero era un’anima scorticata,i molti perchè sono tutti nella sua poesia,nei suoi versi rotti nel modo così composto eppure così forte di porgerli.Amo molto questa registrazione contenuta nell’album Inediti e che risale al Premio Tenco del 1976.

Buio in sala e base registrata già partita, Piero non compare sul palco; è nel camerino a bere e a parlare con Amilcare Rambaldi. Alla fine arriva barcollando, parte qualche fischio e immancabilmente parte anche Piero..

Taci tu, parla quando te lo dico io perchè, scusami, se tu vuoi parlare vieni qua: io rischio, te no.” Subito dopo, però, com’era nella sua natura signorile e sollecita : “Però non te la prendere come un’offesa, prego”; seguono gli applausi. Ad un altro isolato fischio, interrompe la canzone e urla in puro livornese: “Dè, ma te perchè ‘un tìompri un sassofono?”.Poi canta la sua canzone,che poi è “Il giocatore” si stacca sorridendo dal microfono, fa un passo di lato e si inchina Così scompare Piero Ciampi; è la sua ultima esibizione davanti ad un pubblico

Io non ho lasciato il mio cuore
A San Francisco,
Io ho lasciato il mio cuore
Sul porto di Livorno.
Le luci si accendevano sul mare,
Era un giorno strano:
Mi rifiutai di credere che fossero lampare

 

Unusual

Unusual

unusual

Maria Antonietta Sisini, racconta di essere stata alla fine contenta dell’indisponibilità di alcuni cantanti a partecipare alla realizzazione di Unusual poichè il dieniego, l’ha obbligata a proseguire la ricerca in direzione di artisti più vicini al modo di intendere la musica di Giuni Il risultato infatti è pregevolissimo,assai diverso dal semplice duettare con una registrazione.
C’è Un’ estate al mare, del 1982, riproposto in una versione remixata da Megahertz, Toni Childs in Morirò d’Amore interpreta la passione e l’ammirazione per Giuni; riuscitissimo il remix  dell’estro colto e irriverente di Caparezza di Una vipera sarò, brano già all’avanguardia e geniale nel 1981; in Moro perché non moro è Lene Lovich che canta in italiano insieme  alla voce di Giuni. Con Franco Battiato, amico e autore di alcune delle sue più belle canzoni, si riascoltano il bellissimo Aria siciliana e La sua figura, in cui Battiato interviene con grande discrezione e rispetto sull’interpretazione originale. “Illusione” di Vladimir Luxuria “Giuni aveva un lato ironico che la gente non conosce”
Giuni ha da sempre desiderato cantare con altri artisti, lo considerava intelligente, divertente – continua Maria Antonietta Sisini, che ha curato e prodotto Unusual -. Da qui il mio totale impegno alla realizzazione di un desiderio che Giuni non ha ottenuto nella sua breve vita“.
Un anno di intenso lavoro per aggiungere questa opera alla discografia di Giuni. Il dvd allegato, con la registrazione di 11 brani, tra cui Lettera al Governatore della Libia, Nada te turbe, Vieni, L’attesa, va ad arricchire la documentazione video, già iniziata con la pubblicazione di Mediterranea Tour (settembre 2005)