Allarme sociale

Allarme sociale

La decisione della Procura di Roma di indagare il direttore di Diario, Enrico Deaglio, per un reato, “la diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”,  emana lo sgradevole sentore del codice Rocco. Libro e Dvd- inchiesta sono stati scandagliati a dovere e ne sono emersi, in questi giorni, i punti deboli.Tuttavia nessuno, a quanto sembra, è ancora riuscito a spiegare come mai il crollo del numero schede bianche si sia verificato in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Ma ammettendo pure che l’inchiesta giornalistica non sia stata condotta alla perfezione (cosa che è da provare ) e non abbia risposto ai criteri anglosassoni reclamati da Giuliano Amato e che gli autori siano giunti a conclusioni sbagliate, in cosa consista la fattispecie di “allarme sociale” non  è del tutto chiaro.Se dovessero affermarsi i criteri stabiliti dalla Procura di Roma, dovremmo cominciare dedicare una Sezione Speciale, per tutti i giornalisti che esagerando,per esempio, con le notizie sull’influenza,la mucca pazza e la Sars hanno messo in agitazione migliaia di persone .E’ vero che i giornalisti non possono scrivere impunemente cose false, ma il ricorso alla fattispecie generica  delle notizie “esagerate e tendenziose” va ben oltre i reati di diffamazione e relativi procedimenti civili di risarcimento danni. La verità è che l’inchiesta giudiziaria sull’inchiesta giornalistica, sa di paternalismo e di censura e come se non bastasse, di pregiudizio.In tutta questa storia infatti ,rimane in piedi un dubbio : come mai se Deaglio denunzia i brogli viene indagato e se la stessa denunzia fa Berlusconi con CDL al seguito,come è accaduto dopo il 9 aprile, non succede niente?

A tappo

A tappo

La perdita d’entusiasmo dovrebbe essere annoverata tra i  reati gravi.Se così fosse, in questo momento io sarei colpevole.Ho riaperto con poca voglia e forti permangono i dubbi sul prosieguo di questa esperienza, non fosse altro perchè quando non puoi più dire quel che è giusto sotto gli occhi di tutti, significa che non sei nemmeno un buon “testimonial”per Giuste Cause.Allora tanto vale tacere.Tuttavia siamo qui in carne e alias, armi, bagagli e links .Chi vuol leggere le ultime stupidaggini scritte, può andare qui (siamo sempre in doppia copia).Non so come finirà,nel frattempo siate i benvenuti a tutte le ore e per qualsiasi cosa vi salti in testa.

Gente di Dublino

Gente di Dublino

dublino

Questa è la foto dell’Irlanda che in assoluto amo di più. E’ il 1922, questi uomini in borghese appartengono all’Irish Repubblican Army  e stanno pattugliando le strade di Dublino mentre alle loro spalle i passanti a piedi e in bicicletta non appaiono affatto preoccupati della loro presenza.Gente di Dublino con altra gente di Dublino.Analoghe scene ho visto molti anni dopo a Belfast.Non so dire perchè, dei pur bellissimi paesaggi di questo paese mi è sempre importato relativamente.Per me l’Irlanda è sempre stata questa.

Pasolini prossimo nostro

Pasolini prossimo nostro

E’ il 1976,Pasolini gira un film tratto da De Sade.Il set,una villa ai tempi della Repubblica di Salò, è uno di quelli “difficili”, un’ atmosfera cupa accompagnerà tutta la lavorazione, anche la troupe solitamente vivace e caciarona, avverte un senso di pesantezza .Pasolini ammette una sola fotografa, si chiama Barbara Berr, scatterà circa novemila foto di cui però il regista non autorizzerà la pubblicazione.

“Pasolini prossimo nostro” ,titolo ripreso da un testo di Klossowski “Sade mon prochain” che si trova  nella bibliografia di “Salò le 120 giornate di Sodoma”, è il  bel documentario di Giuseppe Bertolucci che  fa rivivere l’ombrosità di Pasolini e la sua generosità di linguaggio, attraverso un lavoro di selezione basato su materiale d’archivio.Un’opera  su “Salò” ,decostruita attraverso le foto di scena della Berr Una riflessione  sul passare del tempo e la rimessa a punto dei percorsi ideologici.Pasolini nel 1976 aveva già parlato di violenza,di bullismo delle bambine violentate con riti Maya,dei teocon  e del trash.Ne parla in particolare in questa intervista filmata concessa al giornalista Gideon Bachman che sarà pubblicata su “Sight and Sound” “Nel mio film c’è molto sesso, ma il sesso che c’è nel film è il sesso tipico di De Sade, che ha una caratteristica sado-masochistica. Questo sesso ha una funzione molto precisa nel mio film, quella di rappresentare cosa fa il potere del corpo umano: l’annullamento della personalità degli altri, dell’altro. … il sesso ha una grande funzione metaforica … metafora del rapporto tra potere e coloro che ad esso sono sottoposti … C’è una frase in particolare che faccio dire ad uno dei personaggi del mio film: “là dove tutto è proibito si ha la possibilità reale di fare tutto, dove è permesso solo qualcosa si può fare solo quel qualcosa “ Rievoca i giorni da lui stesso vissuti nel Friuli “annesso burocraticamente alla Germania: si chiamava Litorale adriatico. Qui ho passato giornate spaventose: qui c’è stata una delle più dure lotte partigiane (nella quale è morto mio fratello), qui i fascisti erano dei veri e propri sicari” .

Tuttavia ad una sollecitazione di Bachman, risponde di non credere che i giovani potranno capire la lezione del film perchè “hanno nuovi valori“:Di questo torna a parlare Pasolini,dell’ideologia consumista imperante per permissivismo con le sue concessioni dall’alto e che tutti sono obbligati a seguire (cos’è tutto questo romanticismo improvviso delle coppie che tenedosi per mano se ne vanno a comperare alla Rinascente o all’Upim?).Analizza il colonialismo e il cristianesimo,il ruolo dell’intellettuale e lo sfascio della società e intanto dietro alle sue parole,si susseguono le abbaglianti foto di scena di Deborah Berr.Ma quel che più attrae è il punto di vista non filosofico,non sociologico ne’ antropologico ma poetico,come se il fulcro del pensiero di Pasolini ivi incluso il suo lavoro di regista, ruotasse tutto intorno alla creazione di un armamentario poetico tale da sprigionare quella libertà creativa che fu di Medea film che, come ha più volte detto Bertolucci, non solo non riusciamo più a realizzare ” ma neanche a pensare

“Pasolini prossimo nostro” è un film di Giuseppe Bertolucci prodotto dalla Ripley’s Film su materiale d’archivio di proprietà della Cinemazero

Maschile plurale

Maschile plurale

Alle i niziative organizzate per la giornata contro la violenza alle donne  del 25 novembre,quest’anno partecipa anche Maschile Plurale,una rete di uomini promotori di un appello che ha raccolto 600 firme e organizzato un’assemblea Nazionale a Roma il 14 ottobre.“L’esigenza era quella di un’iniziativa pubblica maschile.Nella cosapevolezza – dicono – che la violenza contro le donne sia qualcosa che ci riguarda come maschi,cioè che non riguarda solo figure marginali e devianti ma uomini che si muovono all’interno di categorie del maschile generalmente condivise.Che la violenza sia un corollario di un condizionamento profondo.Davanti alla sequenza dei fatti di cronaca di questi mesi,non basta la denuncia in sè o la richiesta alle Istituzioni di rispondere all’emergenza securitaria.Serve interrogare il rapporto degli uomini con il proprio corpo,con la propria sessualità,con il proprio modo di occupare lo spazio pubblico o di costruire relazioni di potere.

C’è bisogno di un salto di civiltà,di un capovolgimento alla radice del rapporto fra i sessi e la consapevolezza che questo capovolgimento parta soprattutto da un piano culturale ed educativo.Sembra,all’apparenza,la risposta alle richieste del femminismo negli ultimi quarant’anni.Le perplessità delle diverse organizzazioni di donne intervenute all’assemblea di Maschile Plurale sono diverse e comprensibili (“dov’è la fregatura” è una buona sintesi della posizione “diffidente” Tuttavia val la pena di aprire il confronto e di lavorare in direzione di proposte politiche concrete.Annunciammo che il separatismo avrebbe avuto una necessaria data di scadenza.Di fronte ai problemi che la libertà femminile pone oggi nel mondo,un’inversione di rotta s’impone.Che siano i benvenuti dunque i confronti e le aperture alle quali del resto non ci siamo mai sottratte.Che siano i benvenuti tra noi quelli di Maschile Plurale.