Diciamoci la verità : quando è salito sulla trebbiatrice – non prima di aver dato del magnaccia al presidente del Consiglio – realizzando con quel gesto una plastica rappresentazione del vivido contrasto tra il Sudore e la Dignità da una parte, e le Mollezze del Potere Depravato dall’altra, in parecchi hanno pensato che il cerchio si stesse per chiudere. Che al quadro si fosse aggiunto quel quid che mancava al raggiungimento della completezza. Che ci sarebbe voluto un cuore di pietra per non ridere. E meno male che il suocero del sindaco di Roma si è dato subito un gran dafare a prendere le distanze. Mussoliniano Di Pietro ? Non scherziamo !. La battaglia del grano era una cosa seria ! Come dire che quella del ventennio, era una battaglia sociale, insomma una faccenda che con Tonino ha poco a che vedere. Ancora non sapeva, il Rauti Giuseppe detto Pino, che di lì a qualche giorno su Libero, Di Pietro avrebbe fatto un’apertura di credito alla Destra di Daniela Santanchè . Quando si tratta di antiberlusconismo, si sa, chiunque va bene. Qui invece, e cioè dalla Trebbiatura in poi , è di scena la battaglia per la leadership, ovvero la gara a chi fa l’Opposizione più strillata e più maschia, cioè a chi si distingue di più come campione di una guerra senza quartiere contro Berlusconi, non escludendo colpi bassi e la segreta aspirazione di fare dell’affaire Carfagna, una fortunata replica del Watergate. Il resto del progetto dipietrista è presto detto e va nella sostanziale indifferenza dei conflitti sociali e dei grandi temi ideologici ( pace – guerra). Qualcuno ha capito cosa pensi Tonino del precariato? E del conflitto arabo-israeliano? Ma per tornare alla perfomance di Montenero Bisaccia , il nostro aspirante leader , portati all’ammasso quei bei quintaloni di prezioso raccolto, è tornato a Roma e ha fatto quel che ognuno sa : arringando una folla di ventimila persone ( semo Romani… e con la capienza delle nostre piazze, ci balocchiamo da quel dì ) sui temi della Giustizia , tra cattive compagnie, affermazioni e ritrattazioni, s’è giocato l’alleanza col PD. Poi, avendo ricevuto conferma dai giornali del fatto che una delle modalità più efficaci di ogni battaglia politica di opposizione, è la sindrome della Tourette, non solo ha offerto impavido il petto a critiche autorevolmente feroci ma confermando io sto con la piazza, si è guardato bene, rientrando in Montecitorio, dal votare gli emendamenti posti su Lodo Alfano e sulla salvaprocessi. Che fa una Vera Opposizione? Applica il criterio del tanto peggio tanto meglio, così è più visibile ed aspra ( oltre che inutile) la battaglia. Dei cittadini e delle loro questioni con la giustizia …che importa? Lui – il Grande Trebbiatore – continua a stare con la piazza che di Giustizia, s’interessa solo quando si tratta del Premier, per il resto, i cittadini che hanno cause in corso possono pure aspettare. Potere immenso di Silvio Berlusconi, non solo detta l’agenda politica ma fagocita i detrattori rendendoli in tutto e per tutto simile a lui. Speculari. Chissà perchè gli episodi degli ultimi giorni mi fanno pensare ad Heider a Le Pen alla Lega…a quante volte la sinistra in crisi ha generato mostri. Il movimento che fa capo a Di Pietro è tendenzialmente di destra perchè disprezza i partiti, le istituzioni, non si occupa di questioni sociali e reclama una repubblica giustizialista ( il punto è qui, non nella legalità o nella moralità, leggittime aspirazioni di qualsiasi movimento liberale). Attorno a lui, inoltre si raduna l’Antipolitica che, da Veltroni a Bertinotti passando per i sindacati, tutti detesta. Un mondo che ha fatto dell’assalto alla democrazia, la sua connotazione fondamentale. Tra Ecce Bombo – visto che il riferimento ricorrente sono i girotondi di qualche anno fa – e il no Cav Day però, c’è un abisso di cultura politica, di linguaggi, di umori, di disincanto. Per quanto Veltroni possa convertirsi ad uno stile più determinato, non potrà mai rendersi interprete dei fautori di quella distanza. In nome della chiarezza è bene che le strade si dividano. Di Pietro continui pure a collezionare le e mail dei delusi e a farsene vanto. Più importante del raggranellar consensi con le boutade o con le piazze mezze piene , oggi per il PD è importante la precisazione di un’identità sociale che perseguendo alleanze sbagliate, rischierebbe di uscire sfigurata. Sia questa separazione, l’avvio di una diversa fase.