Nessuno lo ferma ( teorema )
Il teorema ha una premessa che vede il capo del governo perseguitato dalle Toghe, pertanto da un Potere, come si affrettano a rimarcare i caudatari e gl’intellettuali organici, nemmeno eletto dal popolo. Inutile precisazione, ma tanto per valorizzare ulteriormente quell’ampio consenso di cui gode la compagine governativa . Per contrappeso si potrebbe dire che la Giustizia è anche l’unico territorio che il Governo ancora non controlla e nemmeno saremmo pari. Dunque, in una tale situazione qual’è la priorità per un paese democratico ? Aver ragione del fumus persecutionis ? Celebrare i processi? Macchè. Il bene supremo è non intralciare l’attività di governo, non distogliere il Premier dal suo compito istituzionale. Tanto basta ad affermare che il Lodo Alfano non confligge con l’assioma degli eguali sancito dall’articolo 3 della Costituzione, essendo la possibilità di guidare il paese in tutta tranquillità, un interesse che sulla bilancia metalegislativa vale più dell’eguaglianza . Quindi – si sostiene sempre da parte dei reggicoda – è sufficiente una legge comune. Possiamo immaginare ipotesi costituzionali invalide, ma tant’è: il cerchio si chiude. E dentro al cerchio abita la copertura per ogni sorta di reato, ivi compresi quelli incompatibili con l’ufficio governativo. E poichè, come promesso, adesso nessuno lo ferma, il lodo altro non è se non la prima tappa verso lo sconcio dell’impianto giurisprudenziale, normativo ed organizzativo. Poi si annunciano separazione delle carriere – ovvero procure governative – e abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale. La riforma del CSM fa ovviamente parte della cura. Il governo che doveva ridare la vista ai ciechi smaterializzare i rifiuti ( pluf ) di Napoli, arricchire tutti e spezzare le reni alla Cina, s’incammina verso la costruzione di una repubblica autocratica e presumibilmente del malaffare senza nemmeno bisogno di riforme ne’ di leggi costituzionali. Speriamo che l’ascesa sia – almeno – resistibile.