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Mese: Novembre 2006

Show me

Show me

I registi sono così :a sentire loro,non raccontano,non criticano,non graffiano,non lanciano messaggi,non denunziano (anzi, in una delle ultime interviste, Tornatore ha pure detto : “per le denunzie rivolgetevi alle autorità) e soprattutto guai a chiedergli di decodificare i simboli e le metafore di cui sono abbondantemente cosparse le opere loro (persino Fellini aveva la faccia tosta di andare in giro a raccontare che “Prova d’orchestra” non conteneva presagi di sorta.).Con  Altman succedeva più o meno la stessa cosa: “social critic” lui? Macchè, soltanto interessato alle umane relazioni …e forse aveva ragione perchè la realtà “vista” attraverso le vicende dei suoi numerosi protagonisti non ha bisogno di essere spiegata ne’ raccontata ne’ decodificata: è lì sotto gli occhi di chi la osserva ,nella battuta di caccia a casa di un lord inglese,nello studio di un ginecologo americano, in un atelier francese prima delle sfilate, sarà questo allora il motivo di tutta quella varietà di generi :  western,film intimisti,fantasy e commedie : una filmografia pantagruelica che va dal 1951 e arriva fino a pochi giorni fa, perchè Altman era ovviamente impegnato a girare un film su  una singolare gara di resistenza texana prima di essere ricoverato.Questo di sicuro, ma anche un grande amore per il proprio mestiere che lo ha istigato ad esercitare il talento e a cimentarsi nei generi e nelle avventure più disparate. Detestato  da Hollywood e dall’enstablishement per essere troppo poco incline al compromesso,visto dai produttori come il fumo agli occhi,era osannato dagli attori.Questo e solo questo ha potuto consentire la realizzazione di film corali con schiere di star a cachet sostanzialmente ridotto, liete di partecipare anche per soli pochi minuti (vedi Jack Lemmon in “America Oggi”) a progetti indipendenti in set a basso costo dove,per meglio ritrarre lo splendore del vero, erano sistemate macchine da presa e operatori per ogni dove.Ottantuno anni e un tardivo Oscar alla carriera, durante la premiazione Altman rivela di essersi sottoposto dieci anni prima ad un  trapianto di cuore e di aver scelto di essere operato nel massimo della segretezza.Perchè.La risposta è nella presenza costante durante la lavorazione di “Radio America,a Prairie Home Company” ,di Paul Thomas Anderson,il regista di Magnolia, pronto a subentrare nel caso Altman non avesse potuto portare a termine le riprese.Nessuna compagnia assicurativa avrebbe garantito quel set, senza questo crudele accorgimento.Se Altman avesse parlato,sarebbe stato difficile per lui continuare a lavorare.La seconda industria nazionale americana,non può permettersi incidenti di percorso.

Un film sulla morte, rappresentata dalla storia di una trasmissione radiofonica destinata a chiudere i battenti perchè la speculazione vuole abbattere il teatro dove viene registrata è l’ultimo lavoro di Altman e chiunque abbia vissuto il naufragio di un progetto,  può riconoscersi nell’atmosfera teneramente fallimentare di caduta del sogno che insieme all’Angelo della Morte è la vera protagonista del film.

E’ del cucinier infin la meraviglia

E’ del cucinier infin la meraviglia

 “R-evolucìon “, impone il manifesto  dell’ottava edizione del “Mejor de la gastronomia” a San Sebastian in Spagna,come dire che tutto si rinnova fin oltre l’immaginabile e non solo perchè  la presentazione dell’aire de miel con flores y pistachos  di Ferran Adrià lascia intendere che qui non si parlerà ne’ di sfoglia ne’ di ragù ma anche che il tentativo di sintetizzare tradizione e avanguardia è oramai una pratica evasa.Qui si discute di come la cucina possa diventare un’arte a tutto tondo,anzi una multi-arte capace di coinvolgere  tutti i sensi e tutte le percezioni, così da trasformare il semplice atto del nutrirsi in un’esperienza unica e memorabile.Detta così potrebbe sapere di nouvelle cousine, di piatti di porcellana quadrata con molte guarnizioni e mezza coda di gambero flambè e invece, atteso che tutto quello che ruota intorno al cibo,pulsioni,desideri,mode,filosofie e mercati,spesso riesce spesso ad essere più interessante del cibo stesso,è piacevole seguire su Rai Sat le evoluzioni di Heston Blumenthal enfant terrible britannico proprietario del  Fat Duck ,un ristorante di Londra di cui vale la pena di esplorare quantomeno il sito internet e che strappa gli applausi scroscianti del pubblico al convegno quando fa distribuire ai presenti, sacchetti rosa contenenti alcune micro-gourmandise dolci in un delirio di spray alla liquirizia e bon bon da mangiare interi compresa la carta (commestibile ovviamente).Certo la filosofia di Blumenthal è un tantino complessa quando include nel piacere del cibo anche elementi quali il bagliore del taste vin appeso al collo del sommellier e i profumi delle erbe di Provenza,luogo di elaborazione 25 anni fa dell’ Heston-pensiero…comunque basta prenotare nel suo ristorante (un paio di mesi di attesa) per ricevere via e mail una password e un sacchettino virtuale da riempire con le cose che più piacciono.Una volta al ristorante il percorso degustazione sarà modulato intorno sulle preferenze espresse via web e arricchito da sapori scelti per contrasto,profumi e colori inattesi.Alla fine naturalmente verrà consegnato il sacchettino tramutato da virtuale in reale.

Ma il piatto forte ,il clou del convegno è la presentazione del bellissimo  ” Codice Marchesi” , prezioso libro  di filosofia gastronomica,dichiarazione di stile intorno alla “Cucina Totale” formulata da Gualtiero Marchesi l’uomo che ha rivoluzionato il mondo della gastronomia intendendola per primo come forma d’arte e di appagamento dei cinque sensi.La cucina è un patrimonio sociale condiviso ed è la capacità di dare alle cose il gusto che hanno senza ingannare il palato, è l’interpretazione ma soprattutto il rispetto della materia prima.Un bel pugno nella pancia delle elaborazioni finto sofisticate,delle salse e dei potages strampalati.Nel libro sono codificati concetti affiancati ad alcuni piatti : L’Armonia (Polenta lumache e finocchi), la Bellezza (riso ,oro e zafferano)l la Civiltà, quindi la cultura e la convivialità (la Piramide di riso Venere) il Colore (Dripping di pesce) ,il Genio ( le Quattro paste);Il Gusto  (riso, cozze, zucchine e zafferano);l’Invenzione ( il cubo di finanziera),  la Leggerezza (insalata di spaghetti alle alici scappate) il Mito ( il Raviolo aperto) L’amore per il Territorio (Savarin di riso integrale, rane e crescione) la Tradizione ( stracci di pasta al pesto) la Semplicità (penne asparagi e tartufi), la Verità (la seppia al nero).

Ad ascoltare le conferenze dei i nuovi cuochi, Blumenthal ma anche Pepe Rodriguez che ha reinventato l’uovo aromatizzato o Grant Achatz ideatore di 23 piccoli piatti pensati per esaltare le sensazioni dell’olfatto o Sejji Yamamoto con la rielaborazione della cucina giapponese realizzata con nuovi ingredienti e tecniche futuristiche, c’è di che imparare anche per le nostre modeste attività di cuoche/chi per amore/dovere/piacere ma è sicuramente Gualtiero Marchesi, con la sua filosofia della “cucina totale” ad aver ispirato gl’innovatori,i rivoluzionari e persino i fautori dell’immaginazione culinaria al potere.

Il “Codice Marchesi” è un (bellissimo) libro di Gualtiero Marchesi

Edizioni la Marchesiana 2006.

L’aire de miel con flores y pistachos di Ferran Adrià si ottiene con acqua,miele, lecitina di soia  e il minipimer fino a far diventare il composto “aereo” inclusione finale e guarnizione di pistacchi .Come fiori freschi ho usato qualche petalo di rosa.Buonissimo

Marie Antoinette

Marie Antoinette

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Via le Norma Shearer – pensa ..mamma sarò regina ….regina di Francia –
 via i John Barrimore, via Robert Taylor, legnosissimo e castissimo Fersen e via pure tutte le Marie Toinette del passato,magari teniamo a portata di mano “La presa del potere da parte di Luigi XVI” di Rossellini  per quella concentrazione in un solo luogo, Versailles,di complessi processi storici politici ed esistenziali,la Religiosa di Rivette per il punto di vista femminista sul 700 illuminista e feudale e Rohmer sui limiti rivoluzionari dei giacobini.Dunque qui non si tratta di piangere calde lacrime sulla sorte di una sventurata madre trucidata ma di capire il suo ruolo di donna anomala e regina  che costruì ma non subì, la fine del suo mondo.Bello più del previsto ma non solo ,come scrivono, per  l’idea postmoderna di una colonna sonora rock  ( Cure ,Air,New Order ) che, se è dissonante rispetto a epoca e costumi, non lo è affatto rispetto all’atmosfera del film ma per questo indagare  sullo smarrimento adolescenziale e sulle altrui aspettative, o sull’essere costretti a crescere in un mondo futile e vuoto in mezzo a rituali incomprensibili e grandi ostilità.La rivoluzione appare solo alla fine lontana in mezzo a bagliori e urla per la scelta di Sofia Coppola di enfatizzare l’isolamento dal paese reale affamato e in tumulto.Non sfugge (e tanta parte ha nel racconto) la grande complicità tra personaggio, regista e attrice in triangolazione quasi perfetta.La Dunst, perlacea, è una vera Toinette così come ce la tramandano i ritratti e d’altra parte chi meglio di Sofia Coppola del avrebbe potuto raccontare come si vive e si cresce quando si è figlie di uno degli oligarchi di Hollywood?

 

 

Marie Antoinette è un film di genere drammatico, storico della durata di . diretto da Sofia Coppola e interpretato da Kirsten DunstJason SchwartzmanRip TornJudy DavisAsia ArgentoMarianne Faithfull,Aurore ClémentGuillaume GallienneSteve CooganRose Byrne.
Prodotto nel 2006 in USA e distribuito in Italia da Sony Pictures Releasing Italia il giorno .

 

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Peggio dei Bulli

Peggio dei Bulli

Peggio del bullismo, c’è solo un dibattito on line sul bullismo con partecipazione di addetti ai lavori (scolastici) più genitori e studenti.Si fa il punto sulla scuola nei termini noti, di agenzia educativa che non riesce più a espletare la propria missione.Mentre leggo le prodezze di un insegnante che grazie alla propria costituzione atletica riesce a domare le classi e ne illustra al forum le modalità ( ma poi diventiamo amici…) continuo a pensare che la scuola ha bisogno di risorse ( e tante) ma soprattutto di risorse umane.Insomma non possiamo pensare di abilitare all’ insegnamento solo i maschi ben messi e nemmeno che per ristabilire l’ordine ci voglia la forza fisica.Altrimenti il bullismo avrebbe vinto non fosse altro per aver imposto il proprio metodo.

Mentre il forum s’infiamma, lo sguardo si posa sulla notizia del ritiro da parte degli interessati di quei video “divertenti" che su You Tube hanno provocato lo scapore..La giornalista parla di “effetto condanna”,"la Rete si ribella”- annuncia – e lancia anatemi nella sezione “commenti" così i filmaker indipendenti “rimuovono l’oggetto” dal sito.Si certo la”pubblica riprovazione”produce sempre il suo effetto ma qui mi sa che l’erede di Tarantino ha sentito puzza di sanzioni.

Già…le sanzioni.C’è molto lavoro da fare intorno a queste situazioni di disadattamento,frantumazione dei rapporti e miseria morale poichè la Formazione non è solo il nostro futuro, come amano ripetere i Retorici dell’Impotenza, posponendo all’infinito la malattia e la terapia,ma il nostro Presente. Ed è oggi, non domani che dopo aver messo a punto tutte le strategie educative possibili e aumentato stipendi ad insegnanti e creato laboratori e campi sportivi che deve saltare il tappo della frustrazione e della depressione.C’è molto lavoro da fare per chi ha il dovere di  applicare Regole che già esistono.La minaccia a mano armata è un reato,assistere senza intervenire ad un episodio di violenza è un reato, come hanno potuto quegl’insegnanti tornarsene a casa e tacere?La scuola è un grande Indicatore Sociale e un ‘indispensabile agenzia di monitoraggio.Tutta la società deve attivarsi per rimuoverne i problemi.Primo tra tutti il Tribunale dei Minori  e a seguire i servizi sociali,gli psichiatri,le comunità e tutta quella rete di strutture che hanno l’obbligo di farsi carico del disagio minorile.E tutto questo mentre on line si continua a parlare di palestre e di abolire i videogiochi.

Very Short Stories

Very Short Stories

Hemingway una volta scrisse un racconto in sei parole: “vendesi scarpe da bambino, mai usate”, e qualcuno giura che considerasse questa la sua opera migliore.La rivista americana Wired  ha raccolto l’idea e chiesto a trentatré scrittori, sceneggiatori, registi e attori di cimentarsi in questo particolare genere letterario.Il regolamento prevede che  il racconto debba  contenere sei parole, non una di più,non una di meno. Punteggiatura quanto basta.Una scelta dei racconti è stata pubblicata sulla rivista. Ne erano avanzati cinquantanove, ma sono ora  disponibili sul web , insieme agli altri.Fra i partecipanti, scrittori come Charles Stross (“Internet prende coscienza? Ridico-— connessione interrotta”) e David Brin (“Dinosauri sono tornati. Vogliono indietro petrolio”), che ne ha scritti addirittura una decina. Ma anche attori come William Shatner (“Test fallito, università sfumata, inventato razzo”) o produttori come Ron Moore (“Cantina? Porta per… ehm inferno, temo”) o Joss Whedon (“Abito tolto delicatamente. La testa meno”).L’effetto a volte è affascinante. Come nel microracconto di Neil Stephenson, che scrive “Tic Tac Tic Tac Tic Tic”. Oppure Rudy Rucker, con “Il pene si stacca; è incinto!”, o ancora Charles Stross, con “Osama viaggia tempo. Presidente Gore preoccupato”.