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Anno: 2007

Cercatelo

Cercatelo

tideland

Bisognerà cercare con cura questo film che  esce con sole ventiquattro copie, grazie al coraggio della  neonata casa di distribuzione Officine Ubu . Nel mondo capovolto del sottotitolo , vive Jeliza Rose di nove anni ,è il suo rifugio da una vita squallida (povertà,precarietà , tossicodipendenza dei genitori) di cui non sente nemmeno il peso perchè vi è nata e cresciuta.Il suo universo è fatto di teste di Barbie,animali parlanti,vicini di prateria che credono di essere cacciatori di squali.Quando i genitori moriranno per overdose,Jeliza resterà sola in una surreale e simbolica terra delle maree.Sopravviverà affidandosi al potere dell’immaginazione fino a quando la realtà prenderà clamorosamente il sopravvento.

Tideland12Ma oramai Jeliza ha trovato il modo di difendersi.Terry Gillian ex Monty Pyton  firma questo film a basso costo dopo i fallimenti produttivi dei Fratelli Grimm e, sollevato dagli assilli del box office, libera il suo talento visionario per raccontare un viaggio nel Male visto con gli occhi di una ragazzina che molto somiglia ad Alice anche se scivolando nel  cunicolo, incontra Psyco invece che il coniglio.Ho voluto contrastare l’immagine dei bambini che ci propinano sempre come vittime passive. – Spiega Gilliam –  Ho inserito aspetti più sfumati e teneri accanto a quelli più provocatori.La mia speranza è d’incoraggiare le persone a reazioni forti.Io mi sforzo di reinterpretare questo mondo con occhi nuovi. Provocare, attraverso tutti gli incubi e le ossessioni della civiltà moderna ( eroina, terrorismo,violenza ai minori)  è la chiave del film. Soprattutto provocare il nostro modo di far male all’infanzia anche  senza torcergli un capello . Un ultimo apprezzamento per Jodelle Ferland,  diva  novenne della televisione canadese che invece di essere traumatizzata dalla sequella interminabile di avventure tra gotico, noir e western  ,traumatizza noi con la sua naturalezza e le sue indiscusse doti d’interprete.

Tideland18

Tideland  – Il mondo Capovolto –  è un film prodotto in Gran Bretagna,diretto da Terry Gilliam e interpretato da Jeff Bridges e Jodelle Ferland.Distribuito dalla Officine Ubu

Che amarezza

Che amarezza

L’articolo 82 della Costituzione recita :

Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse.

A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi.

La commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della Autorità giudiziaria.

Dove sta scritto che una commissione d’inchiesta, che tra l’altro è un organo collegiale indaghi in una sola direzione? Nell’analizzare le dinamiche di quei giorni è impossibile non valutare la situazione nel suo complesso . Forse che il Parlamento oltre che autorizzare avrebbe indicato anche le modalità e le direzioni ? Le giustificazioni dei dissidenti sono davvero offensive. Uno non c’era, non sa, non ha visto l’apposito punto del programma . L’altro con incredibile fiducia nella capacità  delle indagini di stabilire la verità ;sapeva già come sarebbe andata a finire. Poi ci sarebbero gli assenti che avrebbero potuto fare la differenza, poi il ritardatario…In questo modo è sin impossibile che il Parlamento si pronunzi.Alla fine tra ritardi e dissidenze a chi interessa indagare sul rapporto tra polizia e cittadini? A pochi credo .Il che è grave in ogni caso, ed è un insulto al dovere civile di conoscere la verità.Certo si può recuperare  ma anche questa faccenda di Genova ,come le altre del resto,diventerà occasione di scambi,lanci di segnali e ricatti .Chi desidera che si faccia – programma o non programma – quel che è giusto e legittimo fare,s’è un po’ stancato di queste ali dissidenti e desidera un percorso piano che rispecchi la volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini che si tratti di Genova o di Welfare, di pacchetti di sicurezza o di varianti di valico,i numeri sembrano non contare più e quand’è così,altro che democrazia,governano i ricatti e la confusione mentre c’è qualcuno che ancora vuol andare a votare con questa legge elettorale.Che amarezza.

Verso l'autoregolamentazione

Verso l'autoregolamentazione

Com’era prevedibile, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Levi, ha aggiunto un comma alla Legge sull’Editoria che esclude i blog dall’obbligo di registrazione al Roc . La precedente stesura conteneva almeno due errori concettuali, vuoi per la tendenza a burocratizzare  uno strumento per sua natura libero e gratuito , vuoi per l’imposizione di un Responsabile nella figura di un giornalista professionista iscritto all’albo, il che sarebbe stato in aperto conflitto con  la nozione di diario personale,bacheca o palestra di libero confronto che dir si voglia. Questo piccolo comma inoltre, compie un passo in avanti anche nella definizione di prodotto editoriale. Una decisione di buon senso che andrebbe pubblicizzata almeno da parte di quelli che, correttamente, hanno lanciato l’allarme . Resta tuttavia fermo che anche il blog come qualsiasi altra forma di pubblica e libera espressione del pensiero , ha l’obbligo di rispettare i diritti fondamentali della persona sia sul piano penale che su quello civile: dall’onore alla reputazione, alla privacy , a maggior ragione in Rete dove la diffusione della notizia è amplificata ed accelerata più che in qualsiasi altro luogo. Il principio di responsabilità insomma va salvaguardato in ogni caso.  Di recente Stefano Rodotà durante un dibattito su Repubbliva tv , ha osservato che il quadro delle regole andrebbe rimesso ad una Costituzione per Internet che abbia la funzione di garantire i diritti chi opera in rete. Piuttosto che una minaccia alla libertà, questo potrebbe essere,un "presidio di libertà"  fondato su un codice di autoregolamentazione. Anche il ministro Gentiloni e il Garante della Privacy, nella stessa sede, hanno concordato sulla necessità di una Carta Costituente come strumento di crescita nella gestione di un bene pubblico.

Lei è un vero reazionario. E Lei un vero conformista

Lei è un vero reazionario. E Lei un vero conformista

Paolo

Egregio Guareschi,

Come ogni umorista che si rispetti – e io voglio rispettarla – Lei è un reazionario.Perciò so bene quale sarà la sua rabbia ,la sua rabbia reazionaria.Sarà la rabbia di chi vede il mondo cambiare,cioè sfuggirgli,perchè i reazionari sono degli ammalati.Degli spiriti senza piedi.So bene chi sarà esaltato e chi sarà umiliato nel suo film.Lei è a destra,difende le istituzioni perchè ha paura della storia.I monumenti non sono pericolosi.Tutt’al più sono brutti.E lei è insensibile alla bruttezza.Lei è insensibile alla bruttezza perciò ha scelto la mediocrità.E’ questa la ragione per cui se la rispetto come umorista,la rispetto meno come scrittore.E appunto perchè lei userà le armi della mediocrità,del qualunquismo,della demagogia e del buon senso,lei uscirà vincitore in questa polemica, lo so bene.Ma qual’è la vera vittoria,quella che fa batter le mani o quella che fa battere i cuori ? Stia bene

Pier Paolo Pasolini

E’ il 1962 . Pasolini ha appena finito di selezionare materiale d’archivio per un  film  La rabbia, un’opera che definirà giornalistica più che creativa, concepita in due parti distinte, la seconda delle quali affidata a Giovannino Guareschi. il Produttore è intenzionato a  mostrare il contrasto tra due diverse concezioni della storia e forse del mondo . L’idea della collaborazione seppure a distanza, aveva prodotto in Pasolini una serie di perplessità (ero seccato, dirà ) di natura ideologica. Guareschi non solo rappresentava quanto di più lontano si possa immaginare dalla concezione pasoliniana dell’intellettuale civile ma la sua opera era bollata,  e non a torto,  dalla critica di sinistra, come qualunquista e reazionaria. Il ripensamento di Pasolini (ma i dubbi  rimarranno, sopravvivendo al film) avviene sulla scorta di alcune riflessioni sul Bertoldo che in qualche modo aveva accompagnato la presa di coscienza antifascista di Paolo giovane, su Don Camillo –  un’opera qualunquista ma non pericolosa –  soprattutto sul fatto che Giovannino Guareschi s’era fatto il campo di concentramento e vi era rimasto per orgoglio. I due scrittori non entrarono mai  in contatto ma a fine lavorazione, Pasolini, dopo aver visto il materiale curato da Guareschi,ritirò la firma (che poi ripristinò) indignato :  Se Eichmann potesse risorgere dalla tomba e fare un film.Farebbe un film del genere.Fare collaborare due culture opposte talvolta è possibile. Ma forse è impossibile  mettere insieme senza collisioni, due versioni incompatibili dell’essere conservatori. La lettera di Pasolini a Guareschi cui fece seguito una pronta risposta dell’interessato, fa parte di un’operazione pubblicitaria per promuovere il film (che fu un fiasco).Un fittizio carteggio nella speranza che si scatenasse una Polemica più ampia e che entrambi i contendenti utilizzarono per marcare le distanze.Il film è stato di recente restaurato e presentato alla festa del Cinema di Roma nell’ambito di una giornata di Omaggio tributato a Pasolini. Ma al di là di ogni altra considerazione, è invece interessante osservare come l’uso del termine conservatore con il quale Pasolini definisce la propria impostazione, introduca ad una polemica di attualità giocata proprio sul conservatorismo di sinistra contrapposto al neoliberismo, sempre di sinistra, ma di recente acquisizione. La risposta di Guareschi non servì a risollevare le sorti del film che fu subito ritirato dalle sale visto lo scarso interesse del pubblico.Troppo presto per apprezzare lo stile, oggi molto in auge, di raccontare la storia utilizzando veri filmati d’epoca, con voce narrante a commentare le immagini o viceversa con immagini che fanno da contrappunto al racconto. ( in questo caso le voci erano quelle di Renato Guttuso e Giorgio Bassani). Qui la scheda del film scritta da Pasolini e pubblicata da Vie Nuove nel settembre 1962.

Egregio Pasolini,

Io borghese di destra,vedendo un negro scannare un bianco,dico “Povero bianco”.Lei dice invece “Povero negro”.E , per questa mia solidarietà di bianco alla razza bianca,Lei mi accusa di razzismo.Questo perchè Lei è un borghese di sinistra e,come tale,conformista.Le dittature non tollerano l’umorismo di cui hanno paura e,sulla soglia del tetro e sconfinato Impero Comunista ,la storia ha scritto col sangue dei milioni di assassinati : “Qui è proibito ridere”.E’ logico perciò che l’umorista Guareschi venga giudicato dal marxista Pasolini come fu giudicato da altri conformisti nel 1943 : Un sovversivo da isolare..Siamo su opposti rive,mentre la sua Rabbia risulterà in regola con il conformismo e con tutti gli ismi di moda,la mia sarà quella di chi è rimasto ciò che era trent’anni fa : un uomo qualunque pronto a battersi sempre contro il conformismo anche a costo di rompersi la testa,un uomo che difende il mondo dello spirito insidiato dal mondo ateo del materialismo e perciò non dimentica la Logica , la Storia, il Buon Senso ed è nemico di coloro che vorrebbero arare la terra dove giacciono le ossa dei nostri Morti.Non potendoLe dire “arrivederci" perchè le nostre strade vanno in direzione opposta,la prego di gradire i distinti saluti di

Giovannino Guareschi.

Altre visioni (questi sono i miei gioielli)

Altre visioni (questi sono i miei gioielli)

Grifi

Se c’è stato un pregio di questa tanto chiacchierata Festa del Cinema, è stato quello di avere offerto spazio e  copertura mediatica a film, a torto, ritenuti  minori . Non è poco se si  pensa a quanto sia difficile per il pubblico anche solo conoscere un ‘opera emarginata dalla critica o dal  circuito distributivo ufficiale .I festival, le mostre, le feste del cinema sono occasioni imperdibili per colmare questo vuoto.Roma sotto questo aspetto ha svolto dignitosamente il proprio compito coinvolgendo nel progetto non solo gli schermi dell’Auditorium ma anche quelli delle sale tradizionalmente legate a programmazioni di qualità. Secondo la critica faziosa o con la puzza sotto al naso, l’impegno non è stato sufficiente e (semplifico )  la Festa è risultata troppo commerciale e senz’anima. Non so di che anima si parli , io so che quella del cinema non è una sola e che abbiamo imparato, nel tempo, a rinvenire cuore, cervello e impegno anche in film  ingiustamente catalogati come prodotti nati per far felice il box office, come pure è capitato di vivere in sala, esperienze raggelanti procurateci da maestri universalmente riconosciuti o da prodotti di nessun pregio spacciati per avanguardia.  – Nanni, per cortesia, mettiti seduto che non mi fai vedere il film – disse Dino Risi a Nanni Moretti che durante una proiezione a Venezia, non la finiva più di polemizzare sbracciandosi. Ecco qui. Fateci vedere i film. Qui di seguito sono le Opere della sezione Extra altre visioni che più mi sono piaciute. Cinquanta ore di proiezione, complessivamente,  che non sono state tutta la mia Festa del Cinema ma una buona parte di sicuro .E in rassegna ce ne erano almeno il doppio,quando nemmeno il tempo basta e per vedere tutto ci vorrebbero due vite.Si comincia con il cuore :

A – Alberto Grifi  La Fondazione Cinema per Roma gli aveva provvidenzialmente consegnato il premio speciale Festa del Cinema poco prima che  ci lasciasse. La sezione Extra ha presentato alla festa  In viaggio con Patrizia opera  costruita negli anni  come dire work in progress e rimasta incompiuta.

A – Auschwitz 2006 – Il reportage del viaggio sui luoghi dello sterminio che annualmente il Comune di Roma organizza per gruppi di studenti accompagnati dai sopravvissuti romani.Straordinarie testimonianze e prezioso materiale di repertorio girato e assemblato da Saverio Costanzo.Prodotto dall’istituto Luce (così Gasparri si cheta)  

C – La cravate – Uno Jodorowsky d’annata (1953) e d’esordio che saccheggia Thomas Mann per raccontare la vicenda di una donna che si guadagna da vivere commerciando in teste umane.

C- Cuban memories – Cinque  documentari di Gianni Minà  di cui tre interviste a Fidel Castro :   una sulla Rivoluzione, la seconda sul Che  e la terza sul comunismo.  Gli altri due sulla visita di Giovanni Paolo II a Cuba  e un ultimo sulla resistenza in Chapas

D – Donne assassine di Herbert Simone Paragnani.Dal regista della prima serie dei Cesaroni , l’epilogo drammatico e inatteso di un rapporto d’amicizia che pian piano è scivolato dalla gelosia all’amore lesbico.Bravissime Donatella Finocchiaro e Sabrina Impacciatore.

F – Forbidden Lie$ – di Anna Broinowski .Chi è davvero Norma Khouri autrice del libro Forbidden Love , un best seller sull’uccisione di una donna per mano del padre e del fratello avvenuta in un paese arabo?Esule Giordana perseguitata da estremisti islamici o truffatrice senza scrupoli? Madre amorevole o moglie fedifraga?Un’indagine giornalistica rivela ilmistero…

Le Franc tireur – Intervista a Clint Eastwood ( è lui il franco tiratore ) di Michael Henry Wilson regista specializzato in documentari sul cinema.Dagli esordi agli ultimi riconoscimenti,il percorso artistico di Eastwood che ha avuto la capacità d’imprimere al proprio lavoro uno stile personalissimo.

I – In prison my whole life di Marc Evans. Mumia Abul Jamal ex membro delle Black Panthers si professa innocente ma è condannato a morte nel 1982 per il presunto assassinio di un agente di polizia,da allora attende che sia eseguita la sentenza.Le riflessioni di un giovane ventiquattrenne inglese nato lo stesso giorno in cui fu compiuto il delitto 

N – Namibia : The struggle for liberation di Charles Burnett . La storia di Sam Nuioma primo presidente della Namibia che ha combattuto tutta la vita per l’indipendenza  del suo paese oppresso da governo sudafricano.Sessant’anni di storia africana raccontata da un personaggio fuori dal comune.Primo film prodotto in Namibia.Un bell’esordio e una scommessa per il cinema africano.

N – Natural Born Star – di Ewen Benestadt Il Percorso umano e artistico di Fred Robsahm che nel 1967 sbarca in Italia per fare l’attore.Il successo e la vita sembrano sorridergli finchè una crociera nel Mediterraneo non travolge completamente la sua esistenza. 

N –  New Home movies from the lower 9th ward di Johnathan Demme.L’uragano Katrina spazza via tutto ma si accanisce particolarmente sulle fragili case dei quartieri poveri.Come Il Lower 9th ward.A che punto è la ricostruzione ? L’America cerca di nascondere la reale situazione di quelle persone che dopo aver perso tutto cercano di ricominciare una vita normale.

N – Niente è come sembra. Di Franco Battiato.Le domande esistenziali sulle quali  un gruppo di amici vicendevolmente si interroga.Spettacolarizzazione,vacuità,possesso.Alla ricerca di una spiritualità che anche più urgente di quanto non lo fosse in passato.

P – Parole Sante di Ascanio Celestini. I precari di una grossa compagni telefonica taccontati da Ascanio Celestini.La loro lotta ma soprattutto l’occulto isolamento da sindacati,politica,partiti,società.

P – Le pere di Adamo  di Guido Chiesa. Le nuvole cambiano in continuazione e anche quando creano guai sono necessarie alla vita. Allo stesso modo i movimenti sociali sono la risposta alle energie bloccate della società . Luca mercalli il metereologo,un adolescente scozzese genio della matematica e quattro precari ,sono i protagonisti di quest’allegoria rivelatrice che lega le perturbazioni meteorologiche e il senso di chi vive su questo pianeta.

T – Taxi to the dark side  di Alex Gibney L’omicidio avvenuto nella base militare americana di Bagram, di Dilawar,un tassista afghano.Un thriller politico sulla strategia che ha portato agli abusi nelle carcere irachene e di Guantanamo

T – Trans liberanti aka Cuori in catene – di Maurizio Iannelli e Marco Penso . Nel carcere maschile di Rebibbia all’interno della sezione che ospita transessuali,s’intrecciano le storie,gli amori di tre detenute.Tra loro c’è anche Angelo, un gay spesso in conflitto con i trans

Z – Zero  Inchiesta sull’11 settembre . Di Franco Fracassi e Francesco Trento Provocatoria ricognizione sui possibili motivi che hanno ridotto la più potente difesa aerea del mondo all’impotenza rispetto all’evento che ha cambiato il mondo e il modo di rappresentarlo.

Festa del cinema Taxi