350 Fifth Avenue (An affair to remember)
Mi sono sempre chiesta cosa possa aver spinto Leo Mc Carey a dirigere nel 1957 il remake di un suo film del 1939 .Quanto al fatto di aver buttato,in entrambe le circostanze, tutto il peso del film sulle spalle di attori dalla recitazione incredibilmente elegante, le idee sono più chiare. Quando la storia non c’è e la sceneggiatura fa acqua, non ci sono alternative : o hai Charles Boyer e Irene Dunne (1939 Love Affair prima versione) o Cary Grant e Deborah Kerr (1957 An Affair to remember seconda versione) o è meglio che lasci perdere.Le pellicole sono troppo lontane nel tempo per avere i dati del box office ma è possibile (soprattutto per la seconda versione con gl’interpreti all’apice delle rispettive carriere) che entrambe abbiano sbancato il botteghino.Resta il mistero di come una storia lacrimevole, tra le mille altre che Hollywood dispensava all’epoca, sia riuscita più di ogni altra a catturare le emozioni degli spettatori, a tal punto da richiederne una seconda edizione o a tal punto che nel 1993 Nora Ephron dirigendo Meg Ryan e Tom Hanks in un film – Sleepless in Seattle – compie un’operazione ben oltre il remake del remake,dove la narrazione di come il cinema condizioni la nostra vita,in qualche caso negli stessi impossibili termini della fiction, è la vera incontrastata protagonista della scena . Siamo dunque alla citazione e all’interpretazione del fenomeno,nonchè alla chiave del mistero: il tutto in versione cinematografica. Sleepless è la celebrazione delle storie lacrimevoli riconosciute come tali ma che colpiscono egualmente l’immaginario.Non ce la danno a bere ma siamo noi che, nonostante tutto, ce la vogliamo bere. Deve essere andata proprio così, prova ne è che Warren Beatty (proprio lui) e sua moglie Annette Bening ci hanno riprovato nel 1994 con un ultimo remake : Love Affair : rispolveratina modernizzante (non sono più navi ma aerei e sono anche cambiate le professioni) alla storia e l’ improbabile cameo di una Catharine Hepburn allo stremo delle forze.Poco importa se ciò non basta a nobilitare il racconto delle traversie di un amore impossibile ma che si vuol caparbiamente realizzare ,di un mancato appuntamento sull’Empire State Building e delle folgoranti rivelazioni finali.Ovviamente in pieno periodo natalizio a degnamente coronare la Sconfitta delle Incomprensioni in un happy end in grande stile.So che non finirà qui.Ce ce ne saranno altri.Troppi archetipi da dissipare,grandi amori,bei tenebrosi scapestrati e signore eleganti da mettere la testa a posto a chiunque,troppo orgoglio, pregiudizio e sacrifizio.Troppi violini e vecchie zie stravaganti ma sagge, bislacche ma perspicaci.Soprattutto niente cattivi.A parte il destino.Lui sì che sa essere crudele prima di elargire la giusta ricompensa.
Dedicato allo spettatore ingenuo (l’unico possibile) e al glorioso incedere di Cary Grant sulle note di An affair to remember


Bene ha fatto Walter Veltroni a sfidare  le facili ironie della vigilia  parlando di Visioni . Delineare una visione del mondo  attraverso la  ricognizione attenta della politica nazionale, tessendo la trama tra pensiero e realtà, tra idee e quotidianeità, tra teoria e prassi , ha impresso al discorso di Torino il marchio dell’intellegibilità politica.Di qui probabilmente l’accusa di banalità,quando le Idee diventano Progetto sembra che perdano  di allure.Acqua Aria Terra coniugate alle conquiste scientifiche per preservarne l’integrità,appaiono tematiche meno suggestive.Così, quando alla frantumazione del pensiero che produce altre frantumazioni,Veltroni  oppone un sistema interdisciplinare di modalità connesse – non si può ragionare di pensioni senza pensare ai giovani e alla precarietà – ecco rispuntare l’accusa di ecumenismo poichè non è l’ideologia più a sostenere il governo dei processi ma un articolato sistema di Valori ,di Principi e di Conoscenze.La novità di Veltroni non consiste solo nel progettare il Futuro ma nell’offerta di un metodo – la Sintesi – da opporre alla disgregante contrapposizione di integralismi improntati alle Categorie del Novecento,desuete,fuorvianti,fallimentari.Un metodo che del Futuro è la chiave.Qui il 


