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Mese: Giugno 2007

350 Fifth Avenue (An affair to remember)

350 Fifth Avenue (An affair to remember)

empire state building

Mi sono sempre chiesta cosa possa aver spinto Leo Mc Carey a dirigere nel 1957 il remake di un suo film del 1939 .Quanto al fatto di aver buttato,in  entrambe le circostanze, tutto il peso del film sulle spalle di attori  dalla recitazione incredibilmente elegante, le idee sono più chiare. Quando la storia non c’è e la sceneggiatura fa acqua, non ci sono alternative :  o hai Charles Boyer  e Irene Dunne (1939 Love Affair prima versione) o Cary Grant e Deborah Kerr (1957 An Affair to remember seconda versione) o è meglio che lasci perdere.Le pellicole sono troppo lontane nel tempo per avere i dati del box office ma è possibile (soprattutto per la seconda versione con gl’interpreti all’apice delle rispettive carriere) che entrambe abbiano sbancato il botteghino.Resta il mistero di come una storia lacrimevole, tra le mille altre che Hollywood dispensava all’epoca, sia riuscita più di ogni altra a catturare le emozioni degli spettatori, a tal punto da richiederne una seconda edizione o a tal punto che nel 1993 Nora Ephron dirigendo Meg Ryan e Tom Hanks in un film – Sleepless in Seattle – compie un’operazione ben oltre il remake del remake,dove la narrazione di come il cinema condizioni la nostra vita,in qualche caso negli stessi impossibili termini della fiction, è la vera incontrastata protagonista della scena . Siamo dunque alla citazione e all’interpretazione del fenomeno,nonchè alla chiave del mistero: il tutto in versione cinematografica. Sleepless è la celebrazione delle storie lacrimevoli riconosciute come tali  ma che colpiscono egualmente l’immaginario.Non ce la danno a bere ma siamo noi che, nonostante tutto, ce la vogliamo bere. Deve essere andata proprio così, prova ne è che  Warren Beatty (proprio lui) e sua moglie Annette Bening ci hanno riprovato  nel 1994 con un ultimo remake :  Love Affair : rispolveratina modernizzante (non sono più navi ma aerei e sono anche cambiate le professioni) alla storia e l’ improbabile cameo di una Catharine Hepburn allo stremo delle forze.Poco importa se ciò non basta a nobilitare il racconto delle traversie di un amore impossibile ma che si vuol caparbiamente realizzare ,di un mancato appuntamento sull’Empire State Building e delle folgoranti  rivelazioni finali.Ovviamente in pieno periodo natalizio a degnamente coronare la Sconfitta delle Incomprensioni in un happy end in grande stile.So che non finirà qui.Ce ce ne saranno altri.Troppi archetipi da dissipare,grandi amori,bei tenebrosi scapestrati e signore eleganti da mettere la testa a posto a chiunque,troppo orgoglio, pregiudizio e sacrifizio.Troppi violini e vecchie zie stravaganti ma sagge, bislacche ma perspicaci.Soprattutto niente cattivi.A parte il destino.Lui sì che sa essere crudele prima di elargire la giusta ricompensa.

Dedicato allo spettatore ingenuo (l’unico possibile) e al glorioso incedere di Cary Grant sulle note di An affair to remember

Il ritorno delle passioni

Il ritorno delle passioni

veltroni africaBene ha fatto Walter Veltroni a sfidare  le facili ironie della vigilia  parlando di Visioni . Delineare una visione del mondo  attraverso la  ricognizione attenta della politica nazionale, tessendo la trama tra pensiero e realtà, tra idee e quotidianeità, tra teoria e prassi , ha impresso al discorso di Torino il marchio dell’intellegibilità politica.Di qui probabilmente l’accusa di banalità,quando le Idee diventano Progetto sembra che perdano  di allure.Acqua Aria Terra coniugate alle conquiste scientifiche per preservarne l’integrità,appaiono tematiche meno suggestive.Così, quando alla frantumazione del pensiero che produce altre frantumazioni,Veltroni  oppone un sistema interdisciplinare di modalità connesse – non si può ragionare di pensioni senza pensare ai giovani e alla precarietà – ecco rispuntare l’accusa di ecumenismo poichè non è l’ideologia più a sostenere il governo dei processi ma un articolato sistema di Valori ,di Principi e di Conoscenze.La novità di Veltroni non consiste solo nel progettare il Futuro ma nell’offerta di un metodo – la Sintesi – da opporre alla disgregante contrapposizione di integralismi improntati alle Categorie del Novecento,desuete,fuorvianti,fallimentari.Un metodo che del Futuro è la chiave.Qui il suo discorso e a leggerlo ci si accorge che non c’è idea o concetto che egli non abbia cercato di sperimentare e di realizzare nella sua esperienza di sindaco di Roma.A nessuno è dato sapere se Walter Veltroni riuscirà nell’impresa che si è prefisso : la costruzione di un partito di questo secolo per questo secolo ma la cosa certa è che ci proverà con l’entusiasmo e la passione che da sempre contraddistinguono il suo fare politico.Una garanzia per chi avrà intenzione di seguirne il progetto.Un ostacolo duro per gli avversari.

Il giorno di Gordon

Il giorno di Gordon

Gordon Brown

Gordon Brown non ha nessuna delle qualità esteriori del leader : non è un grande comunicatore,non è simpatico e a dirla tutta,non è nemmeno cordiale.Come se non bastasse, è caparbiamente convinto, in barba alle  preoccupazioni che la stampa internazionale instilla nei suoi collaboratori, di essere nel giusto e che l’opinione pubblica dovrebbe interessarsi più alle sue idee che al suo carattere. Non a torto, poichè del carattere e delle capacità strategiche di Gordon è lastricato il suo percorso politico.Noto a Bruxelles e nel mondo come prestigioso rappresentante della Gran Bretagna nei negoziati internazionali ha messo a segno una serie d’imprese – dall’ottenimento della concessione alla Banca d’Inghilterra del potere di fissare liberamente  i tassi d’interesse all’elaborazione di una strategia per evitare che la Gran Bretagna adottasse subito l’euro, alla capacità di assicurare crescita costante,bassi livelli d’inflazione e alto tasso d’occupazione che altro non sono se non l’esito di una indubbia e rigorosa preparazione filtrata da notevoli capacità personali.Altro che affabilità.Tuttavia a Gordon toccherà un compito probabilmente più arduo quello di fronteggiare i Tories guidati da  David Cameron, in totale  rimonta,gli stessi cioè che in occasione delle elezioni amministrative e del rinnovo dei parlamenti di Scozia e Galles hanno conquistato il 40% dei consensi contro il 27 ottenuto dai Labour.Il rischio vero è che Cameron si aggiudichi anche le elezioni del 2010.Gordon Brown dovrà affrontare obbligatoriamente il nodo della guerra in Iraq e del rapporto  con Washington oltre alla questione morale e alle inchieste giudiziarie sul finanziamento del partito.C’è poi il non piccolo problema di riconquistare l’opinione pubblica riallacciando i contatti tra politica e cittadini.E’ possibile che la sua figura di burbero benefico sia un antidoto necessario alla diffidenza crescente che ha accompagnato gli ultimi due anni della gestione Blair e che ha riguardato anche le manifestazioni di affettuoso entusiasmo dell’ex Premier  nei confronti di Bush.Il ritorno del tradizionale riserbo britannico,sotto questo aspetto,non potrà non essere colto come un segnale di discontinuità.

Bye Bye Blair

Bye Bye Blair

The economist

Blair lascia la Gran Bretagna meglio di come l’ha trovata nel 1997.In dieci anni le tasse sono aumentate,è vero, ma gl’Inglesi sono diventati più ricchi,più ragazzi prendono il diploma e vanno all’università e grazie ad una politica sociale accorta (salario minimo, esenzione fiscale per i più poveri)  le difficoltà economiche delle fasce più deboli, si sono attenuate.Una legge riconosce le unioni tra omosessuali e lo Human rights act recepisce la normativa europea sui Diritti Fondamentali.Se si considerano poi i successi ottenuti sul piano dell’autogoverno di Galles, Scozia e Irlanda del Nord, si può tranquillamente affermare che con Blair l’Inghilterra è diventata un notevole esempio di apertura.Nessun premier più di lui ha sensibilizzato i cittadini sul tema dei cambiamenti climatici e della povertà in Africa.Eppure la gestione del suo secondo mandato all’insegna della riforma del settore pubblico ma anche dell’11 settembre e dell’incondizionato sostegno all’invasione in Iraq,non ha convinto gl’inglesi che hanno inflitto ai labour una cocente sconfitta alle amministrative del 3 maggio.Il leader politico europeo più brillante che nel 1997 procedeva in sintonia con il paese del quale era alla guida, ha perso terreno.Colpa dei servizi pubblici che ha tentato di migliorare riuscendovi solo in parte  e con gran dispendio di denaro e dei pessimi risultati nei campi della sanità e dell’istruzione.Colpa di una  guerrra che è costata alla Gran Bretagna molte  vittime rivelandosi  dannosa sul piano internazionale ma anche di un modo di essere fedeli alleati di Bush,del non aver saputo insistere affinchè Rumsfeld fosse rimosso,perchè la prigione di Guantanamo venisse chiusa.Colpa delle bugie sulle armi di sterminio di massa che Blair ha raccontato al popolo inglese a giustificare l’empito interventista. Eppure ne’ il suo successore Brown ne’ eventualmente il suo avversario Cameron,hanno intenzione di modificare troppo la politica estera ed è altrettanto improbabile che entrambi vogliano smantellare l’impianto delle riforme che Blair ha avviato.Non più tardi di un mese fa, The Economist affidava il giudizio dell’operato del Primo Ministro ai Posteri anzi, come avvertiva la copertina, alla Storia la quale lo giudicherà sicuramente meglio di come appare oggi.In attesa Tony potrà dare prova di sè  come mediatore in Palestina,il suo nuovo incarico.

Allora chi vince ? ( You and i )

Allora chi vince ? ( You and i )




Caffetteria, tavola calda americana classica dei 50th.  Hillary Clinton seduta al tavolo come Carmela Soprano nella puntata finale della serie,viene raggiunta dal marito Bill – Allora chi vince ?  Vedrai  – risponde lei e intanto armeggia col piccolo juke box del tavolo. – Scommetterei su Smouth Mash – pronostica lui –  Tutti in America vogliono sapere come va a finire  – Arriva anche un piatto di carote che Bill guarda contrariato – Penso al tuo bene caro. – Lei, non c’è che dire, è ironicamente angelica . Passa Vincent Curatola  attore della serie di David Chase, guarda intensamente Hillary e poi prosegue. Intanto la monetina è finita nel Juke box.Cut e lo schermo si fa nero come nella bellissima chiusa ellittica dei Soprano’s.Appare una scritta che annuncia che You and i di Celine Dion è la canzone vincitrice del sondaggio tra i sostenitori per il leit motiv della campagna elettorale e che rimanda al sito web di Hillary per le donazioni. Eccolo qui  (e sull’immancabile you tube ) il video di Hillary e Bill  aka Carmela e Tony.

Fatti i dovuti scongiuri per Hillary è un discreto momento.Stacca di otto punti Obama agli ultimi sondaggi,incassa finalmente l’appoggio del tentennante, in un primo momento,  Steven Spielberg , vince e convince nei dibattiti televisivi con gli altri candidati democratici  e per non saper ne’ leggere e ne’ scrivere ,soprattutto per evitare conflitti d’interesse, lei e suo marito hanno liquidato  il portfolio azionario già gestito in blind trust.Dunque si preparano ad affrontare l’immancabile uscita di libri e memoriali diffamatori, con discreta serenità.In questo generale quadro da irresistibile ascesa il meccanismo tende invariabilmente ad incepparsi di fronte al fatto che Hillary ha l’imperdonabile difetto di non essere un uomo.Le accuse parlano di arroganza,instabilità e del permanere di quella crisi coniugale che segnerebb nuovamente la Casa Bianca,qualora fosse eletta.Salvo qualche piccolo ininfluente particolare,sembra di sentire i detrattori della Royal in Francia : troppo di sinistra,troppo di destra, troppo falco,troppo determinata,troppo aggressiva.Tutti meno lei ! etc etc Poco conta poi che il suo antagonista Rudolph Giuliani, sia un personaggio noto per la sua umoralità, per alcuni passaggi del proprio mandato non limpidissimi,per la spettacolarizzazione del suo divorzio annunciato prima ai media e poi a sua moglie e, da ultimo, per capire assai poco di politica nazionale.Giuliani rimane il sindaco dell’11 settembre.Forse il leit motiv della campagna elettorale di Hillary, a parte la zuccherosa You and I sarà proprio quella di renderne l’immagine più gradevole accattivante popolare.Il video-parodia sui Soprano’s è allusivo,ben congegnato e soprattutto aggancia un tormentone molto in auge in questo momento tra gli  americani : appunto l’ultima sequenza della serie.