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Mese: Febbraio 2009

Casting

Casting

Scorpione 0cea

Stamane sul Foglio, Giuliano Ferrara – che conosce assai bene le dinamiche interne ai vari partiti della sinistra che hanno preceduto la nascita del PD –  traccia un breve excursus, una storia  degli ultimi venti e forse più, tribolati anni  della nostra vita  di quadri, dirigenti e militanti semplici di quei partiti,  l’editoriale è titolato  il teorema dello scorpione.

Al confronto delle tante fesserie e luoghi comuni che si leggono in queste ore tra giornali e web, sulla successione e sui possibili scenari, quelli che si raccontano nell’articolo, quantomeno sono fatti. Realmente accaduti e di cui, a mio avviso, si dovrebbe tenere conto. La lettura di quei fatti messi così brutalmene in sequenza, sostiene, ove mai ce ne fosse bisogno, una miglior comprensione di quanto sta accadendo oggi.

Forza e coraggio dunque, domani non si va ad un casting per scegliere il segretario, si va a ratificare la soluzione più rapida, democratica ed istituzionale possibile : Dario Franceschini.

A meno di non avere altre idee per la zucca e maggioranze che le supportino,  la soluzione meno pasticciata è quella della reggenza fino al congresso. L’unica che consenta di tenere insieme il partito in vista delle primarie per scegliere i candidati alle future sfide elettorali  e per continuare, meglio che si può, a far fronte, senza ulteriori traumi,  all’attività politica e a quella parlamentare.

Non ha gran senso eleggere ora, in tutta fretta, un uomo o una donna e la relativa lista, senza averne discusso, mettendolo in relazione con altri, il progetto. Credo che l’esigenza più sentita sia di valutare il futuro gruppo dirigente soprattutto sulla scorta dei contenuti politici e delle strategie di cui si farà portatore. Per fare ciò, le Primarie che oltretutto comporterebbero una modifica statutaria, non bastano, serve una verifica congressuale.

Vediamo un po’ se per una volta almeno, si riesce ad evitare che un ennesimo esercizio di arte sicaria bruci di qui alle elezioni, personaggio e progetto.

Il nuovo che ci serve oggi è la compattezza, la fine dei mugugni, delle lagne, delle smanie di protagonismo e delle ansie di collocazione di questo e di quell’altro.

Che non si perda mai più di vista lo scorpione.

Non solo lodi (ma anche pacchetti)

Non solo lodi (ma anche pacchetti)

Azzeccagarbugli

Accogliendo la Corte tutte le richieste dell’Accusa, David Mills è stato condannato a quattro anni  e sei mesi ma grazie al Lodo Alfano tale sentenza non costituisce tecnicamente condanna a Silvio Berlusconi che è fuori dal processo, per ora. 

Salvo che la Corte Costituzionale non si pronunzi contro il Lodo. Il verdetto si prevede entro il mese prossimo.

Caso vuole però, che nel pacchetto di Norme sulla Giustizia approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 febbraio scorso, ce ne sia una che prevede che  le sentenze passate in giudicato potranno essere prova in dibattimenti successivi solo nei processi di mafia, terrorismo e reati punibili con l’ergastolo.

Se il Parlamento approvasse tali Norme, la sentenza Mills non potrebbe essere usata contro il Premier, ça vas sans dire, che l’intera serie di Provvedimenti sarà inserita di gran carriera nell’agenda parlamentare. Hai visto mai fosse invalido il Lodo, c’è sempre il pacchetto.

Ecco spiegato perchè a Palazzo ( Grazioli) minimizzano e considerano la condanna a Mills una non notizia. E che? Forse un uomo ha azzannato un cane? chiosa uno dei tanti Spin.

Per carità. Screditano i giudici che solo in quanto politicizzati, non hanno voluto tener conto dei memoriali scagionanti e ancorchè postumi di Mills, annunciano appelli sicuramente vittoriosi – è scritto nel cielo, si vede –   e si cuciono le leggi addosso. In effetti dov’è la notizia  (in senso di novità )?

Nell’illustrazione, Azzeccagarbugli – quello vero – di Gonin

Vecchie novità

Vecchie novità

Non per la sconfitta elettorale, ne’ per le dimissioni che si è amareggiati. L’ una e le altre, qualunque sia la lettura, rimangono l’esito naturale di catene di eventi ben circostanziati. Il voto politico alle amministrative, il leader pesantemente tacciato d’inadeguatezza che impone all’intero partito una verifica. E perchè ciò accada non può far  altro che dimettersi. Per sé, perché in questi mesi nulla gli è stato risparmiato e per il progetto riformista che la sua particolare situazione di difficoltà rischia di compromettere. Cosa ci si aspettava?

Ma sono le reazioni, è  la pochezza di quel che gira intorno a preoccupare seriamente e a non lasciar sperare  in un futuro migliore. A partire da quelli che stamane e per tutto il giorno  si  sono scervellati intorno alla successione, come se si trattasse di sostituire il segretario uscente con l’uomo o con la donna giusti e non eventualmente con il Progetto del quale il futuro leader dovrebbe essere l’incarnazione. Se non va il segretario non va nemmeno la sua piattaforma, come viene ufficialmente chiamata. Quella votata da tre milioni e mezzo di cittadini alle primarie. Mi fa sorridere questo ritenere Bersani, Scalfarotto, Cuperlo, Renzi, Finocchiaro o Bindi che hanno altre visioni, intercambiabili con Veltroni quando sono proprio le differenze d’impostazione ad aver determinato lo sconquasso. Non dico d’interrogare il buon senso in certi frangenti, ma quantomeno lo Statuto andrebbe tenuto nel dovuto conto. Immediato o tardivo che sia il congresso, sarà quella l’istanza decisiva in cui saremo chiamati a decidere:  l’uomo o la donna e il relativo progetto.

 Manco a dirlo, i più scontenti e delusi poi, sono i fieri oppositori, quelli che avevano giocato d’anticipo, avviando la campagna per la leadership con tanto di autocandidature, nel bel mezzo di una tornata elettorale e di non poca importanza, per giunta. La sottrazione improvvisa, impone loro atteggiamenti autenticamente propositivi. Vedremo se dal cappello uscirà  fuori la tradizionale lenzuolata o la solita pezza calda.

Vedremo il coraggio… Facile fare il tiro al piccione ben appostati nelle retrovie, più difficile è scendere in campo a viso aperto, mettersi in gioco, assumersi responsabilità. Forza, vediamo chi si accolla il prosieguo, l’onere di tenere in piedi la baracca e quello della prossima sconfitta.

Quanto tutto questo faccia parte di un corredo di vecchie eredità, non sto nemmeno a dirlo. Ci sono stati momenti in cui nemmeno è sembrato che si fosse passati ad altro partito, altri ancora in cui la sensazione di essere di nuovo coinvolti in meccanismi in tutto e per tutto simili a quelli che hanno stritolato Prodi è stata nettissima. Persino i nuovi arrivati, invece che disattivare dinamiche perverse, si sono inseriti  agevolmente nel gioco. Perfettamente integrati, fin da subito.

Stasera un gruppo di loro ha pubblicato un comunicato dichiarandosi disposto a continuare la battaglia culturale del PD. Seguono firme. Un po’ tardi per la dichiarazione d’intenti. La sensazione infatti è che nonostante l’uso disinvolto della tastiera, del blackberry e del social network, non abbiano capito molto bene quel che è successo. 

 

 

..under unusual circumstances

..under unusual circumstances


My name is Benjamin Button and I was born under unusual circumstances. While everyone else was agin’, I was gettin’ younger…

Ci sono voluti Mark Twain, Francis Scott Fitzgerald, un – ma solo all’apparenza – insospettabile  regista, uno sceneggiatore di razza e un cast incredibile – basti leggere la sfilza di nomi in calce –  oltre che un budget da capogiro, per mettere insieme queste tre ore di autentico Cinema . Come dire, la mano del cielo.

Artificioso, paradossale, struggente e prodigioso come si conviene ad ogni film Epico che si rispetti, con un’ ulteriore misteriosa qualità : la trasposizione particolarmente attenta, quasi a sfiorare la pignoleria  del Pedissequo, del testo di Scott Fitzgerald . Sceneggiatura che viene altresì dilatata in modo da prolungare la storia fino ai giorni nostri. Tanto per aggiungere carne al fuoco, inserendo un tocco di stringente attualità dentro la cornice fantastica che inquadra la narrazione.

Nasce vecchio – nell’ Età del jazz  – e muore neonato – ai tempi dell’uragano Katrina – , un rompicapo in termini esistenziali con complicanze  a non finire. Innanzi a sè la prospettiva del tutto speciale del ringiovanire mentre gli altri invecchiano. Gli acciacchi di un vecchio e l’età di un bambino. Una lunga esperienza e l’età di un ragazzo.    Stravaganze che si materializzano nel rapporto d’amore con Daisy, in un rincorrersi di età che ad un certo punto diverranno compatibili. Ma solo apparentemente.

Tredici nominations per questo trionfo dell’Assoluto Artificiale, dagli effetti speciali al trucco – Brad Pitt ritorna bellissimo dopo un paio d’ore di progressivi ringiovanimenti, Cate Blanchett in certi momenti sembra avere il viso di porcellana  - al finto seppia, al digitale, alla improbabile storia. Graphic novel, come si dice, ma delle più pittoriche mai realizzate.

 

Il film ha un sito web ricchissimo con una sequenza di trailers particolarmente significativa.Più l’ interessante ripresa di una discussione tra attori e regista.

Il curioso caso di Benjamin Button è un film di David Fincher. Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond, Jason Flemyng, Taraji P. Henson, Lance E. Nichols, Elias Koteas, Faune A. Chambers, Donna DuPlantier, Jacob Tolano, Ed Metzger, David Jensen, Joeanna Sayler, Mahershalalhashbaz Ali, Fiona Hale, Jared Harris, Joel Bissonnette, Marion Zinser, Deneen Tyler, Elle Fanning, Patrick T. O’Brien, Richmond Arquette, Robert Towers, Ilia Volokh, Wilbur Fitzgerald, David Paterson, Josh Stewart, Louis Herthum, Ted Manson, Tom Everett, Paula Gray, Rampai Mohadi, Troi Bechet, Phyllis Somerville, Clay Cullen, Edith Ivey, Joshua DesRoches, Christopher Maxwell, Don Creech, Taren Cunningham, Myrton Running Wolf, Stephen Taylor, Devyn A. Tyler, Adrian Armas, Ashley Nolan, Katta Hules, Rus Blackwell, Chandler Canterbury, Charles Henry Wyson, Spencer Daniels. Genere Drammatico, colore 159 minuti. – Produzione USA 2008. – Distribuzione Warner Bros Italia

Scienza e coscienza

Scienza e coscienza

Il fatto che Ignazio Marino pensi ad un referendum abrogativo prima ancora che sia stata licenziata la legge, anzi, che ne sia reso noto addirittura il testo, esprime molto delle difficoltà e dell’atteggiamento sostanzialmente rinunziatario del fronte laico.

Primo fra tutti il PD che in realtà sulla questione dovrebbe organizzare un referendum interno, viste le plateali divisioni, evitando di nascondere le magagne dietro il rispetto di improbabili questioni di coscienza.

Coscienze che potrebbero agevolmente superare la prova del voto UNITARIO – cioè il NO alle proposte del PDL – e uscirne linde e immacolate, se solo la formulazione di  una proposta alternativa,  lasciasse libere le scelte individuali dei pazienti,  attribuendo al rapporto di cura la dignità e l’importanza che compete al momento centrale di  ogni decisione in materia di salute.

Per fare ciò non occorre mettere in campo grandi mediazioni, ne’ artifici politici o  legislativi : si tratta semplicemente di modellare una posizione sul combinato disposto di quanto già è scritto nel nostro Ordinamento, il che consentirebbe oltretutto di liberare il dibattito politico dalle secche, per esempio, dei proVita vs i ProMorte ovvero del dar da bere agli assetati, prescrizione evangelica di tutto rispetto, ma che nella diatriba in questione si evidenzia speciosa e fuorviante. Poichè se è vero  che ogni paziente costituisce un caso a sè, ogni valutazione  del legislatore in tal senso, diviene automaticamente inadeguata.

Tutto quanto si trova entro i confini stabiliti dagli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, del Codice Deontologico, della Legge sul servizio sanitario nazionale e dei trattati internazionali sottoscritti,  non può determinare Problema di Coscienza alcuno. Accertata la volontà del paziente nelle forme di legge, è il rapporto di cura a sciogliere le controversie sulla natura della malattia, o su cosa s’intende per cura e cosa no, evitando  i rischi eutanasia, omicidio del consenziente o altre stravaganti fattispecie più volte agitate dal centro-destra.  Mentre il votare leggi che limitino quanto disposto dal nostro Ordinamento, crea invece un problema politico concreto. Poichè  al di fuori dei Principi stabiliti e del  criterio di  Scienza e Coscienza non si va proprio da nessuna parte.

In soldoni : va bene il partito pluriculturale senza che ciò implichi la mannaia della conta ma …o si posseggono strumenti per far convivere dignitosamente le molteplici sensibilità o forse conviene cogliere la palla al balzo delle minacciate scissioni.

Come si pensa di affrontare un referendum con un fronte interno così spezzettato? Soprattutto alla luce delle ultime esperienze di astensionismo alla prova referendaria sulla fecondazione assistita. Senza dimenticare che l’ampia compagine di telespettatori che ha preferito guardare il Grande Fratello piuttosto che i programmi di approfondimento o i talk, la sera in cui è morta Eluana Englaro, esprimono, all’interno dell’evidente disinteresse, la probabile volontà di delegare ad altri, la risoluzione di problemi che importano cognizioni scientifiche o giurisprudenziali.

Forse è bene non scaricare sui cittadini il peso dell’insipienza della politica. Se si dovesse perdere un simile referendum, sarebbe poi più difficile modificare la legge, ove si verificasse un cambio di maggioranza. Evento auspicabile, possibilmente in questa vita.

(la foto l’ha scattata Jimmyjazz . La mano è di una delle statue che sono innanzi alla Corte di Cassazione,)