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Mese: Dicembre 2012

I giorni a venire

I giorni a venire

 

 

 

 

 

 

Quando il meccanismo della partecipazione si mette in moto accadono cose impreviste, persino che vinca il candidato con l’eloquio dépassé, le cravatte sbagliate e nessuna dimestichezza col web . Segno evidente che non ci sono automatismi  – look, staff, spin, guru e parole giuste – su cui contare : senza retroterra culturale, senso del possibile e visione del futuro non c’è Politica e nemmeno comunicazione efficace.

 

Nei giorni a venire vincitori e sconfitti dovranno rimettere insieme i pezzi  e tra quel  Noi e quel  Loro – minacciosi, seppur indispensabili – trovare una sintesi approntando la sfida delle prossime elezioni.

 

Per fare questo non sarebbe nemmeno necessario che l’amore scoppi(asse) dapertutto come da auspicio-dedica-endorsement by Ghezzi/De Andrè, più semplicemente basterebbe che, ripensando i contendenti  a quei tre milioni e passa in fila per la Scelta ne tenessero in gran conto le aspettative  che nell’un campo e nell’altro parlano di rinnovamento,di onestà,di una società migliore.

 

 

 

I quindici giorni trascorsi ci hanno mostrato, come di rado accade, un quadro del Partito Democratico vicino all’esattezza,chi avesse voluto leggere nemmeno troppo tra le righe, avrebbe potuto capire chi sfidava chi e sulla scorta di quali differenze, valutando quella che una volta si sarebbe chiamata entità e qualità delle forze in campo e adesso non so.

 

 

Certo il grosso dell’impianto comunicativo è stato soprattutto affidato a veloci scambi di battute sotto la stretta sorveglianza di inesorabili conduttori muniti di cronometro e questo ha indubbiamente significato nessuno spazio alla Complessità ma nel contempo ha obbligato i candidati ad una ricerca di stile: il più conciso, comprensibile ed efficace possibile.Non poco per politici navigati abituati alle narcisate dei comizi e alle sciatterie verbali dei talk show.

 

Nei giorni a venire sarà interessante osservare come le ragguardevoli percentuali ottenute dagli sconfitti entreranno a far parte del gioco per tornare a vitalizzarne i passaggi.Gran parte del nuovo che ci aspettiamo si giocherà lì. A Matteo Renzi e ai Suoi va dato atto di avere attivato un meccanismo salutare e tra mal di pancia, palpitazioni e illustri passi indietro, di aver prodotto qualcosa di più di un interessante dibattito.Se queste primarie sono state così attraenti da far dimenticare per una quindicina di giorni Grillo,le aperture e chiusure più o meno quotidiane di questo o di quello e le lunghe enunciazioni delle malefatte della Casta,molto è dovuto alla sua intraprendente iniziativa.

 

A urne chiuse e microfoni spenti, il contributo di ciascuno sembra ancor più necessario, col noi e il loro rimescolati in modo tale da mantenere intatte le identità e la voglia di cambiare le cose, la vera protagonista di queste due settimane che, spero, ci abbiano sconvolto più di quanto si racconti.

 

 

 

 

 L’immagine è tratta dal sito di Bersani