I giorni a venire

I giorni a venire

 

 

 

 

 

 

Quando il meccanismo della partecipazione si mette in moto accadono cose impreviste, persino che vinca il candidato con l’eloquio dépassé, le cravatte sbagliate e nessuna dimestichezza col web . Segno evidente che non ci sono automatismi  – look, staff, spin, guru e parole giuste – su cui contare : senza retroterra culturale, senso del possibile e visione del futuro non c’è Politica e nemmeno comunicazione efficace.

 

Nei giorni a venire vincitori e sconfitti dovranno rimettere insieme i pezzi  e tra quel  Noi e quel  Loro – minacciosi, seppur indispensabili – trovare una sintesi approntando la sfida delle prossime elezioni.

 

Per fare questo non sarebbe nemmeno necessario che l’amore scoppi(asse) dapertutto come da auspicio-dedica-endorsement by Ghezzi/De Andrè, più semplicemente basterebbe che, ripensando i contendenti  a quei tre milioni e passa in fila per la Scelta ne tenessero in gran conto le aspettative  che nell’un campo e nell’altro parlano di rinnovamento,di onestà,di una società migliore.

 

 

 

I quindici giorni trascorsi ci hanno mostrato, come di rado accade, un quadro del Partito Democratico vicino all’esattezza,chi avesse voluto leggere nemmeno troppo tra le righe, avrebbe potuto capire chi sfidava chi e sulla scorta di quali differenze, valutando quella che una volta si sarebbe chiamata entità e qualità delle forze in campo e adesso non so.

 

 

Certo il grosso dell’impianto comunicativo è stato soprattutto affidato a veloci scambi di battute sotto la stretta sorveglianza di inesorabili conduttori muniti di cronometro e questo ha indubbiamente significato nessuno spazio alla Complessità ma nel contempo ha obbligato i candidati ad una ricerca di stile: il più conciso, comprensibile ed efficace possibile.Non poco per politici navigati abituati alle narcisate dei comizi e alle sciatterie verbali dei talk show.

 

Nei giorni a venire sarà interessante osservare come le ragguardevoli percentuali ottenute dagli sconfitti entreranno a far parte del gioco per tornare a vitalizzarne i passaggi.Gran parte del nuovo che ci aspettiamo si giocherà lì. A Matteo Renzi e ai Suoi va dato atto di avere attivato un meccanismo salutare e tra mal di pancia, palpitazioni e illustri passi indietro, di aver prodotto qualcosa di più di un interessante dibattito.Se queste primarie sono state così attraenti da far dimenticare per una quindicina di giorni Grillo,le aperture e chiusure più o meno quotidiane di questo o di quello e le lunghe enunciazioni delle malefatte della Casta,molto è dovuto alla sua intraprendente iniziativa.

 

A urne chiuse e microfoni spenti, il contributo di ciascuno sembra ancor più necessario, col noi e il loro rimescolati in modo tale da mantenere intatte le identità e la voglia di cambiare le cose, la vera protagonista di queste due settimane che, spero, ci abbiano sconvolto più di quanto si racconti.

 

 

 

 

 L’immagine è tratta dal sito di Bersani

 

 

8 pensieri riguardo “I giorni a venire

  1. Il PD mi ha sempre dato grosse delusioni, ma con queste primarie sembrano aver trovato nuova vitalità. Speriamo che attuino il programma in modo chiaro e diano il via a un vero processo di rinnovamento, chiesto chiaramente dai cittadini e dagli elettori.

  2. Si può legittimamente dire che per Bersani il difficile arrivi ora. Spetterà a lui riuscire a trovare la necessaria sintesi che permetta al PD di prepararsi in modo forte ed unito alla sfida delle prossime politiche, facendo sì che le diversità espresse durante le primarie non diventino un limite ma una ricchezza, e dando il via ad un credibile processo di rinnovamento. Se si riuscirà a far questo, il centrosinistra ha buone probabilità di andare al Governo, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa.

  3. Diciamo che le delusioni sono all’ordine del giorno, non voglio consolare né invitare alcuno ad accontentarsi.
    Tuttavia quanto accaduto in questi quindici giorni non conteneva grosse novità se non il fatto che forse per la prima volta almeno un paio di “anime” del Partito Democratico sono emerse con chiarezza – ne mancano un altro paio che si erano mescolate con i due schieramenti principali –
    La foto di famiglia questa è ed è una fortuna che tra congresso ultimo scorso e primarie una certa armonia di risultato si sia determinata.(evento che,so anche perché,mi ha procurato infinita soddisfazione).
    Sul resto – alleanze,programmi,modalità dello stare insieme tra componenti diverse di una medesima compagine – Bersani è riuscito ad essere abbastanza netto.
    Anch’io spero che l’impresa riesca.
    Ma noi…noi un’apertura di credito a questo partito…suvvia offriamogliela.
    Dopodichè…chi c’ammazza?

  4. Il punto è che per chi ha sofferto tanto in questi ultimi anni, nel senso che le speranze giovanili si sono dimostrate per quello che erano, speranze, piacerebbe tanto vedere veramente qualcosa di sinistra, dici che lo vedremo? Lo spero, di nuovo!
    Quel che mi sta sullo stomaco è che se ci fossero più donne credo sarebbe più facile essere concrete e collaborative essendo più lontane da una logica di potere per il potere (“collaborazioniste” a parte quelle donne cioè che imitano in tutto e per tutto l’amore maschile per il potere), è pur vero che solo nei partiti meno radicali le donne hanno uno spazio maggiore, parlo per una passata tristissima esperienza personale.
    La prima parte di quanto hai scritto me la sono copiata su fb!

  5. Diamo atto a Renzi di avere dato uno scossone non indifferente, di cui non si potrà non tener conto.

    Mi dispiace: avrei voluto votare al ballottaggio e non mi è stato permesso.
    Mi domando, allora, perché è stato fatto il dibattito televisivo ( con i suoi 6 milioni di spettatori) se poi non si è permesso a quanti lo avevano seguito e si erano fatti un’idea più precisa di chi scegliere, di andare a votare….
    Comunque vediamoli adesso “uniti” e all’opera!

  6. Per come la vedo io si sarebbero potute lasciare possibilità sia ai sedicenni che ai votanti solo per il doppio turno.
    Non credo che l’ulteriore apertura avrebbe comportato per Bersani grossi rischi.
    Del resto ho votato per lui non tanto perché l’ipotesi socialdemocratica mi affascini più di quella liberaldemocratica – sono entrambe formule vecchie…la strada,in tal senso, è tutta da costruire – ma più semplicemente pensando al futuro premier, l’abbiamo visto all’opera e mi fido di lui.
    Alla prova dei fatti, l’unico vero innovatore tra destra e sinistra è stato proprio Bersani.
    Ma siccome adesso torna Silvio Nostro che tanto ci è mancato….

  7. e meno di una settimana dopo, il contributo di tutti è ancora più essenziale per evitare di cadere di nuovo nel baratro del berlusconismo…
    spero vivamente che Renzi e chi l’ha sostenuto metta in campo tutta l’energia e le forze che ha dimostrato durante le primarie per far vincere il PD alle elezioni!

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