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Mese: Luglio 2013

Una brutta direzione

Una brutta direzione

 

Camera dei Deputati - Voto di fiducia al nuovo governo

Brutta e inutilmente segnata da  polemiche per pochi intimi alle quali si destinano spazi ed energie degne di  grandi platee in improbabile ebollizione per i temi del candidato naturale o per quelli del congresso chiuso, aperto spalancato Con risultati che manco alla Casa del Popolo di Prato durante il confronto sulla parità di genere.Quello che Bertolucci ha raccontato così bene che pareva vero.E infatti lo era.Ora come allora.

 

Brutta perchè chi ha sbagliato non accenna a farsi da parte,perchè chi ha segnalato/segnala continuerà a segnalare  gli errori non ha ancora avanzato una proposta definita e infine – tanto per cambiare – perchè si parla di una cosa ma se ne vuol intendere un’altra mentre  il pensiero è rivolto alla conservazione: la propria e quella del governo Letta. Come si può fare un congresso di partito con l’assillo di nuocere o meno al governo in carica?

 

Brutta perche questa storia di cambiare le regole in corso d’opera ogni volta, offre l’immagine furbesca di chi  vuol cucire le medesime addosso a qualcuno per decretarne il successo o la sconfitta.

 

Brutta per la sgradevole impressione di parlare di sè a sè,mentre le attese sarebbero altre e l’avversario altrove

 

E infine brutta perchè indietro non si torna. Non sarebbe un bel segnale se un congresso che è nato aperto, nel corso del tempo, diventasse un congresso blindato. Sopratutto chi, al solito, evoca immagini ridicole di elettori del PDL in fila ai gazebo per modificare gli assetti del PD dovrebbe inventarsene una meno logora, magari riflettendo sull’intelligente formulazione di Barca  che individua i futuri elettori delle primarie nei partecipanti – iscritti o meno –  all’attività di partito.

 

Per il resto vanno bene il conflitto, le diversità le variegature, vanno sin  bene letanto demonizzate correnti, a patto che siano laboratori riconoscibili  e differenziati in base alle idee e non ai rispettivi leader.Il tutto pensando non solo a vincere o a ricostruire come pure sarebbe giusto una forza di centro sinistra – obiettivi ambiziosi ma siamo, al momento, così lontani – ma a rimettere in piedi un partito interessante per proposte e approccio con la realtà.Un cambio di passo sin negli atteggiamenti esteriori guadagnò al PD attenzione e consensi. E’ già successo.Può succedere di nuovo.

 

Nell’illustrazione da Huffington Post Epifani e Letta ( Epifani,Letta e Franceschini sono tra i politici che stimo di più, duole e delude registrarne l’involuzione,si spera, momentanea)

 

 

 

 

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Zero politica (santa e quanta pazienza)

Zero politica (santa e quanta pazienza)

cicerone_giorgio_clementi

 

 

Per quanto possa sembrare incomprensibile,vista la gran quantità di informazioni, la difficoltà è di leggere quel che sta succedendo applicando al racconto qualsiasi criterio logico.Nel momento in cui la Politica vistosamente latita da avvenimenti che alla Politica  dovrebbero appartenere o si perde nel mare di dichiarazioni, ordini, contrordini e annunci di sfracelli,il caos da dissociazione è garantito. E tutto questo perché, ad evitare una mezza prescrizione, i giudici di cassazione doverosamente ed opportunamente  hanno fissano una data di udienza ravvicinatissima per il processo Mediaset.

 

Il PDL come di consueto, insorge ma sembra una farsa : L’Aventino presto si trasforma in Montagna dei Cocci, tre giorni di sospensione dei lavori diventano tre ore e le fregole dei falchi, le minacce di discese in piazza, di dimissioni in massa da parlamentari e chissà cos’altro, si risolvono mestamente in un documento politico elaborato dal segretario Alfano e sottoposto alla cortese attenzione di Berlusconi  e dell’Ufficio di Presidenza convocato nottetempo. Nell’estensione del medesimo però, si sono perse per strada le dimissioni dei parlamentari – unica iniziativa autenticamente dirompente e pericolosa –  mentre l’invocata riforma della giustizia ( per decreto!) diventa il sostegno a Pannella per la raccolta di firme dei suoi soliti referendum.(anche Grillo,lo stesso tempo, un altro luogo ha promesso una mano).Tutta qui l’iniziativa forte.Sono passati i tempi e le misure adottate in passato non sono di pronta e facile realizzazione,mancano le maggioranze e i tempi tecnici  per un’ ammnistia, ma anche per la solita salvifica leggina.Stavolta l’unica speranza è che la Cassazione emetta un verdetto favorevole.

 

 

E qui, sebbene le minacce di far cadere  il governo sembrino smargiassate da parte di chi non sa che pesci prendere – ovvero non può –  manca realmente qualcuno che chiarisca l’unico concetto che in questo momento dovrebbe contare e cioè che Politica e Giustizia sono campi da tenere rigorosamente separati e che le vicissitudini giudiziarie di un leader politico non dovrebbero influenzare la tenuta del Governo.Sembra l’acqua calda e invece pare proprio che non riesca ad esserlo.Non lo è per gli interessati che continuano a mescolare le cose ma nemmeno per chi dovrebbe replicare con fermezza e che si lascia trascinare per i vicoli di assurde contese che sembrano parlare di Giustizia.

 

 

Anche l’Alleato principale per parte sua fibrilla.Concede la sospensione nell’oramai consueto parapiglia di dissensi variamente espressi tra i propri eletti, drammatizzando al punto che le tre ore diventano a tutti gli effetti  un pericolo per la democrazia. In realtà di sospensioni sono pieni gli atti parlamentari,si usa per i congressi, è vero, ma anche per consentire riunioni di partito in situazioni particolari.(E questo qualsiasi cosa dicano i commentatori da tregenda e i mestatori del torbido) Il clima pre-congresso da inevitabile redde rationem irrompe e scompagina il quadro.Anche in questo caso manca la Politica, con buona pace – e non sono pochi – di quelli che si promettono di mettere fine a tatticismi e autoreferenzialità ma poi finiscono con l’aderire di buon grado ad un presepe sempre più simile ad una seduta collettiva di psicanalisi.Al disagio di essere in un alleanza per cui non ci si sente tagliati, si deve rispetto  ma il fatto che un simile imbarazzo non suggerisca proposte alternative è segno inequivocabile che strade percorribili non ce ne siano.Inutile allora mettere al centro del proprio agire politico l’imbarazzo.Così la Politica si esaurisce in parole, definizioni e frasi a effetto immiserendo il dibattito : tutti dichiarano, qualcuno scrive mentre il tedio impedisce sin l’indignazione (che se dev’essere quella dei descamisados in aula e rivestidos per pranzare al ristorante del Senato,meglio un dignitoso silenzio)

E manco male che Enrico Letta nervi d’acciaio e consapevolezza del proprio ruolo tiri diritto fiducioso ed incomunicabile col clima generale da crisi di nervi Se alternative non ce ne sono tocca a lui.Speriamo che ce la faccia.