…avec un jeu de mots d’un mauvais goût

…avec un jeu de mots d’un mauvais goût

Certo, dobbiamo riconoscere che Carlà è sempre stata molto attenta alla beneficenza nei confronti dei diseredati, di questo gliene va dato atto: ma se poi ti comporti così, anche la beneficenza puzza. E puzza non tanto di gauchismo con cui si dice ch’ella abbia dipinto l’Eliseo, se non altro perché il gauchismo è roba troppo seria per lasciarlo in balìa del fare gattomortesco della damazza. No, puzza in realtà di semplice protagonismo, il piacere incontrollabile del coup de théatre: quello di girotondare in difesa dei terroristi rossi, ad esempio, con una sbornia buonista da fare invidia a tutta la prima fila di ombrelloni dell’Ultima Spiaggia di Capalbio. Quando Berlusconi scherzò sull’Obama abbronzato, si disse «felice d’esser diventata francese». E visto che al G8 tutto sembra filare liscio, ne approfittiamo per porle una domanda: excusez moi, come si dice «guastafeste” en français? No perché stavolta, nonostante ce l’abbia messa tutta, Carlà la festa non è riuscita a guastarla. Forse voleva davvero sembrare la più buona del summit: e invece, così facendo, resta quello che è. Solo la più bona.

Da il Giornale venerdì 10 luglio 2009

Certo dobbiamo riconoscere che il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, con Carla Bruni c’ha il dente avvelenato a prescindere. Come del resto ce l’ha con tutte le donne che si rifiutano di recitare il ruolo di orpello del capo. O di zerbino. Vecchie acredini risalenti ai  tempi dell’elezione di Obama e alla nota gaffe presidenziale sull’abbronzatura.

Obama attualmente è osannato anche dalla destra, soprattutto  per aver ringraziato pubblicamente Berlusconi delle magnifiche rose – come direbbe Arbasino – ma con Carla Bruni rea di snobbare il cerimoniale delle signore, la guerra è  ancora aperta.

Del resto diciamola tutta : perchè obbligare donne intelligenti, che al paese loro  sono spesso impegnate nel sociale, in politica o nella professione,  al ruolo di moglie di. E tutti questi pranzi e questi the ai margini di un convegno che si vuole risolutivo dei  problemi del mondo, sui quali si sono spesi fiumi d’inchiostro, se proprio necessari, non potrebbero svolgersi in un clima di maggiore sobrietà? Che senso ha trasformare Michelle Obama in una simpatica sellerona in giallo catarifrangente?

E se pure fosse indispensabile portare a conoscenza dell’umanità tutta, che lo chic di Madame X è insuperabile e quello della sua collega Y abbagliante, non si potrebbe almeno lasciare libere le signore di scegliere se sottoporsi o meno all’esamino di stile ed eleganza?

 E se alla Première Dame di Francia, putacaso viene affidata dal governo  una missione umanitaria invece che turistica, perchè i conti non dovrebbero tornare? Perchè obbligarla alla confusione di ruoli, oggi passerella romana con colazione tra le rovine, domani visita ai terremotati con consegna degl’impegni governativi?

Invece niente chi sciupa la mise en scene allestita dal capo secondo Libero ha da morì. Come si permette questa ex top model di sinistra che da noi probabilmente sarebbe finita in nomination a La Talpa con Flavia Vento, e invece è diventata la prima donna di Francia. ?

Lasciamo perdere l’eloquio e la scarsa conoscenza del funzionamento del mondo dello spettacolo oltralpe. Lasciamo pure stare il fatto che Carla Bruni le nozze con Niko non le ha vinte alla lotteria ne’ è entrata all’Eliseo dalla porta di servizio come usa alle volte qui da noi, ma davvero la fedeltà al proprietario comporta in automatico tali manifestazioni di livore?

Del resto l’offerta di 3,2 milioni di euro che Madame Bruni ha buttato sul piatto della ricostruzione, sono una  beneficienza che può anche essere rifiutata se si ritiene provenire da indegni e spocchiosi governanti.

Tanta acredine meriterebbe lo scatto d’orgoglio. Un lusso che non possiamo permetterci, visto che di quattrini non ce ne è per le case e gli ospedali  – figuriamoci per le opere d’arte –  e tutto questo baraccone è stato messo in piedi per chiedere il necessario sostegno al resto del mondo, quantomeno un minimo di cortesia per i generosi offerenti, sarebbe d’obbligo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.