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Tag: La fabbrica del cinema

Uno splendido cinquantenne (auguri al cinema italiano)

Uno splendido cinquantenne (auguri al cinema italiano)


 

L’anno si apre con Nanni Moretti e con la sua rinunzia a dirigere il Torino film festival.Le sue  ragioni sono contenute in una dichiarazione rilasciata ieri l’altro e alla quale c’è poco da aggiungere se non che Moretti sarebbe stato per competenza e capacità organizzative,l’ ottimo direttore di una manifestazione che ha bisogno di rinnovarsi per affrontare le nuove realtà del panorama cinematografico italiano.Auguri dunque a Nanni al suo stile,alla sua eleganza al suo senso di responsabilità di splendido cinquantenne. Tutta la vicenda è stata segnata da brutte polemiche,non che l’universo di queste manifestazioni non abbia talvolta bisogno di sconvolgimenti tellurici (arrivasse al Festival di Venezia un bel po’ di maremoto..) ma la sensazione è che gira e rigira poi,il tutto si risolva in bisticci che altro non sono se non la tutela di piccole postazioni di potere e di interessi di bottega.Tutta roba che non serve al Cinema.Francamente in questi giorni è spiaciuto vedere personaggi del calibro di Gianni Rondolino comportarsi come se gli avessero portato via la bambola di pezza.Adesso siamo punto e daccapo.Staremo a vedere:

Con  molto dolore rinuncio all’incarico e vi lascio ai vostri problemi di metodo, ai contrasti procedurali, ai rancori personali.Pensavo che la mia candidatura potesse aiutare un festival che ho sempre seguito e amato. Purtroppo, invece di semplificare, la mia presenza ha complicato le cose. Si e’ creata subito un’atmosfera di tensione, polemiche e accuse reciproche.Si e’ parlato di organizzare due festival concorrenti nella stessa citta’, qualcuno ha accennato a mancanza di etica, si e’ anche detto che io sarei stato lo strumento dei politici per soffocare l’indipendenza del festival. No, non ci siamo capiti. Forse mi avete confuso con qualcun altro.Avrei voluto fare un festival condiviso da tutti coloro che amano il cinema, purtroppo pero’ questa vicenda nasce male, c’e’ come un’ ombra che non mi farebbe lavorare con gioia ed entusiasmo.

Nanni Moretti

 

Papè Satàn

Papè Satàn

Dino Risi ha novant’anni e  una sceneggiatura nel cassetto.L’ha scritta insieme ad Age e Scarpelli. Si chiama Papè Satàn,  sottotitolo: Visitate l’Aldilà : Il Papa annuncia che le Potenze dell’Oltretomba concedono il permesso di visitare Inferno,Purgatorio e Paradiso.Una troupe televisiva parte per un reportage filmato e scopre che Al Capone sta in cielo e Giovanni XXIII brucia agl’inferi.Un mondo alla rovescia  insomma ma poi si viene a sapere che è tutto un trucco della CIA della Coca Cola e dei democristiani.Il cinema ha qualcosa a che vedere con la longevità : Risi ,Antonioni,Olmi,Monicelli sfiorano tutti la novantina,Luciano Emmer,straordinario, l’ha superata da un pezzo e il suo ultimo film ha la verve di un giovane autore.

Forse è vero che il cinema di casa nostra, salvo rare eccezioni, non sa più parlare della società italiana.Il talento di Risi invece è tutto racchiuso nella capacità di fissare attraverso una singola inquadratura, un’allusione del montaggio,un’ impercettibile pausa nella recitazione,la Storia , come se puntasse la macchina sulla piccola vicenda dei protagonisti e poi  allargando via via l’inquadratura ci mostrasse un Contesto quantomai variegato eppure estremamente “leggibile".Sono sufficienti il bikini di Marisa Allasio allo stabilimento del Ciriola sul Tevere,il visone di Lea Massari e il montgomery di Alberto Sordi,la seicento di Tognazzi per raccontare gli anni cinquanta – sessanta,il moralismo,la caduta del sogno e il boom economico.

E poi Risi è il punto di congiunzione fra il Cinema e Roma come luogo ideale per indagare sui palazzi di potere,sulla povertà delle borgate,sul disfacimento della nobiltà e sulla irresistibile ascesa dei vincenti.Tutto è possibile in una città che concepisce solo l’eternità e l’istante presente. A Villa Borghese ci sono Vittorio Gassman e Anna Maria Ferrero nel Mattatore,poco più in là sul pratone dietro ai Parioli Agostina Belli nelle ultime sequenza di Profumo di donna.A Piazza Navona il Tigre i Seduttori della domenica,il Profeta e tutta la saga dei Poveri ma belli in cui l’androne di uno dei palazzi viene sostituito con un gioco di montaggio con quello di uno dei tanti casermoni di periferia.Roma del resto è un Mostro dove tutto s’affastella,si sovrappone,s’accumula.Poi ancora metafore e profezie, col palazzo di Giustizia in procinto di crollare In nome del popolo italiano,lo stadio vuoto in un pomeriggio di sole,primissime inquadrature di Straziami ma di baci saziami e a seguire un bel giro largo, Trinità dei Monti,San Pietro,Borgo Pio,Portico d’ Ottavia,Campo de’ Fiori,piazza Farnese,Ostia,Cinecittà e San Givanni Bosco .Ci sono anche le stanze del Papa  durante le indagini di un omicidio in Vaticano, ne Il commissario Lo Gatto.

Se poi si vuole fare un giro in macchina,c’è la spider targata Roma 329446 con a bordo Gassman,Trintignant e soprattutto  la modernizzazione del paese.Agosto 1962 in una Roma spopolata ,piazza di Spagna,piazza del Popolo,la Balduina,Monte Mario,San Pietro e poi l’Aurelia verso Castiglioncello.

Dino Risi abita al residence Aldrovandi vicino a villa Borghese.Quando  passo sotto le sue finestre mi viene voglia di dare un paio di accelerate come nel Sorpasso ma c’è rischio di andare a finire sulle rotaie del tram.Due o tre colpi di clackson però, li invio sempre, in omaggio al mito on the road dei nostri anni ruggenti.(chissà che parolacce).

Ecce Nanni

Ecce Nanni

 Nanni Moretti

 

I

Una costruzione di epoca fascista (ex dopolavoro ferroviario), il giardinetto  di pittosfori con le magnolie  davanti alla porta d'ingresso, l' atrio classico con la cassa anni 60  ,la sala di proiezione ampia e, alle spalle dell'edificio ,l'Arena.Nanni Moretti,nell'immagine, è seduto  proprio sulle scomode poltrone dell'arena.E' il Nuovo Sacher,il suo cinema.Qualche anno fa, tra i critici era diventato molto di moda rimpallarsi una tesi secondo la quale Nanni Moretti , in realtà non facesse "cinema".Manco a dirlo,  lui i critici e i giornalisti ha immaginato più volte di torturarli e un'incauta intervistatrice è stata in un attacco di rabbia, persino schiaffeggiata.Tutta roba che è naturalmente successa in due dei suoi non-film.Ad ogni buon conto in qualunque modo si chiami ciò che fa Nanni Moretti quando prende in mano la macchina da presa, il suo, Ecce Bombo,opera seconda, datata 1978, è tornato nelle sale con copia restaurata di fresco.Quando uscì per la prima volta, al cinema Barberini,  uno dei più belli ed eleganti di Roma,l'autore che aveva venticinque anni, nascosto dietro alle colonne dell'atrio andava a spiare il pubblico che faceva la fila al botteghino,voleva vedere quanti fossero,contarli,ma soprattutto era interessato a capire chi fossero.Questo rituale si ripetè per parecchi giorni, ogni volta che cominciava una proiezione.Il "vizio" di spiare il pubblico a Nanni Moretti non è ancora passato, solo che la postazione odierna, è quella di gran lunga più "comoda" di gestore di un cinema che a Roma, è impegnato a proporre sempre programmazioni di alta qualità.Ecce Bombo a noi contemporanei (e coetanei) era sembrato un film molto ironico sui nostri linguaggi, sulle nostre ossessioni  e sui nostri tic.Femminismo e autocoscienza declinati al maschilei,il "parliamo" del  privato/politico,la collettivizzazione del "tradimento" erano iresistibili.Nessuno pensava alla rappresentazione generazionale ne' alla fine della politica ne' a tutto il resto delle pretese postume che la critica mise in campo anni dopo.Goffredo Parise scrisse "Il piccolo mondo internazionale che Nanni Moretti ha rappresentato con il suo bel film, è la risposta di un intellettuale di ventiquattro anni,assolutamente autentico,ai molti ansiosi e convenzionali e anziani interrogativi "Dove andrà a finire la gioventù"?.

 

No veramente non…non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo…no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo?. Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate "Michele vieni di là con noi, dai" ed io "andate, andate, vi raggiungo dopo". Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo

da Ecce Bombo

Marie Antoinette

Marie Antoinette

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Via le Norma Shearer – pensa ..mamma sarò regina ….regina di Francia –
 via i John Barrimore, via Robert Taylor, legnosissimo e castissimo Fersen e via pure tutte le Marie Toinette del passato,magari teniamo a portata di mano “La presa del potere da parte di Luigi XVI” di Rossellini  per quella concentrazione in un solo luogo, Versailles,di complessi processi storici politici ed esistenziali,la Religiosa di Rivette per il punto di vista femminista sul 700 illuminista e feudale e Rohmer sui limiti rivoluzionari dei giacobini.Dunque qui non si tratta di piangere calde lacrime sulla sorte di una sventurata madre trucidata ma di capire il suo ruolo di donna anomala e regina  che costruì ma non subì, la fine del suo mondo.Bello più del previsto ma non solo ,come scrivono, per  l’idea postmoderna di una colonna sonora rock  ( Cure ,Air,New Order ) che, se è dissonante rispetto a epoca e costumi, non lo è affatto rispetto all’atmosfera del film ma per questo indagare  sullo smarrimento adolescenziale e sulle altrui aspettative, o sull’essere costretti a crescere in un mondo futile e vuoto in mezzo a rituali incomprensibili e grandi ostilità.La rivoluzione appare solo alla fine lontana in mezzo a bagliori e urla per la scelta di Sofia Coppola di enfatizzare l’isolamento dal paese reale affamato e in tumulto.Non sfugge (e tanta parte ha nel racconto) la grande complicità tra personaggio, regista e attrice in triangolazione quasi perfetta.La Dunst, perlacea, è una vera Toinette così come ce la tramandano i ritratti e d’altra parte chi meglio di Sofia Coppola del avrebbe potuto raccontare come si vive e si cresce quando si è figlie di uno degli oligarchi di Hollywood?

 

 

Marie Antoinette è un film di genere drammatico, storico della durata di . diretto da Sofia Coppola e interpretato da Kirsten DunstJason SchwartzmanRip TornJudy DavisAsia ArgentoMarianne Faithfull,Aurore ClémentGuillaume GallienneSteve CooganRose Byrne.
Prodotto nel 2006 in USA e distribuito in Italia da Sony Pictures Releasing Italia il giorno .

 

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Il fascino discreto del Tiranno

Il fascino discreto del Tiranno

Isola d’Elba 1814. C’è  un giovane maestro ,velleitario visionario,ossessionato dal tirannicidio che è stato licenziato dalla scuola per le sue idee sovversive .C’è la sua amante una baronessa godereccia e un pò mignotta, (per ammissione della stessa interprete Monica Bellucci) una donna che non è vissuta e resta attaccata alla sua giovinezza perduta E poi c’è tutto un ambiente provinciale e isolano scombussolato ed esaltato  dall’arrivo a Portoferraio di lui ,proprio lui ,Napoleone al suo primo esilio.Rivisitazione del bel libro di Ernesto Ferrero il film si dipana intorna al tema tutto novecentesco del fascino persuasivo del tiranno in questo caso interpretato da un Daniel Anteul bravo da non far rimpiangere nemmeno un po’ ne’ gli Steiger ne’ i Brando, con l’impeccabile interpretazione della noia e dei poco imperiali vezzi quotidiani

Alla fine il giovane maestro,assunto come bibliotecario da Napoleone non riuscirà nell’intento tirannicida ma rimarrà affascinato dalla personalità del generale che tuttavia tornerà a deluderlo  portandosi via nella fuga anche la baronessa Emilia.

Molti hanno contestato l ‘eccesso di livornesità e invece a Virzì va dato merito di una direzione molto accurata e di una discreta chimica con gli attori, ciò ha consentito a  Massimo Ceccherini, di affrancarsi dalla sua maschera consueta impersonando Cosimo, un locandiere impacciato che corteggia la Diamantina della bravissima Sabrina Impacciatore con uno stile ed un linguaggio sorprendentemente misurato.