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Categoria: The revolution will not be televised

Riequilibriamoci

Riequilibriamoci

20090416primapagina

Dopo la retorica – come ti sbagli –  viene il paternalismo delle sospensioni e dei correttivi,  riequilibrio lo hanno chiamato. Meglio non pensare a  come potrebbe realizzarsi,  in termini giornalistici,  una simile imposizione ma una cosa è certa :  falsità, bugie, fatti mai verificatisi, nel corso della scorsa puntata di Annozero, non devono essere passati. Che altrimenti si sarebbero pretese  le smentite. Non gli aggiustamenti

Tanto basta per vedere l’operazione per quel che è : la solita manovra che tra redde rationem e censura, viene contrabbandata per tutela della sensibilità e del buon gusto, presumibilmente di Governo, visto che altre Istanze non si sono lamentate,  tantomeno gli spettatori che continuano numerosi a guardare Santoro con gran soddisfazione dell’auditel e degli inserzionisti. Ciò sia detto così.. tanto per parlare una lingua che dovrebbe essere cara agli aziendalisti del servizio pubblico.

Niente di nuovo dunque, ed è per questo che ci si augurano reazioni degl’interessati, non improntate al vittimismo, poiché, in tal caso, l’affresco consuetudinario sarebbe stucchevolmente completo.

Quel che infastidisce, tuttavia  non è solo l’intenzione smaccatamente censoria del provvedimento, ma il fatto che tra i detrattori spicchi un discreto gruppo di esercenti la medesima professione dei sospesi e dei riequilibranti. Qualcuno finanche con buone attitudini di corifeo.

Si vede che la benevolenza governativa è più importante della dignità e della libertà di scelta. Ma che bravini.

Mi spiace non disporre di riproduzioni di buona qualità delle vignette di Vauro, volentieri avrei messo in cima al post quella sull’aumento delle cubature cimiteriali. Ma ci mancherebbe altro, dopo la sospensione pure lo sgarbo di proporne il lavoro attraverso  immagini sfocate o deformate. Un po’ troppo

Gl’Indios però, no…

Gl’Indios però, no…

Mi sento un po’ presa per i fondelli quando leggo che Vladimir Luxuria parteciperà all’Isola dei Famosi per portare all’attenzione dei telespettatori le problematiche che  affliggono gl’Indios  in Honduras. A me non sarebbe sembrato così  stravagante, concluso il mandato parlamentare, che Luxuria, professione soubrette – seppur sui generis –  fosse tornata alle  sue tradizionali occupazioni magari   sostenuta dall’impatto della  sua centuplicata notorietà. Non vedo, dunque,  per quale motivo si senta la necessità di nobilitare una scelta attinente alla carriera, strumentalizzando condizioni umane la tragicità delle quali, mal si addice allo Spettacolo e alla disinvoltura delle sue regole, alla conduttrice strillazzante e con pretese, al clima complessivo dei realities che tutto maciullano in nome dell’audience. Credo che questa trovata della missione sociale nasconda una bella dose di moralismo. Non si ha il coraggio di dire che il cachet, unica ragione possibile di una  scelta tanto deprimente, è tale da sostentare interi villaggi di honduregni per tutta la vita? Si rinunzi, starebbe a significare che un minimo di buon gusto ancora è rimasto. Coloro  che di Luxuria hanno apprezzato la battaglia, si sarebbero fatti bastare quello. Diversamente  si vada al lavoro in Honduras, non si può dire a testa alta, vista la scarsa qualità dell’impegno richiesto, ma con un briciolo in più di schiettezza, lasciando ad altri le ipocrisie. La politica spettacolo non può disturbare solo quando è di berlusconiana provenienza.

Quante storie…( se otto milioni vi sembran pochi )

Quante storie…( se otto milioni vi sembran pochi )

tricarico

Primum Auditel . Ma non avendo ancora imparato a coniugare la qualità con il box office, si rimane nella terra di nessuno con un contenitore ibrido, non dissimile da quelli che la televisione somministra abitualmente. Con la bionda e con la mora, rintanate nei rispettivi ruoli, che convivono col fischio di De Andrè, la coreografia di Gino Landi  con i licenziati e le mise di Ferrè (negli unici due abiti della collezione in cui cita Capucci) con i precari, più una valanga di messaggi edificanti, una consistente dose di luoghi comuni vecchi e di ultimissimo conio e molti spot . Niente di male, in fondo il potpourri apparentemente sconclusionato è la ricetta che sta alla base di Blob, ma in quel caso  il motore è la satira e il filo conduttore un montaggio fortemente allusivo.Qui invece ci si prende sul serio . Ad ogni buon conto  per essere uno spettacolo che poggia su una formula antiquata  e che nonostante tutti gli sforzi e gli ammicchi, si destina ogni anno di più, ad un pubblico anzianotto, gli otto milioni di telespettatori  che diventano dieci, quando l’Irregolare si ammanetta per cantare fuori concorso,non sono poi una gran tragedia.Raccolta pubblicitaria stimata in quaranta milioni , da ricontrattare o compensare per il futuro, a parte La televisione generalista è morta (da un bel pezzo) come ci viene ripetuto , ma non sarà il Festival a seppellirla definitivamente. In tutto questo, la musica si comporta come può, perso il suo ruolo centrale, procede per conto proprio, qualche lampo, qualche caduta ,un po’ di premi. Al solito. Salvo che in televisione la ripetitività uccide più che altrove, tra una settimana tutto sarà dimenticato così si potrà procedere a designare il prossimo innovatore o a confermare chi già c’è ( è indifferente). A meno che non si voglia cominciare a falcidiare dalla prima fila, giù in platea ( non sarebbe indifferente).

Se l’Evento non c’è (meglio inventarlo)

Se l’Evento non c’è (meglio inventarlo)

Qui non si è guardato Sanremo non già perchè si sia esclusivamente dediti ai quintetti d’archi, alla Qualità Totale, o all’ascolto di  performances di sceltissime avanguardie, ex o in carica che siano (tutto cambia meno l’avanguardia). Ne’ si è totalmente insensibili al fascino del Nazional Popolare da Vola – colomba – bianca – vola – diglielo – tu, ai giorni nostri. Semplicemente da tre giorni tre, per motivi di servizio , si torna a casa, troppo tardi alla sera, giusto in tempo per il Dopofestival di Elio e le Storie Tese, pregevole anzichenò quantunque le speranze che il match Luzzatto Fegiz vs Cutugno portasse all’annullamento totale dei contendenti, siano durate l’espace d’un matin. Pace (pubblica!) fatta tout de suite come da protocollante Costume Nazionale.Che amarezza. Essendo però discretamente interessata alle sorti  della tripletta Tricarico – Cammariere – Gazzè e libera per tempo in serata , provo ad allestire il desco e l’apparecchio televisivo per amici egualmente desiderosi capire perchè se, come tutti dicono, L’ Evento non c’è , se ne parli tanto, ovvero perchè il calo di ascolti sia più analizzato, discusso e rilanciato di quanto quel  terzo di elettori, probabili astenuti nel voto di aprile, meriterebbe .Ovviamente non sarà questo il vero piatto forte della serata ma, da domani si potrà conoscere anche il parere della Tenutaria sul Festival 2008 . Manca solo quello, a quanto sembra.

Nell’illustrazione l’avanguardista Faithfull Marianne in concorso a Sanremo nel 1967 con il brano ” Quando ballai con lui ” il cui testo, per decenza, si evita di riportare

Tutto qui? ( Martiri del Sistema )

Tutto qui? ( Martiri del Sistema )

AnnozeroNel giorno delle esequie di Enzo Biagi, Annozero ne ha ricordato la figura con una puntata dedicata all’ Informazione. Giustissimo, sebbene i microfoni spianati sul Presidente del Consiglio e sul Ministro delle Comunicazioni chiamati a rispondere dell’iter  della legge Gentiloni sulla soglia della camera ardente, non siano apparsi di grande eleganza. Del resto il giornalista se non è un po’ barbarico, che giornalista è? Ad ogni buon conto, in studio si è colta l’occasione per parlare di editto bulgaro, ostracismo,di condizionamenti,di politica invadente di lottizzazione e di Rai. Non di Qualità che pure credo, sia stato uno degli assilli di Enzo Biagi ma è sottinteso che quando in una trasmissione (o altrove) si è molto impegnati a interpretare il ruolo di Martiri del Sistema non si ha molto tempo per occuparsi d’altro.Viene da pensare che appena un mese fa dopo aver visto una delle puntate più  fumose della Saga Santoriana, siamo andati a dormire con la netta convinzione di vivere in un Paese dove i Ministri Indagati rimuovono i Giudici Scomodi con la connivenza del Parlamento Intero . Nella stessa circostanza  i magistrati presenti – Forleo e De Magistris – con o senza metafore letterarie di un certo impatto, hanno lasciato intendere di essere costantemente nel mirino di pressioni e di istituzionali inviti alla prudenza.Nei giorni successivi una bagarre giurisprudenzialpolitica ha occupato, tra dichiarazioni,chiarimenti smentite e articoli sui giornali, il dibattito nazionale.Infine si è capito che non c’era nulla da capire, atteso che il Ministro di Giustizia avesse agito senza strappi alle procedure e che ogni altra considerazione poteva essere sospesa  in attesa del verdetto del Consiglio Superiore della Magistratura al quale è stata correttamente affidata la valutazione dell’intera vicenda De Magistris . Per quanto invece riguarda Clementina Forleo ieri l’altro è stata ascoltata dalla Prima commissione del Csm  al quale ha riferito di : 

Un colloquio amichevole nel corso del quale il procuratore generale di Milano Mario Blandini avrebbe consigliato al gip Clementina Forleo di essere prudente, cioe’ di depositare, come prevede la legge, solo le intercettazioni strettamente attinenti all’inchiesta sulle scalate bancarie; facendole presente anche di essere venuto a conoscenza della preoccupazione del leader diessino Massimo D’Alema che finissero con il diventare pubbliche anche sue conversazioni personali, in cui avrebbe espresso giudizi poco lusinghieri su suoi colleghi di partito, come il segretario Piero Fassino.(Ansa)

Tanto rumore per nulla. O troppo poco per giustificare, il clima avvelenato,le manifestazioni di solidarietà,le ricadute, il senso di smarrimento che i cittadini possono aver provato di fronte al fatto che non ci si può sentire tutelati se gl’intralci alla Giustizia sono così scientifici,puntuali come si è voluto far credere.Non mi sono trovata d’accordo con il giudice Forleo per una serie infinita di motivazioni che ho già espresso altre volte ma sono altrettanto convinta che di tutta la confusione che è scaturita ( e che invariabilmente le si è ritorta contro in termini anche di evidente sofferenza ) lei abbia responsabilità assai circoscritte.Tornando all’Informazione credo che oltre alle puntate in cui si evidenziano in termini drammatici, le storture di cui siamo vittime, sarebbe doveroso imbastire un Puntatone in cui si fa chiarezza sull’intera Questione dei Giudici, nei termini in cui realmente è , abbandonando il ricorso ai toni scandalistici,sull’accaduto non sarebbe male, porgere le scuse al Ministro Mastella trattato un po’ come la pezza da piedi del giornalismo arrembante.Ma mi rendo conto che sarebbe troppo pretendere.