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Categoria: libri

Maximum City (si può tornare a casa?)

Maximum City (si può tornare a casa?)

Maximum city sottotitolo dell’edizione americana Bombay Lost and Found , Bombay perduta e ritrovata ( a noi è toccato Bombay città degli eccessi) è il bel libro di Suketu Mehta ,giornalista per eleganti riviste americane ( Harper’s,The voice of village,Granta), sceneggiatore per Bollywood, alla sua prima prova di scrittore.Riuscita,va subito detto, come meglio non si sarebbe potuto.Dopo ventun anni vissuti tra l’Europa e gli States Metha torna in qualità di NRI indiano non residente,(esponente dunque di una delle più grandi diaspore del mondo) e trova che nel frattempo la città è diventata eccessiva,intasatissima,immensa,divisa tra lusso e slums,tra potere e miseria,tra legalità ed illegalità,divisa tra passato estremo,presente altrettanto estremo e futuro conseguentemente estremo.Gli autori di razza sono invisibili,in questo caso la materia estremamente ricca e complessa, impone di essere dietro alle cose,di nascondersi dietro alle domande e, impercettibilmente, di ottenere le più incredibili risposte : ne fuoriesce a valanga il ritratto di una città esplosiva,la rappresentazione dell’incubo e della meraviglia urbana.Come si sopravive in una città in cui l’Alta Corte  ha decretato che le estorsioni sono deducibili dalle tasse?Quanto costa un killer?(35 dollari).Come sono le condizioni abitative in condomini in piena deregulation dove tutti, approfittando di una vetusta legge sul blocco degli affitti che scoraggia i proprietari da qualsiasi intervento manutentivo,fanno dispetti- elettrici,idraulici,strutturali – a tutti, spesso a rischio di crolli e disastri?Accanto al racconto di una quotidianità resa con distaccato umorismo,Mehta indaga la grande criminalità,i contrasti etnico religiosi e Bollywood e lo fa intervistando alti ufficiali di polizia,celebri per essere incorruttibili ma dalle maniere spicce (la tortura è una pratica corrente),o l’esponente di spicco del del Shiv Sena il partito nazionalista indiano che vanta i  musulmani assassinati nei moti del 1993 e che adesso fa affari con i sopravvissuti,gestisce una televisione via cavo,non fa mistero di nutrire una forte ammirazione per Hitler e manda la figlia in una scuola elegate e prestigiosa della città.Un libro pieno di cose e di storie in cui Mehta racconta tutto con la grande qualità dei giornalisti che non inquinano i fatti con le opinioni ma che puntano alla rappresentazione attraverso una scrittura densa ed efficace :al di là del Taj Mahal dell’India Gate zona in cui in genere i turisti si fermano c’è, come e per gran parte dell’India,un’altra città,un altro mondo:una sorta di laboratorio folle del futuro della convivenza urbana e forse della civiltà.

Maximum City – Bombay la città degli eccessi-   è un libro di Suketu Mehta tradotto da Fausto Galuzzi e Anna Nadotti.Edizioni Einaudi

Macchiavelli per imprenditori hip hop e altro

Macchiavelli per imprenditori hip hop e altro

 

Mi aveva meravigliato sapere che i due volumi di Robert Greene ,uno intitolato Le 48 leggi del Potere e l’altro Le 35 strategie della Guerra, facessero parte delle consultazioni abituali di Bill Gates, Fidel Castro, Tony Blair e di molti altri capi di stato.Visti da lontano quei due testi avevano tutta l’aria del tipico prodotto americano di stampo comportamentista – “Come lasciare vostro marito in tre giorni” o “Come trovare un lavoro che vi renderà ricchi e soddisfatti”-.La lettura di entrambi, ha rivelato tutt’altra natura,  confermando così, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto i pregiudizi (pseudo)culturali siano i peggiori nemici di chi insegue un po’ di conoscenza .Anzi a tal proposito  c’è solo di che dispiacersi che il terzo volume The art of Seduction non sia stato ancora tradotto.Somigliante in parte ad manuale Tao di quelli che facevano impazzire i managers di wall street negli anni ottanta,Le 48 leggi del potere è strutturato in altrettanti capitoli recanti ognuno la legge,la sentenza, l‘osservanza della legge, la chiave e l’opposto.Un ricco corredo di riferimenti e note a margine (il margine laterale …e in rosso per giunta)  derivanti da indagini storico filosofiche  svolte con accuratezza, arricchisce la trattazione contribuendo in maniera appropriata alla corretta lettura particolarmente delle sentenze.Il potere di cui trattasi non è considerato mai in chiave di  esclusivo tornaconto personale e seppur alla legge n 11 si può leggere : Rendete le persone dipendenti, la n 26 recita senza dubbio  Preservate pulite le vostre mani. Dice Greene che aspirare al potere non è male,tutti noi lo facciamo chiedendo semplicemente attenzione ma siamo anche molto ipocriti rimanendo così mezze volpi o mezzi leoni affetti da sentimenti biblici di gelosia ed avidità.Dice anche che il suo più grande desiderio è che la  legge n 22 l’arte di sapere quando fermarsi  possa servire a lasciare l’Iraq.Robert, democratico convinto, infatti con i suoi libri  sembra più voler contrastare la gestione distorta del potere e i suoi squali, indicando strade e comportamenti che non siano di piagnucolosa autodifesa.Non stupisce quindi apprendere come le quarantotto leggi siano diventate la bibbia dei rapper alle soglie della seconda evoluzione del hip hop .Superata la cultura gangsta o dello spaccone di strada, gli artisti neri hanno capito che per uscire dalla trappola dello sfruttamento discografico dovevano diventare imprenditori di se stessi,creando le loro etichette.Le 48 leggi che non richiedono una lettura lineare, facevano al caso loro.Tanto che l’ineffabile Robert sta lavorando all’edizione pocket delle 48 leggi per ragazzi di strada con la collaborazione del rapper e neoimprenditore 50 cent. Reintitoleranno l’opera le 50 leggi.

Uno uomo che voglia fare in tutte le parte professione di buono,

conviene rovini infra tanti che non sono buoni.Onde è necessario a

uno principe,volendosi mantenere,imparare a potere essere non

buono et usarlo secondo la necessità.

Il Principe  Niccolò Macchiavelli 1496 1527

Le 48 leggi del potere è un libro di Robert Greene  tradotto in italiano da Angelini,Bua Manganello,Menga ed edito da Baldini Gastoldi Dalai editore

 

Il libro dei libri persi o mai scritti

Il libro dei libri persi o mai scritti

 

Sofocle scrisse centoventi drammi.Ne restano solo sette.L’opera di Celso è andata completamente perduta, se ne trovano tracce nel discorso di Origene Contro Celso  (che è la confutazione di Discorso Veritiero, un’opera anticristiana) ma dello stesso Origene, considerato uno dei maggiori esegeti di sacre scritture, mancano ben otto volumi di Omelie sulla Genesi.Agatone era un poeta e un raffinato e discusso autore di tragedie,Platone lo cita nel Simposio dove lo troviamo a discettare di Eros  con Socrate e Aristofane, tanto per dire il livello.Aristofane lo sfotte nelle sue "Donne alla festa di Demetra, a forza di spulciare le citazioni, molto possiamo dire di Agatone,della sua omosessualità e della sua preferenza per gli abiti femminili ma di lui rimangono solo due frammenti L’arte ama il caso e il caso ama l’arte e “Solo questo è negato anche ad un dio : cancellare il passato entrambi tramandati da Aristotele ma ce n’è di che farsene a malapena due mattonelle ammonitrici da appendere in cucina.Ancora Aristofane nelle Rane fa parlare un Eschilo che è consolato di essere nell’Ade dal fatto che tanto le sue opere gli sopravviveranno ma, a parte l’Orestea,nient’altro possiamo leggere di lui.Gli eredi,l’editore e il biografo di Byron bruciarono le sue Memorie con la benedizione dell’esecutore testamentario perchè ritenute adatte solo per il bordello.

Ma perchè i libri si perdono?Stuart Kelly dedica a questo interrogativo un vivacissimo saggio,il Libro dei libri perduti sostenendo che,talvolta è per insoddisfazione dell’Autore che le fiamme hanno la meglio sulla produzione letteraria,poi c’è il cambiamento di gusto e di mode che si avvicendano, ma più in generale gran parte della produzione letteraria è fatalmente destinata al macero e al dimenticatoio,lo vediamo ancor di più oggi, sommersi come siamo da migliaia di libri che durano un attimo.Per questo si compilano le Storie letterarie : regesti o mappe,di opere che sfideranno il tempo.Il libro di Stuart Kelly dunque è una curiosa contro-storia dei libri che non si potranno mai leggere.E se alle biblioteche mancano chilometri di scaffali dell’opera di questo o di quell’altro autore anche gli spazi privi  dei libri mai scritti non scherzano.Melville e Hawtorne si contesero la storia di Agata  Hatch (naufragi,bigamie, abbandoni, il tutto molto in 800 style) Ma anche se Melville infine  cedette all’idea che l’autore della Lettera Scarlatta fosse più adatto a scrivere una simile storia, non se ne fece nulla lo stesso.Flaubert annunciò in più d’una delle sue lettere,l’intenzione di scrivere un romanzo “prolisso metafisico eccentrico” su come nasce la follia, titolo previsto : La Spirale. ma anche questo non vide mai la luce.In compenso Flaubert nei momenti di depressione dichiarava di voler essere sepolto con tutti i suoi inediti,il che avrebbe significato un bel grattacapo, visto il volume della fluviale corrispondenza.Le opere perdute emanano il fascino sottile delle cose che avrebbero potuto essere e non sono state ma con buona pace di Borges e dell’Universo Biblioteca,ci sono moltissime opere che potremmo leggere e che non leggiamo,cosicchè dall’Universo si passa facilmente al Cimitero dei Libri Dimenticati.Zafon docet.

Il libro dei libri perduti è un libro di Stuart Kelly tradotto  da Roberto Zuppet per  Rizzoli Editore

A wishful dictionary made in U.S.A

A wishful dictionary made in U.S.A

Più di mille definizioni contro la lingua,la cultura e la società dell’America d’oggi,oltre duecento estensori del calibro  di Kurt Vonnegut,Johnatan Franzen,Stephen King, Michael Cunningham,questo Futuro dizionario d’America editato in un immaginario 2034, continua la tradizione anglosassone,più che statunitense, di Orwell, Lewis Carrol e Johnatan Swift. Utilizzando tecniche di punning ed efficaci non-sense ,propone neologismi e parole ri-semantizzate , appartenenti ad un’epoca, quella di Bush ,oramai trascorsa, non a caso lo stesso lemma Bush curato da Paul Aster riconduce il sostantivo alla sua area semantica di competenza Famiglia velenosa di cespugli (shrubs) oggi estinta.L’America evocata da questo dizionario dell’utopia contemporanea è un luogo ashscroftato,dove chi ha fissazioni religiose è giudicato inadatto all’esercizio dei pubblici uffici.Dove nelle edicole si vendono truespapers ossia i “veridiani",organi di stampa quotidiana centrifugati nell’ “onestizzatore",macchina capace di eliminare il contenuto fasullo,correttamente stimato nell’ 83% di quanto precedentemente pubblicato.Dove ci sono i paxpayers contribuonisti, gente che avendo ottenuto dal Fisco la possibilità di scegliere la destinazione dei propri versamenti,indica unicamente “scopi pacifici”.Si tratta di un domani ipercondriaco dove ogni cosa si avvicina alla perfezione.Ma l’ipercondria secondo la stessa definizione del Dizionario "può denotare autoinganno e volontà del soggetto di non riconoscere il problema”.

L’idea che il mondo possa essere come lo diciamo  può apparire ingenua ma al centesimo great! terrific ! Wow ! Excellent! il sospetto comincia ad insinuarsi se non a farsi realtà.L’America è il suo linguaggio .Il suo spirito diventa l’anima delle parole che vengono usate.L’energia,l’ottimismo, l’entusiasmo si esprime a grandinate di Cool !.Sono espressioni che danno coraggio che aiutano a varcare la soglia del futuro.La sensazione  è che a forza di evocare una realtà positiva ,fantastic !, quella si materializzi anzi sia già lì.L’eliminazione dalla lingua parlata dei termini negativi non è sufficiente.Il passo decisivo è la loro conversione.Così terrific! o dramatic! possono essere rispettivamente le definizioni di un abbigliamento elegante o di un panorama mozzafiato.Non intendono dire spaventoso come sarebbe letteralmente ma meraviglioso.Così quel senso di spavento si trasforma in meraviglia di fronte al sublime.Anni d’induzione all’ottimismo hanno prodotto un distacco dalla realtà in larga parte dell’America e per riportarla con i piedi per terra è tempo di dire le cose come sono.Ecco allora che un nutrito gruppo di scrittori anticonformisti prova a piegare il futuro ai propri desideri,non con l’impegno politico ma con quello linguistico,creando parole e affidando alla realtà,il compito di adeguarvisi rendendo il significato come un dato di fatto e non come qualcosa di sperato :

SLOUDGE – sost da slow lento e sludge melma.COMMELMA : ore e ore di analisi e commenti,in genere sui canali satellitari d’informazione che seguono le notizie dell’ultimora,vale a dire eventi che sono appena accaduti e che quasi sempre (ma non necessariamente) si attengono alla legge non scritta dei notiziari televisivi.”Senza sangue il tg langue”.La maggior parte della commelma si produce intorno ai tavoli luccicanti dove uomini bianchi sovrappeso discutono di argomenti quali : il complotto della sinistra,la responsabilità fiscale,le politiche isolazioniste di revisionismo.Agli inizi del XXI secolo,alcuni esperti di Commelma venivano pagati milioni di dollari,non solo per dimenare il doppio mento davanti alle telecamere ma anche per tenere discorsi pubblici e scrivere libri.Alla conferenza stampa del presidente sono seguite tre ore di commelma su MSNBC e sei ore di Commelma su Fax

Stephen King

RUMSFELD – sost dal nome di Donald Rumsfeld,ministro della difesa americano durante la presidenza di George W. Bush : chi riesce a tollerare senza difficoltà le vittime di guerra.

Kurt Vonnegut

CHIRAQUI  [shee-rak’-ee] sost. chiracheno (dal nome del presidente francese Jacques Chirac, e iraqi, «iracheno»); termine usato in passato per definire chiunque manifestasse sentimenti anti-Bush, in particolare funzionari di grado elevato dell’amministrazione francese.

Paul Muldoon

CRUSADE [kroo sayd] sost crociata 1) (obsoleto) termine razzista di ampia diffusione,invisa alla maggior parte della popolazione musulmana mondiale e di conseguenza evitato nelle conversazioni educate che indica un conflitto o pogrom imperialistico intrapreso al fine di eliminare i cittadini di un paese straniero,civili o militari che siano. 2) Tentativo di genocidio o di distruzione su vasta scala. 3) Sforzo da parte degli evangelizzatori, noti anche come fedeli dislessici, di convertire i passanti,risultante nella morte accidentale  o nell’omicidio preterintenzionale degli evangelizzatori stessi.Condusse la sua crociata battista a Cincinnati dove ovviamente fu investito e ucciso da un autobus 4) Tentativi abortiti di indurre i consumatori ad acquistare prodotti inutili.La crociata della Disney per il nuovo film con Ben Affleck,ha portato ad un nuovo calo nelle azioni.

Rick Moody

FUTURO DIZIONARIO D’AMERICA è un libro curato da Dave Eggers, Jonathan Safran Foer, Nicole Krauss, Eli Horowitz  e tradotto da :

Katia Bagnoli, Paolo Bernagozzi, Matteo B. Bianchi, Luca Briasco, Marco Cassini, Adelaide Cioni, Matteo Colombo, Francesco Colombo, Ivan Cotroneo, Riccardo Duranti, Riccardo Falcinelli, Matteo Falomi, Andreina Lombardi Bom, Tiziana Lo Porto, Dario Matrone, Giorgia Monterubbiano, Enrico Monti, Edoardo Nesi, Francesco Pacifico, Valerio Piccolo, Lorenza Pieri, Veronica Raimo, Martina Testa (cioè i migliori traduttori italiani)

Edito da ISBN

 

 

Monsieur Bovary e il suo doppio

Monsieur Bovary e il suo doppio

Il Flaubert della corrispondenza, come spesso capita, a chi trascorre magari un giorno intero a tornire una sola parola si abbandona ad uno stile necessariamente istintivo,imperfetto non ossessionato dal genio.Sono  tremilasettecento le lettere,indirizzate a Louise Colet, a Maupassant, a Zola a George Sand ma anche alla madre, alla sorella o alla nipote .e costituiscono uno zibaldone di viaggi,esperienze e avventure erotiche, ben più ampio dell’educazione sentimentale.Così l’ opera  più grande di Flaubert, secondo Gide,l’epistolario  appunto, esce  in una selezione a cura di Franco Rella,che si adopera nel tentativo, riuscitissimo, di cogliere le due facce dello scrittore,quelle che nessun biografo ha mai potuto raggiungere. Tutti i romanzi che Flaubert non ha scritto sono qui  compresa la seconda parte del Bouvard e Pecuchet..C’è la prima lettera scritta a nove anni,c’è il Conte oriental composto nelle missive dall’Egitto con i danzatori “abbastanza brutti ma affascinanti di corruzione,di degradazione intenzionale,nello sguardo“.Si parla della propria sodomia in pubblico e a tavola “Viaggiando per istruirci e con un incarico governativo,abbiamo considerato nostro dovere dedicarci a questo tipo di eiaculazione“.L’occasione non si è ancora presentata ma Gustave la cerca nei bagni,dove si pratica.Ma è ancora la stupidità la lente più costante attraverso la quale osservare il mondo : la facile letteratura,la società,la politica.La noia,il pessimismo lo rendono divinatorio : l’asinata del luogo comune non cede davanti alla scienza e alla tecnica,anzi,con il progresso,progredisce,ma se la realtà è sordida,lui continua ad applicarsi alla bellezza….”m’immerdo nella perfezione“…

“L’Opera e il suo doppio” è una selezione di 500 lettere dall’epistolario di Gustave Flaubert  edito da Fazi e curato da Franco Rella