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Categoria: Birmania

La giustizia non può essere un sogno

La giustizia non può essere un sogno

Sul sito di Amnesty International si trovano il calendario di tutte le iniziative e i testi degli appelli  da firmare. Non illudiamoci però : seppure i monaci e le monache non abbiano marciato invano, indicando in un percorso simbolico –  la casa di Aung San Suu Kyi, i templi e l’ambasciata cinese –  il cuore del problema , mai come in questo caso, si può avere la misura dell’Impotenza del mondo occidentale.Tutto quello che ha potuto l’ONU paralizzato dai veti di Cina e Russia è stato l’invio di un Osservatore.Troppo poco.L’attenzione oggi si deve concentrare sulla Cina e su tutti quei paesi  titolari di forti interessi e investimenti in Birmania. La politica delle sanzioni ha fin qui mostrato tutta la sua inefficacia  non impedendo alla Total di continuare a fare affari con la giunta militare ne’ all’esercito Birmano di acquistare dall’India elecotteri che contengono tecnologie italiane e tedesche.L’unica speranza, essendo, si può dire, tramontata, quella di un significativo pronunciamento di quella parte dell’esercito indisponibile a compiere sacrilegio sui bonzi, è riposta nel lavoro della diplomazia,.Il popolo birmano si aspetta e merita, un sostegno attivo alla battaglia per affrancarsi dalla dittatura e dalla povertà.Non lasciamoli soli.

Paritta Sutra

Paritta Sutra

Birmania08

Possa noi essere liberi da tutti i pericoli, liberi dal dolore, liberi dalla povertà, possa noi trovare la pace del cuore e della mente.

Paritta Sutra del Buddha (che noi conosciamo meglio come Sutra del Cuore) e che viene recitata in questi giorni nei cortei dai monaci e dalle monache in Birmania .

Prima contro gl’Inglesi, poi contro i Giapponesi, poi ben due invasioni cinesi e  la guerriglia armata di varie minoranze etniche, in Birmania dove governa la dittatura militare più longeva della storia, la seconda guerra mondiale non è mai finita. Nel frattempo è cresciuto un esercito di quattrocentomila unità che spadroneggia e prosciuga le risorse. Lo scenario è quello tragico dei luoghi in cui la casta militare inefficiente e corrotta trascina il paese sull’orlo del tracollo economico.Già nel 1990 l’allora dittatore generale Ne Win,  sull’onda delle proteste contro il rincaro del riso e la conversione della moneta che aveva annullato il valore dei due terzi delle banconote, aveva indetto elezioni democratiche pensando di poterle manipolare. Un errore clamoroso per il regime che subì una sconfitta sonora  dalla Lega democratica di Aung San Suu Kyi seguta da una repressione feroce con tremila vittime ,l’arresto degli oppositori e un nuovo Golpe. Da circa un mese, nuove proteste per il rincaro dei generi di prima necessità (e nuove repressioni a cura delle squadracce protette dai militari) percorrono la Birmania, ne’ sono mancati quindici giorni fa, nuovi arresti  di dissidenti.Il fatto che da qualche giorno i monaci e le monache si siano uniti in massa ai manifestanti, rifiutando le offerte e scomunicando così i militari, introduce di sicuro un elemento nuovo nello scenario. La recita delle preghiere di fronte alla casa di Aung San Suu Kyi – unica leader legittima della Birmania –  inoltre,  provoca non poco imbarazzo nel regime mentre lo pone di fronte ad una scelta difficile : tollerare la protesta (come sembra stia accadendo) e rischiare di essere travolti dalla nuova ondata democratica o soffocare la rivolta nel sangue, clero compreso.