Diciassette (senza più censura)
Oltrepassare indenni la linea d’ombra può, per le 17 filles della Semaine de la Critique di Cannes e di Torino filmfestival, essere impegnativo ma non tanto quanto è stato superare l’esame della commissione di censura che ne aveva, in un primo momento, vietato la visione ai minori di 14 anni con il pretesto del classico spinello – marginale ed irrilevante, in una storia di liceali – possibile corruttore di adolescenti.
In realtà i motivi erano i soliti : l’identificazione con i modelli proposti avrebbe potuto ispirare determinati comportamenti in ragazze troppo giovani.Istigazione alla gravidanza insomma.Ridicolo.Come fu ridicolo, in altre circostanze, credere che storie di terrorismo, malavita o altro potessero indurre gli spettatori di qualsiasi età a costituire bande armate appena usciti dalla sala.
Fortunatamente per noi, un po’ l’indignazione generale, un po’ la discesa in campo del fronte laico cinematografico anti-abortista – si riconoscono per l’abuso di due aggettivi : fresco e allegro – già attivissimo nella celebrazione di lavori che mostrano la scelta dell’aborto per quel che è – sempre dolorosa,sempre difficile – ha indotto la commissione a togliere il divieto.
In realtà la vicenda di queste diciassette adolescenti di Lorient che decidono di darsi un progetto di vita in un contesto che quanto a prospettive offre quasi niente, mostra semplicemente che l’autodeterminazione non ha colori, facce, paradigmi. Ergo: queste ragazze fresche e allegre – ma si può?- sono giovani donne che hanno compiuto una scelta assumendosene le ricadute.Laddove è apprezzabile non tanto la scelta di per sé ma la libertà di scegliere.
Storia – realmente accaduta negli Stati Uniti – di diciassette ragazze che fecero l’impresa decidendo di rimanere incinte e di crescere i propri bambini tutte insieme. E soprattutto di quanto può accadere nel momento in cui, una simile determinazione cogliendo in contropiede un ambiente sostanzialmente immobile, rende tutto e tutti inadeguati : genitori,insegnanti sociologi e immancabile televisione che realizza l’inchiesta.
Voce narrante – di una coetanea che non ha seguito le altre – a rendere il tutto con il giusto distacco ma macchine da presa curiose e indiscrete nell’annotazione puntuale dei particolari : si filmano gli ambienti ma anche i corpi che cambiano in un flusso e riflusso continuo che racconta la dinamica del gruppo con esattezza.
Epilogo congruo e malinconico q.b dato il tentativo di costruire un’utopia collettiva con i mezzi che si hanno a disposizione.Bella prova delle esordienti sorelle Coulin alla regia.Giovani attrici bravissime a coronare degnamente il tutto.
17 ragazze (17 filles) del 2011, diretto daDelphine Coulin, Muriel Coulin e interpretato da Louise Grinberg,Juliette Darche, Roxane Duran, Esther Garrel, Yara Pilartz,Solène Rigot, Noémie Lvovsky, Florence Thomassin. Francia 2011 Distributore Teodora