Pronti a tutto
Via del Plebiscito : quattro – cinquecento metri, tra Piazza Venezia e Piazza del Gesù. Chi avrebbe detto che lo stravolgimento dato dall’inquilino del piano nobile di Palazzo Grazioli non si sarebbe limitato,come da vent’anni a questa parte, all’eliminazione di fermate d’autobus o alle modifiche dei sensi di marcia.Chi avrebbe detto che quella via sarebbe diventata luogo storico dell’ adunata post – condanna,quella della riscossa e della rievocazione nostalgica rotta dal pianto. Una riunione di popolo commossa con quel tanto di tocco eversivo che sempre il Capo conferisce ai suoi discorsi : nell’appello alla folla,nell’ insulto alla magistratura, nell’evocazione nemmeno troppo latente dello scontro con lo Stato di Diritto.
In via del Plebiscito si tenta il tutto per tutto approfittando della condanna per un rilancio in grande stile. E in questo tutto,volendo mantenere il profilo del condannato risentito ma responsabile, va da sé : il governo non si tocca. Falchi e pitonesse sibilanti a cuccia, candide colombe svolazzano – riveleranno successivamente segretissimi piani bipartisan per far cadere l’esecutivo – ma intanto come un sol uomo corrono in soccorso dell‘agibilità politica del leader, studiando possibili strategie :
Ma la Grazia no per i troppi procedimenti e il mancato pentimento.Né il carcere . Nemmeno se in capo al mese che è dovuto per decidere tra affidamento in prova e domiciliari, il condannato si astenesse dalla scelta. Scaduto quel termine, il magistrato lo spedirebbe egualmente ai domiciliari. Il precedente Sallusti non si adatta al caso suo. E anche se l’apertura di una fase che si potrebbe titolare Le mie prigioni gioverebbe alla Causa più di una tornata di comizi belligeranti,bisognerà rinunziarvi.
Pronti a contrastare la Decadenza, intanto – cielo! – in Giunta non sono ancora arrivate le carte – cioè la sentenza – e poi ci sono importantissime obiezioni dei caudatari riassumibili nel dilemma se sia l’incandidabilità un effetto penale della condanna o meno. Non che sia argomento da raffinati giuristi – che in questo caso invocano l’automatismo – ma tant’è : tra incandidabili a partire da gennaio e applicazione o meno dell’indulto,potrebbe passare l’estate.(si,lo so che l’incandidabilità non è una norma penale ma vallo a spiegare a chi ha deciso che l’unica strategia possibile è perder tempo, nella speranza che qualcosa accada).
Pronti a raccogliere le firme per l’Amnistia il popol suo unitamente all’esercito – sempre suo – si sta adoperando.Ma due terzi del Parlamento sono attualmente un obiettivo ambizioso.Anche per chi è abituato a consensi imbarazzanti.
Pronti a chiedere la revisione del processo. Manco fosse l’affare Dreyfuss
Pronti a ricorrere alla Corte Europea per violazione dei diritti di difesa. C’è un giudice a Strasburgo ( e non è manco l’ultimo cui appellarsi)
Pronti a ricorrere alla Corte per i diritti dell’uomo mi sfuggono le motivazioni
Pronti al ricorso straordinario in Cassazione per errore di fatto : avvocati – sgomenti – al lavoro
Insomma uno spettacolo incredibile e ai limiti della decenza, che nulla ha a che vedere col diritto di ciascuno ad usare tutte le sedi per difendersi o ristabilire la verità e che si realizza in una presenza televisiva dei sostenitori invadente e proterva nell’enumerare le persecuzioni dell’Uomo di Stato,del Benefattore,dell’Innocente. Un attivismo indiavolato che sottace l’attacco violento ad un sistema di Regole ( e di Valori) su cui poggia la Legalità Repubblicana.Se si dovesse far strada l’idea che non si può condannare il leader di un partito solo perché così facendo gli si impedisce l‘agibilità politica,la Democrazia ne risulterebbe irreparabilmente danneggiata.Nemmeno la stabilità può avere un prezzo così esoso. Lo ha detto il Presidente del Consiglio quando ha dichiarato di non volere un governo ad ogni costo.Lo dicono le costanti puntualizzazioni del Capo dello Stato. Eseguire la sentenza è l’unico modo per restituire a quel sistema di regole e di valori la dignità che meritano.Il Presidente Napolitano ne sia garante.
Nell’illustrazione dal Corriere della Sera : staff tecnico- politico al balcone,maniche di camicia e robe de combat