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Categoria: Democratici

Toglietevelo dalla testa ( Massimo della chiarezza)

Toglietevelo dalla testa ( Massimo della chiarezza)

Quando ci sarà bisogno di trovare un nuovo leader, io credo che dovrà essere una persona di un’altra generazione…non è più cosa per noi..
A questo punto è il tempo di una nuova generazione: noi dobbiamo dare una mano perché questa generazione possa affermarsi e prendere nelle sue mani il destino della sinistra e spero del paese

Massimo D’Alema, domenica 30 novembre, a Crozza Italia

La generazione internettiana che nel PD chiede il ricambio, il rinnovamento e il turn over,  molto si sta compiacendo del fatto che Massimo D’Alema, domenica scorsa, abbia pronunziato le parole di cui alla premessa.

E anche chi scrive, come altri del resto, vorrebbe vedere il cambiamento. Salvo che se il nuovo non esprime le proprie posizioni po-li-ti-che che s’immaginano discontinue rispetto al tanto vituperato establishment in modo chiaro e articolato, sia propensa a  tenersi il vecchio, almeno sa di che morte  morirà, ovvero dove e come andare a contrastare quel che non le garba. Sempre quando sarà il momento.

Senza considerare un dato di fatto incontrovertibile e assolutamente fuori da qualsiasi benaltrismo, e cioè dello scarso appeal che un problema di rinnovo delle classi dirigenti ha presso l’elettorato del PD in questo momento. Basterebbe fermarsi ad ascoltare i discorsi, anche solo quelli del bar o dell’autobus, per capire che assai più che la disfida generazionale, quel che interessa è capire quanto possa incidere l’Opposizione in un ottica di miglioramento, ovvero di superamento della disastrata contingenza. Su questo s’interrogano gli elettori. E chi scrive.

Strano poi, per  tornare alla trasmissione,  che nessuno si sia accorto di quel passaggio del discorso, riguardante la perdita di credibilità  della politica, in cui lo stesso D’Alema, rispondendo a Crozza ,  ha affermato come sia stata proprio la crisi dei grandi partiti e  l’ingresso in massa della società civile nei luoghi della Rappresentanza, a determinare il fenomeno di scadimento. Aggiungendo, qualora non fosse sufficientemente  chiaro,  una piccola notazione autobiografica sul proprio excursus ( prima la FIGCI, poi gl’incarichi regionali, poi quelli nazionali  etc etc, in una sorta di training irrinunziabile  di cuo  le organizzazioni politiche si avvalevano onde poter selezionare i dirigenti.

Un’affermazione importante, forse l’unica pronunziata  in senso davvero antagonista rispetto alla visione veltroniana del  Partito leggero  ( all’americana, insomma)

Se si connettessero le due espressioni, il quando ci sarà bisogno e l’elogio del ceto politico del passato (della Prima Repubblica, in sostanza),  mi pare che i Rinnovatori o aspiranti tali,  avrebbero pochissimo da compiacersi. Secondo D’Alema, leadership e rappresentanza non dovrebbero essere affidate troppo a quella società civile  di cui sono  esponenti.

Il toglietevelo dalla testa del titolo sia detto senza aggressività, ne’ riguarda  le chanches di successo di coloro i quali aspirano a sostituirsi alla attuale classe dirigente. I migliori auguri, anzi. 

Ma egualmente toglietevi dalla testa che uno scontro aperto tra D’Alema e Veltroni avvenga mai. Men che meno sul rinnovamento delle classi dirigenti. Quando ci sarà bisogno troveranno una ricomposizione. Questa storia dello Storico Contrasto, che concerne pochissimo questioni di merito, riguardando più specificatamente faccende interne, di direzione del Partito, dura da oltre  dieci anni, dal 1994, per dire.  

Era Storico già alla nascita.  Gonfiato  da mediaticità. Si nutre soprattutto di teste docili.

Dunque, se nella testa ci sono obiettivi, progetti, che li si portino avanti. Senza fare giochi di sponda con l’Uno o con l’Altro. Chi vuole il ricambio pensi all’Ulteriore. Alla fine potrà prevalere solo chi avrà la forza ( delle idee, dei numeri). Sparigliando. E dunque rinnovando. Sul serio.

per le foto di D’Alema io continuo a servirmi di una sezione del suo sito personale titolata “cose mai viste” in cui i lettori si divertono a commentare immagini buffe del titolare. Anche questa è prelevata da lì.

Ara Massima d’Ercole

Ara Massima d’Ercole

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Se è vero che l’efficacia di un’ iniziativa  politica si misura anche dalle reazioni dell’avversario, questa manifestazione  più che un successo, è stata un trionfo con apoteosi Walteriana a coronamento dell’affresco.

I numeri a questo punto ce li conferma la stizza del PDL, del resto abbiamo capito che basta poco a far innervosire il capo del governo : Cinque o sei persone a casa di Veltroni per riannodare i fili della naufragata trattativa Alitalia, qualche migliaio di studenti, genitori e insegnanti a catalizzare l’attenzione oltre i sondaggi, una manifestazione di popolo serenamente tosta. E il cerone scolora insieme allo smagliante ed eterno sorriso.

Knock on doors

Knock on doors

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La notizia non consiste  tanto nel fatto che che Giovanna Melandri, italoamericana con doppia cittadinanza, faccia  Knock on doors per Obama, in quel di Filadelfia. Ma che i democratici di Obama organizzino ancora i porta a porta per gl’indecisi, mentre i democratici di Veltroni, in analoga circostanza – l’ultima campagna elettorale –  abbiano ritenuto di ridurre questa pratica, confidando quasi esclusivamente sulla copertura mediatica di cui, in effetti, ha goduto il tour del segretario, e sulle iniziative dei candidati. Più qualche ammennicolo di nuova, per il simpatizzante medio, concezione legato all’uso della Rete, ma sul cui funzionamento, ancora non si hanno le idee chiare.

Saranno anche importanti, e oramai irrinunziabili, la mediaticità di una campagna, i cospicui finanziamenti, gli spot, le cene coi notabili, i siti internet, i blog, myspace e tutto il resto del corredo – e Obama in tal senso è attrezzato come non mai – ma poi alla fine, con gli indecisi, quello che funziona di più è  il contatto diretto. Un elenco di nomi stilato da chi conosce la tal  porzione di territorio e i relativi orientamenti, perchè evidentemente ci ha lavorato,  l’appuntamento, collettivo o individuale che sia, e il confronto diretto, nel tentativo di soccorrere con successo le incertezze. Con tanti cari saluti a facebook.

Per carità, non che con questo si sarebbero rovesciate le carte sul tavolo della storia, a Obama per spopolare – e ancora non è detto – oltre che i potenti mezzi e le sue indubbie qualità, gli ci sono voluti una guerra, l’impoverimento del paese, il crollo dell’Impero e due mandati Bush che avrebbero ucciso qualunque continente. Ma intanto, se nonostante le condizioni assai favorevoli rispetto al risultato, la tensione è tale da mobilitare volontari oltreoceano, per ascoltare ed eventualmente convincere gl’indecisi, significa che la modalità classica, un senso di efficacia ancora lo conserva. E in epoca di difficoltà a rettificare le informazioni distorte, per inadeguatezza di mezzi, rispetto all’insostenibile spiegamento proprietario della controparte, qualcuno che viene a sciogliere qualche incertezza vis à  vis, vale oro. Non un improponibile  ritorno al passato di defatiganti campagne capillari – che poi, sempre di controinformazione  erano fatte – ma un sitema integrato di mediaticità, tecnologia e rapporto diretto con le persone. Se si fa per Obama…

nell’illustrazione pasticcini “elettorali” a Denver

Un mondo che parla con sé, di sé

Un mondo che parla con sé, di sé

L’altra sera, ospite di Matrix, Veltroni ha detto : se alla sinistra, come argomenti, togli la mancanza di progetto, quella di democrazia interna e di un grande dibattito da avviare nel paese, si avvilisce. Sono considerazioni  che condivido. Non fosse altro perchè  tra chiudi e apri partiti , in questi ultimi anni, i temi propri dell’autoreferenzialità hanno sempre occupato uno spazio spropositato rispetto al resto. Insomma si è trascorso molto più tempo a discutere di  forme partito, rinnovi di classi dirigenti, quote e correnti, piuttosto che della società, della vita reale, ottenendo così sostanzialmente due risultati : uno quello di non rinnovare affatto quanto aveva eventuale urgenza di essere rinnovato, due, quello di rendere incomprensibile il proprio discorso all’esterno, alle persone comuni, determinando con ciò un conseguente allontanamento del partito dalla stessa società. I medesimi concetti sono stati al centro dell’intervento di Veltroni, ieri pomeriggio,  all’assemblea dei Mille  il cui topic  Superare il passato, liberare il futuro: la necessità di uccidere il padre  al di là degl’intenti provocatori,  pone più di un interrogativo – ma non è un po’ tardiva per un gruppo di ultraquarantenni questa esigenza parricida? E posta sul terreno delle rivendicazioni non assegna comunque al discorso un carattere  invariabilmente subordinato? – Non stupisce che Veltroni rispetto alle intenzioni omicide abbia avuto buon gioco a rispondere . Uccidete pure il padre, uccidete chi vi pare, ma non diventate come lo zio e il nonno. Il rischio c’è ed è serio nel momento in cui dalla relazione del portavoce non s’intuisce il tipo d’iniziativa politica cui s’intende dar seguito. Si parla di potenziamento della rete di rapporti che il gruppo ha saputo costruire e dei blog come veicolo ed interazione. Pertanto ancora di metodo. Ma che cosa veicolano questi blog ? Presumibilmente Informazione. Auspicabilmente corretta. Ma è sufficiente ciò  per essere vicini alla società? E non è forse questo uno strumento che seppur utilizzato con intelligenza e professionalità, raggiunge solo un nucleo ristretto di cittadini? Vizi che vengono dal passato, non siate separati dalla società come è successo anche a una parte della nostra classe dirigente. Non rannicchiatevi in una discussione su voi stessi, ma aprite le porte, fate irrompere la vita reale nelle vostre discussioni. Se volete maggiore innovazione io ci sto e sono il primo a chiedervi di collaborare. E’ l’invito finale  del segretario .Ecco qualcosa che ancora latita dai nostri discorsi politici, mantenendoli nel vano dell’astrazione :  il filtro della propria esperienza,della propria pratica comune. Quel modo non autocompiaciuto di partire da sè per connettersi agli altri. Non distanziarsi dalla società significa anche questo.

Spifferi

Spifferi

Democratic PartyPrimo spiffero : D’Alema  “Riformisti e democratici” (Red), costola di Italianieuropei. Vassallo  “Fondazione scuola di partito”. Fioroni and co  Quarta fase” ( con rivista). Fassino, “Pensiero democratico”. Letta  “Trecentosessanta gradi”. Rutelli  “I Coraggiosi” e – ultima in ordine di apparizione – Controcorrente di Giovanna Melandri, la corrente di quelli contro le correnti, starring nientepopodimenochè Giuliano Amato,  grand deserteur della riunione di Red al Farnese, dov’era atteso in quanto copresidente di Italianieuropei, ieri pomeriggio. In agenda poi ci sarebbe  la riunione dei Mille  che senza mezzi termini dichiarano di voler uccidere il padre (curioso ordine del giorno ma.. problemi, come si dice in questi casi, loro ). E’ ignoto se questo parricidio comporti necessariamente il farsi corrente o fondazione o quel che l’è, ma questo lo sapremo dopo l’assise  di luglio (o forse mai, che è lo stesso). Questa, più o meno, la mappatura delle Correnti a stasera. Devo dire che non considero tutto questo movimento ( ce n’è parecchio) un sintomo di crisi che casomai, si evidenzierebbe altrove. Del resto seppur meno esposte ai rumors e alla mediacità,  all’interno del PCI ci sono sempre state, ne sanno qualcosa Giorgio Napolitano e Armando Cossutta, entrambi capofila di rispettive compagini, attivissime e quasi mai allineate, lo dico così  ..tanto per citare un paio di esempi di quanto sia nuovo, il nuovo che ci avanza. E va da sè che non siamo nemmeno al Passato che ritorna, se ognuna di queste organizzazioni riuscisse ad attirare con le proprie iniziative,  l’interesse di cittadini politicamente non schierati, a immettere energie altre nel circolo chiuso di dinamiche stranote,  questa fioritura tardo primaverile sarebbe persino un bene. Così purtroppo non sarà, ognuno parteciperà ad un numero imprecisato di riunioni, con gli amichetti propri ( sempre quelli, perchè oramai nemmeno chi sta con chi provoca sussulti rispetto all’andazzo generale, sonnacchioso anzichenò) e poi quando sarà il momento i più bravi presenteranno il conto. Cioè in soldoni chiederanno la rappresentanza nelle liste elettorali di futura compilazione. Davvero crediamo ancora alla Befana?

Il secondo spiffero arriva da qui  – gran delusione – e cioè dalla oramai consueta  rampogna del neo designato Wittgenstein  ( dunque non eletto come gli altri) alla Direzione Nazionale, peraltro su proposta del Segretario del PD Veltroni (ma de eso no se habla). Che strazio …ma è ovvio che essere giovani non basta esattamente come non basta  essere vecchi, ma sta storia finirà col diventare  un tormentone senza senso se non viene quantomeno mutato il registro. Intanto perchè nel caso di specie i gggiovani  hanno mediamente quarantacinque anni, il che non li colloca propriamente all’interno della categoria classicamente intesa, e poi perchè molto più semplicemente l’idea che conoscere il mondo coincida con avere confidenza con Facebook o con la Rete è di una banalità sorprendente. Le uniche credenziali possibili, sono i voti riportati da qualche esponente del citato elenco alle primarie o peggio alle elezioni. Che altro? Con tutto il rispetto per i curricula di tutto rispetto, in una organizzazione democratica contano le proposte, quelle che  ancora non ci è capitato di conoscere. Le aspettiamo da un anno a questa parte. In mancanza, stiamo ascoltando esclusivamente  le lamentazioni che poi vengono  rimpallate dai blog,  ma quanto può durare? Tutti dicono che il problema è culturale ( e vai col tango della nuova cultura) che  bisogna trovare altri linguaggi su sicurezza, legalità e giustizia per rivolgere ai cittadini le nostre proposte che – attenzione! – non devono essere  costruite sulla scorta di  quelle della destra ma autentiche originali e in armonia con la nostra formazione di sinistra. E poi? E poi basta.Tutti si fermano lì. Al limite ci  si  lamenta, mentre tra un sospiro e una sgranata d’occhi  ci si interroga smarriti su cosa faccia l’Opposizione. Forse continuiamo ad essere  in balia delle vecchie nomenclature perchè il  nuovo che qualcuno va squadernando da mesi  non poggia su un’iniziativa politicamente dignitosa?