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Categoria: Palazzo

Direttamente da un segreto cascione…a tutela dello spoglio.

Direttamente da un segreto cascione…a tutela dello spoglio.

De Magistris non corrisponde alla mia storia e non è il mio ideale di uomo politico. Ma…potrebbe essere un buon sindaco e rappresentare una soluzione all’impasse napoletana.

Proviamo a tutelare lo spoglio con un corno regolamentare ( mi è stato regalato, è rosso, parla  e la sua pubblicazione è programmata per le 15  ). E con questa, le abbiamo provate proprio tutte.

Buona sorte (per ricominciare)

Buona sorte (per ricominciare)


Terminata la campagna elettorale più becera e inutilmente aggressiva – ci sono stati momenti al cospetto dei quali  la Propaganda Fide  con  la minacciata riconversione delle  Sacre Fontane,  è sembrata un miracolo di raffinata sottigliezza  – degli ultimi decenni, non resta che augurare la buona sorte ai candidati del centro sinistra e agli elettori di quelle città che nel caso disgraziato di riuscita dell’avversario, rischiano di continuare ad avere a che fare con l’Indifferenziata per molto altro tempo ancora.



Vale per Napoli, ma soprattutto per Milano dove magari si separano i rifiuti un po’ di più, ma la cultura espressa dalla classe dirigente – in uscita, si spera – ha molto a che vedere con antiche discariche mentali nelle quali resistono, galleggiando, rifiuti tossici ad alto rischio : fobie, separatismi e intolleranza.



Pare impossibile che il governo nelle metropoli del futuro possa essere fondato su sentimenti così antistorici e nell’ignoranza di quel che succede oltre i confini del piccolo mondo. Un sindaco, in tal caso, non varrebbe un altro : Expo, appalti, termovalorizzatori, municipalizzate, in teoria, chiunque può metter mano con successo a partite che richiedono onestà, pulizia e  competenza. Ma così privi del senso dell’altro ovvero senza la minima ombra di rispetto per le persone, non si va lontano. E questa carenza i candidati della Destra hanno mostrato puntualmente, in ogni espressione, anche la più piccola, della brutta campagna elettorale appena terminata.



Poi ci si può divertire quanto si  vuole – ridicoli, reazionari, ignoranti ed eternamente di quell’ en beautè fondato sulla maglietta in tinta con l’orecchino che non se ne può più – e lo abbiamo fatto un po’ per esorcismo e un po’ per non morir, con le aggettivazioni, le spiritosaggini, le battute e il resto, ma non si può negare che il quadro che si è delineato nell’arco di questi mesi, sia tragico.


De Magistris a Napoli, Pisapia a Milano. Magari non basta a segnare l’inizio di una nuova era ma di sicuro servirebbe a ricominciare con animo diverso.


Nell’illustrazione la sala di preghiera della Moschea di Roma ai Monti Parioli  costruita con annesso centro di cultura islamico, biblioteca e minareto (senza altoparlanti) su di un terreno donato dai cittadini romani – all’epoca guidati da una giunta non particolarmente illuminata ma rispettosa della libertà di culto –  e dove, ancor oggi i rappresentanti della municipalità, sono di casa.



Patiner sur glace

Patiner sur glace

Comunque la si pensi in merito alla querelle innescata da Asor Rosa  – personalmente credo che di ulteriori Stati di Emergenza si possa anche morire –  che oggi torna sulle pagine del Manifesto appunto per ribadire la natura provocatoria del suo scritto, dovrebbe essere chiaro che nessun articolo di giornale, quand’anche invocasse i colonnelli, può essere considerato un giusto contrappeso ai manifesti che paragonano i magistrati alle BR, tantomeno alle esternazioni del Presidente del Consiglio che spara ad alzo zero su qualsiasi Istituzione gli capiti o a quelle di ministri con le pistolettate facili.


Il clima, tra protervia e scoramento, sarà pure quel che sarà, ma il senso del limite non dovrebbe conoscere stati d’eccezione. Un primo ministro non è un editorialista e un manifesto rosso strillante, spiattellato per le strade non è l’articolo di un intellettuale su una testata di modesta – ma solo quella –  tiratura.


Pertanto smettiamola di abboccare a qualsiasi amo la destra  o Radio Londra ci vogliano  gettare :  un programma che prima ancora della sigla,  perde tanti  spettatori quanti ne recupera, dopo cinque minuti, il successivo, qualcosa deve pur inventarsi per trattenerne un po’ incollati alla sedia.


E smettiamola pure di avercela a morte con Asor Rosa (anzi, giù le mani)  manco ci avesse infilato in chissà quale inestricabile ginepraio d’imbarazzi o fosse il capofila di una misteriosa corrente di golpisti democratici. Il professore, che pensava solo di avviare una discussione  con qualche autorevole commentatore abituato a pietiner sur place e come spesso capita, s’è ritrovato a combattere con una schiera di maldestri con l’attitudine a patiner sur glace, merita, al di là di qualsiasi divergenza, ogni comprensione.


Avvitati

Avvitati

Il colpo riesce a metà e sulle prime pagine la notizia del Miracolo di Lampedusa deve battersela con quella della Prescrizione Breve, un po’ per i metodi con i quali si è inteso stravolgere l’ordine del giorno, ma soprattutto  per l’ improvvida decisione di La Russa di sfidare i manifestanti fuori Montecitorio e successivamente di vantarsene in Aula con le conseguenze che sappiamo.


Oggi non è andata meglio e dopo una seduta in cui gli esponenti del PDL hanno continuato a dare il peggio di sé al punto che non è stato possibile ottenere nemmeno l’approvazione – il colmo –  del Verbale della seduta di ieri, la Prescrizione Breve slitta a martedì, quinto posto all’ordine del del giorno. Cioè dopo il conflitto di attribuzione.


Il combinato disposto di furbizie, ricatti ed irregolarità comincia a dare i suoi risultati e mentre si affastellano le ricadute di comportamenti istituzionalmente  scorretti, l’avvitamento è inevitabile. La politica non può essere questo,soprattutto se diventasse davvero questo, sarebbe impossibile persino adempiere agli atti dovuti. Non è un paradosso.


Non è un caso che il tanto sventolato reato di clandestinità che doveva garantire sicurezza ai cittadini, oggi mostri tutti i suoi limiti nella gestione degli sbarchi, che le politiche fondate sull’ossessione securitaria di questi ultimi anni giochino un ruolo non indifferente nel rifiuto delle regioni ad accogliere parte dei migranti ed infine che la nostra scarsa credibilità internazionale ostacoli la formulazione di accordi persino con la Tunisia.


Così Lampedusa non è un problema solo per eccezionalità dell’evento o per carenze organizzative ma diventa una delle tante occasioni  in cui si dimostra come il legislatore al servizio non della collettività, ma della propaganda o dell’interesse particolare unitamente al malgoverno,all’indifferenza e all’approssimazione, producano disastri. Oggi qui, domani a Manduria e dopodomani a Pisa. Poiché il piano organizzativo ancora è assente, mentre l’arroganza di voler fare di tutto un’opportunità per confortare un consenso in piena crisi, è in costante aumento.


Qualcosa ogni tanto va  storta pure ai Grandi Comunicatori e così  l’investimento – case & pescherecci  –  che avrebbe dovuto segnare il ritorno di Berlusconi sulla scena e distrarre l’attenzione da quanto si stava verificando in Parlamento, almeno al momento, si è rivelato meno remunerativo del previsto. Non gli resta che ritentare, magari col casinò o col campo da golf.



Irricevibile

Irricevibile

Siccome l’importante è averla vinta, le motivazioni per le quali il Decreto riguardante il federalismo fiscale è Irricevibile , diventano per Calderoli una questione di Bon ton e per Berlusconi una questione procedurale. Come essersi messi le dita nel naso. Come se alla Pratica mancasse un timbro, insomma.


Così non è. E a dirla tutta, la risposta del Quirinale, nei passaggi in cui richiama non solo la necessità di rinviare il testo all’Aula ma raccomanda la ricerca di soluzioni condivise, contiene un rilievo di carattere tecnico-sostanziale : il testo originario  licenziato dal Parlamento e inviato alla Commissione che lo ha respinto, ha subito non irrilevanti modifiche (peraltro esito di estenuanti trattative e mediazioni), dunque non può perfezionare il suo iter senza essere nuovamente sottoposto al’Aula.


Siamo dunque di fronte ad un ineludibile problema di democrazia. Mentre la decisione di convocare in tutta fretta un consiglio dei ministri senza ordine del giorno e senza avvertire la Presidenza della Repubblica, pur di trarsi d’impaccio col solito metodo della decretazione, è una stortura che sottace il timore di rappresentare alle attese dell’elettorato soprattutto leghista la situazione per quel che veramente è : Un fallimento di nome e di fatto dell’intera impalcatura.


Si possono sperare riforme condivise da un governo che antepone la Propaganda al Bene Comune? Si può avallare un metodo – e una cultura – che considera i passaggi democratici un impiccio?


Quel che si profila all’orizzonte è solo l’anteprima di ciò che il futuro ci riserva. Senza una maggioranza stabile, senza rispetto per le regole, senza ricerca del dialogo con le Opposizioni, animati dal solo intento di rimanere abbarbicati al Palazzo per ragioni, a parte il mantenimento del Potere tout court,  di carattere giudiziario , si può solo vivacchiare licenziando pessime leggi.


Irricevibile dunque, come la dizione federalismo municipale, come la pretesa di far funzionare il Federalismo senza autonomia impositiva, senza Senato Federale senz’altra iniziativa se non l’innesco di dispositivi che portano solo ad aumentare le tasse, in una situazione penosa in cui i comuni sono al collasso per i tagli subiti negli ultimi anni.

Irricevibile. Alle volte il linguaggio burocratico può essere  più significativo di quel che sembri

Nell’illustrazione piazza del Quirinale