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Anno: 2006

E’ del cucinier infin la meraviglia

E’ del cucinier infin la meraviglia

 “R-evolucìon “, impone il manifesto  dell’ottava edizione del “Mejor de la gastronomia” a San Sebastian in Spagna,come dire che tutto si rinnova fin oltre l’immaginabile e non solo perchè  la presentazione dell’aire de miel con flores y pistachos  di Ferran Adrià lascia intendere che qui non si parlerà ne’ di sfoglia ne’ di ragù ma anche che il tentativo di sintetizzare tradizione e avanguardia è oramai una pratica evasa.Qui si discute di come la cucina possa diventare un’arte a tutto tondo,anzi una multi-arte capace di coinvolgere  tutti i sensi e tutte le percezioni, così da trasformare il semplice atto del nutrirsi in un’esperienza unica e memorabile.Detta così potrebbe sapere di nouvelle cousine, di piatti di porcellana quadrata con molte guarnizioni e mezza coda di gambero flambè e invece, atteso che tutto quello che ruota intorno al cibo,pulsioni,desideri,mode,filosofie e mercati,spesso riesce spesso ad essere più interessante del cibo stesso,è piacevole seguire su Rai Sat le evoluzioni di Heston Blumenthal enfant terrible britannico proprietario del  Fat Duck ,un ristorante di Londra di cui vale la pena di esplorare quantomeno il sito internet e che strappa gli applausi scroscianti del pubblico al convegno quando fa distribuire ai presenti, sacchetti rosa contenenti alcune micro-gourmandise dolci in un delirio di spray alla liquirizia e bon bon da mangiare interi compresa la carta (commestibile ovviamente).Certo la filosofia di Blumenthal è un tantino complessa quando include nel piacere del cibo anche elementi quali il bagliore del taste vin appeso al collo del sommellier e i profumi delle erbe di Provenza,luogo di elaborazione 25 anni fa dell’ Heston-pensiero…comunque basta prenotare nel suo ristorante (un paio di mesi di attesa) per ricevere via e mail una password e un sacchettino virtuale da riempire con le cose che più piacciono.Una volta al ristorante il percorso degustazione sarà modulato intorno sulle preferenze espresse via web e arricchito da sapori scelti per contrasto,profumi e colori inattesi.Alla fine naturalmente verrà consegnato il sacchettino tramutato da virtuale in reale.

Ma il piatto forte ,il clou del convegno è la presentazione del bellissimo  ” Codice Marchesi” , prezioso libro  di filosofia gastronomica,dichiarazione di stile intorno alla “Cucina Totale” formulata da Gualtiero Marchesi l’uomo che ha rivoluzionato il mondo della gastronomia intendendola per primo come forma d’arte e di appagamento dei cinque sensi.La cucina è un patrimonio sociale condiviso ed è la capacità di dare alle cose il gusto che hanno senza ingannare il palato, è l’interpretazione ma soprattutto il rispetto della materia prima.Un bel pugno nella pancia delle elaborazioni finto sofisticate,delle salse e dei potages strampalati.Nel libro sono codificati concetti affiancati ad alcuni piatti : L’Armonia (Polenta lumache e finocchi), la Bellezza (riso ,oro e zafferano)l la Civiltà, quindi la cultura e la convivialità (la Piramide di riso Venere) il Colore (Dripping di pesce) ,il Genio ( le Quattro paste);Il Gusto  (riso, cozze, zucchine e zafferano);l’Invenzione ( il cubo di finanziera),  la Leggerezza (insalata di spaghetti alle alici scappate) il Mito ( il Raviolo aperto) L’amore per il Territorio (Savarin di riso integrale, rane e crescione) la Tradizione ( stracci di pasta al pesto) la Semplicità (penne asparagi e tartufi), la Verità (la seppia al nero).

Ad ascoltare le conferenze dei i nuovi cuochi, Blumenthal ma anche Pepe Rodriguez che ha reinventato l’uovo aromatizzato o Grant Achatz ideatore di 23 piccoli piatti pensati per esaltare le sensazioni dell’olfatto o Sejji Yamamoto con la rielaborazione della cucina giapponese realizzata con nuovi ingredienti e tecniche futuristiche, c’è di che imparare anche per le nostre modeste attività di cuoche/chi per amore/dovere/piacere ma è sicuramente Gualtiero Marchesi, con la sua filosofia della “cucina totale” ad aver ispirato gl’innovatori,i rivoluzionari e persino i fautori dell’immaginazione culinaria al potere.

Il “Codice Marchesi” è un (bellissimo) libro di Gualtiero Marchesi

Edizioni la Marchesiana 2006.

L’aire de miel con flores y pistachos di Ferran Adrià si ottiene con acqua,miele, lecitina di soia  e il minipimer fino a far diventare il composto “aereo” inclusione finale e guarnizione di pistacchi .Come fiori freschi ho usato qualche petalo di rosa.Buonissimo

Marie Antoinette

Marie Antoinette

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Via le Norma Shearer – pensa ..mamma sarò regina ….regina di Francia –
 via i John Barrimore, via Robert Taylor, legnosissimo e castissimo Fersen e via pure tutte le Marie Toinette del passato,magari teniamo a portata di mano “La presa del potere da parte di Luigi XVI” di Rossellini  per quella concentrazione in un solo luogo, Versailles,di complessi processi storici politici ed esistenziali,la Religiosa di Rivette per il punto di vista femminista sul 700 illuminista e feudale e Rohmer sui limiti rivoluzionari dei giacobini.Dunque qui non si tratta di piangere calde lacrime sulla sorte di una sventurata madre trucidata ma di capire il suo ruolo di donna anomala e regina  che costruì ma non subì, la fine del suo mondo.Bello più del previsto ma non solo ,come scrivono, per  l’idea postmoderna di una colonna sonora rock  ( Cure ,Air,New Order ) che, se è dissonante rispetto a epoca e costumi, non lo è affatto rispetto all’atmosfera del film ma per questo indagare  sullo smarrimento adolescenziale e sulle altrui aspettative, o sull’essere costretti a crescere in un mondo futile e vuoto in mezzo a rituali incomprensibili e grandi ostilità.La rivoluzione appare solo alla fine lontana in mezzo a bagliori e urla per la scelta di Sofia Coppola di enfatizzare l’isolamento dal paese reale affamato e in tumulto.Non sfugge (e tanta parte ha nel racconto) la grande complicità tra personaggio, regista e attrice in triangolazione quasi perfetta.La Dunst, perlacea, è una vera Toinette così come ce la tramandano i ritratti e d’altra parte chi meglio di Sofia Coppola del avrebbe potuto raccontare come si vive e si cresce quando si è figlie di uno degli oligarchi di Hollywood?

 

 

Marie Antoinette è un film di genere drammatico, storico della durata di . diretto da Sofia Coppola e interpretato da Kirsten DunstJason SchwartzmanRip TornJudy DavisAsia ArgentoMarianne Faithfull,Aurore ClémentGuillaume GallienneSteve CooganRose Byrne.
Prodotto nel 2006 in USA e distribuito in Italia da Sony Pictures Releasing Italia il giorno .

 

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Peggio dei Bulli

Peggio dei Bulli

Peggio del bullismo, c’è solo un dibattito on line sul bullismo con partecipazione di addetti ai lavori (scolastici) più genitori e studenti.Si fa il punto sulla scuola nei termini noti, di agenzia educativa che non riesce più a espletare la propria missione.Mentre leggo le prodezze di un insegnante che grazie alla propria costituzione atletica riesce a domare le classi e ne illustra al forum le modalità ( ma poi diventiamo amici…) continuo a pensare che la scuola ha bisogno di risorse ( e tante) ma soprattutto di risorse umane.Insomma non possiamo pensare di abilitare all’ insegnamento solo i maschi ben messi e nemmeno che per ristabilire l’ordine ci voglia la forza fisica.Altrimenti il bullismo avrebbe vinto non fosse altro per aver imposto il proprio metodo.

Mentre il forum s’infiamma, lo sguardo si posa sulla notizia del ritiro da parte degli interessati di quei video “divertenti" che su You Tube hanno provocato lo scapore..La giornalista parla di “effetto condanna”,"la Rete si ribella”- annuncia – e lancia anatemi nella sezione “commenti" così i filmaker indipendenti “rimuovono l’oggetto” dal sito.Si certo la”pubblica riprovazione”produce sempre il suo effetto ma qui mi sa che l’erede di Tarantino ha sentito puzza di sanzioni.

Già…le sanzioni.C’è molto lavoro da fare intorno a queste situazioni di disadattamento,frantumazione dei rapporti e miseria morale poichè la Formazione non è solo il nostro futuro, come amano ripetere i Retorici dell’Impotenza, posponendo all’infinito la malattia e la terapia,ma il nostro Presente. Ed è oggi, non domani che dopo aver messo a punto tutte le strategie educative possibili e aumentato stipendi ad insegnanti e creato laboratori e campi sportivi che deve saltare il tappo della frustrazione e della depressione.C’è molto lavoro da fare per chi ha il dovere di  applicare Regole che già esistono.La minaccia a mano armata è un reato,assistere senza intervenire ad un episodio di violenza è un reato, come hanno potuto quegl’insegnanti tornarsene a casa e tacere?La scuola è un grande Indicatore Sociale e un ‘indispensabile agenzia di monitoraggio.Tutta la società deve attivarsi per rimuoverne i problemi.Primo tra tutti il Tribunale dei Minori  e a seguire i servizi sociali,gli psichiatri,le comunità e tutta quella rete di strutture che hanno l’obbligo di farsi carico del disagio minorile.E tutto questo mentre on line si continua a parlare di palestre e di abolire i videogiochi.

Very Short Stories

Very Short Stories

Hemingway una volta scrisse un racconto in sei parole: “vendesi scarpe da bambino, mai usate”, e qualcuno giura che considerasse questa la sua opera migliore.La rivista americana Wired  ha raccolto l’idea e chiesto a trentatré scrittori, sceneggiatori, registi e attori di cimentarsi in questo particolare genere letterario.Il regolamento prevede che  il racconto debba  contenere sei parole, non una di più,non una di meno. Punteggiatura quanto basta.Una scelta dei racconti è stata pubblicata sulla rivista. Ne erano avanzati cinquantanove, ma sono ora  disponibili sul web , insieme agli altri.Fra i partecipanti, scrittori come Charles Stross (“Internet prende coscienza? Ridico-— connessione interrotta”) e David Brin (“Dinosauri sono tornati. Vogliono indietro petrolio”), che ne ha scritti addirittura una decina. Ma anche attori come William Shatner (“Test fallito, università sfumata, inventato razzo”) o produttori come Ron Moore (“Cantina? Porta per… ehm inferno, temo”) o Joss Whedon (“Abito tolto delicatamente. La testa meno”).L’effetto a volte è affascinante. Come nel microracconto di Neil Stephenson, che scrive “Tic Tac Tic Tac Tic Tic”. Oppure Rudy Rucker, con “Il pene si stacca; è incinto!”, o ancora Charles Stross, con “Osama viaggia tempo. Presidente Gore preoccupato”.

Il peso specifico della parola

Il peso specifico della parola

E voi dov’eravate.Cinque pagine sul numero dell’Espresso di questa settimana,dense di fatti, riferimenti e considerazioni .Roberto Saviano è così,fai fatica a seguirlo,devi corrergli dietro.Lo stile è appuntito,preciso eppure ridonda di particolari.Pare sempre che abbia fretta di mettere dentro i suoi scritti quanto più possibile di tutto quello che sa,che ha visto e che pensa.Forse più che fretta assomiglia ad ansia, la sua capacità di raccontare.

Su quel che dice si è discusso abbastanza: se sia o meno documentato, se la sua analisi delle cose sia corretta,se non abbia dimenticato questo o quell’altro particolare,se non si sia inventato addirittura tutto per diventare ricco, famoso, scortato e immortalato sulle copertine dei giornali tra vicoli ,panni stesi e condizionatori.E’ interessante seguire il filo logico dei detrattori o anche più semplicemente di chi vorrebbe ridimensionare la portata dei discorsi che ,va detto,è enorme e coinvolge settori della politica e dell’economia. A me sembra invece di poter coltivare qualche certezza che mi è data sicuramente dalla lucidità e dal costante “far tornare i conti” su tutto quel che esprime ma anche dalla volontà di rivendicare alla sua scrittura i connotati della denunzia e dell’impegno civile.

La cosa che genera scandalo è che uno scrittore, il mestiere considerato più innocuo e incapace di poter avere alcun tipo di forza sulla realtà, possa d’improvviso divenire responsabile di una luce che prima era sbiadita e sbilenca, di uno sguardo infame che spiffera ciò che si vuole celato, che urla quello che è sussurrato, che traduce in sintassi e insuffla vita a quello che prima era disperso in frasi frammentarie di cronaca e sentenze giudiziarie. La vita o la si vive o la si scrive, diceva Pirandello, eppure ci sono momenti in cui la vita, la si scrive per mutarla. Ciò che mi è capitato in questi giorni ha generato apprensione e scandalo, ma in realtà non per quello che è accaduto – dalle mie parti ciò che mi è accaduto capita a moltissime persone, quotidianamente e per molto meno – ma perché è accaduto a uno scrittore. Per uno scrittore il modo per innestarsi nel reale è raccontarlo. È uno scrittore che può congetturare, immaginare ciò che non vede. La sua immaginazione e la sua congettura però non seguono l’arbitrio della licenza poetica, ma sono strumenti necessari per avvicinarsi ancora più al vero in ciò che osserva: oltre ai nomi, ai documenti, alle sentenze, alle intercettazioni, ai fatti rispettati e ripresi.

Già…con tutta quella capacità narrativa e quel bel consenso editoriale e mediatico  perchè mai Roberto Saviano,non s’è dedicato al romanzo?Perchè non ha preso uno come Lovigino Giuliano e cambiandogli semplicemente nome e connotati,non ne ha realizzato,come merita un personaggio del genere, una potente figura di eroe (e poeta) negativo?Sai che goduria per il talento, potersi cimentare spaziando con la fantasia, sai che riconoscimenti e che premi, per aver saputo irradiare intorno all’archetipo del boss ma anche delle ambientazioni, ancora un po’ di luce,di ambiguità, di sana contraffazione culturale.Come sarebbero suonate più tranquillizzanti per Saviano e per gli altri le parole che stanno in fondo ai romanzi e ai film che si rispettano ” I fatti i luoghi e i personaggi di questo romanzo sono immaginari.Qualunque riferimento a fatti personaggi e luoghi realmente esistenti è puramente casuale”.

Niente da fare,Saviano non ne vuol sapere di essere innocuo perchè nulla è statico,delimitato,univoco nel mondo e nel tempo in cui si trova Napoli e allora  anche l’utilizzo dei linguaggi oltrechè le analisi di maniera ci allontanano dalla realtà.Figuriamoci la letteratura che della realtà è l’imitazione.Il ricorso a vocaboli come plebe lazzari subculture,il tentativo di far passare quel che succede oggi come l’esito della sconfitta dei giacobini nel 1799 fanno parte di quella vasta gamma di interpretazioni abusate,di comodo,chiunque se ne sia allontanato è stato lasciato solo.

A me invece sembra così giovane ,piena di promesse e condivisibile questa caparbietà di andare oltre il “tutto è finito” attraverso la scrittura che è racconto delle cose come stanno,come le si vedono :

Avere una parte, essere in grado di capire ancora che natura ha un paese, in che condizioni si trova, come avvicinarlo con uno sguardo che voglia vedere, vedere per capire, per comprendere e per raccontare. Prima che sia troppo tardi, prima che tutto torni ad essere considerato normale e fisiologico, prima che non ci si accorga più di niente.