I veri veritieri dei caffè in centro

Manco fossero stati di nessun conto, i grattacapi e gli strambuglioni millennari dei quali, nel corso del tempo, si sono fatti carico i volenterosi dediti alla ricerca della Verità , abbiamo di recente scoperto, essere stata quella fatica secolare, del tutto inutile. Dunque, la buona notizia è che possiamo buttarci dietro le spalle ogni nostro problema in ordine alla comprensione dei fenomeni e smettere di cercare, salutando la nascita della Nuova Era : quella della Vera Verità. Non serve cercarla, basta scendere al bar di sotto (occhio all’inflessione dialettale del barman però ),fare una ricognizione in rete,guardare i notiziari televisivi o leggere i giornali. In ognuno di questi luoghi, troveremo insieme all’Allarme, l’invito a non divagare a non giustificare ( che nella testa dei Veri Verietieri è sinonimo di spiegare) a non indulgere e, in definitiva, a capire che non c’è niente da capire.Bisogna muoversi. Ed ecco a voi…l’ultimissimo diciamoci la Vera Verità raccattato in giro :
gli zingari rubano, puzzano e sono incivili
gl’islamici hanno tutti una bomba sotto al letto e quando vi si sdraiano sopra, sognano il Califfato Planetario.
i calabresi sono tutti ndrini ( seguono i napoletani e i siculi con la corretta attribuzione alle mafie di riferimento) all’estero dove c’è pizza c’è faida e a Roma dove c’è caffè ..camorra.
i Culattoni (perchè perdere tempo a definirli omosessuali?) offendono la morale o (a scelta) il buon gusto e sono tutti da eliminare, semprechè non indossino la grisaglia anche il 15 di agosto e non bacino il fidanzato a casa propria. Tirando le tende.
i giudici sono tutti assassini col vezzo della scarcerazione facile (leggi ! ci vogliono leggi che tengano in galera gl’indiziati anche senza prove).
Il complotto demoplutogiudaico non si è affatto estinto.Come sacerdoti illustri (ed inquisiti) insegnano.
Siamo ben oltre il dizionario dei luoghi comuni – magari fosse – e delle idee rimasticate.E stupisce soprattutto che alcune delle informazioni di cui sopra, siano state prelevate dal Riformista del 17 agosto (pizza o caffè riferiti alle connessioni mafiose ) o dalle dichiarazioni della segretaria di un Partito, quello Radicale, al quale molto dobbiamo in termini di Diritti Civili (vedi esternazione sui caffè del centro di Roma).Sono una frequentatrice abituale di alcuni dei bar a rischio criminalità, secondo quanto affarmato ,non mi sembra che vi si parlino dialetti particolari ma ciò ovviamente non si pretende sia sufficiente a mettere queste attività al riparo dai sospetti. Chi sa però parli,non si limiti a rilasciare dichiarazioni alla stampa,denunzi a chi di competenza anche solo i propri dubbi. A me sembrano atteggiamenti questi di una gravità inaudita.Con certa stampa oramai siamo al : prendetevi il vostro Altro , quello diverso da voi, che v’inquieta che parla un ‘altra lingua o veste a modo proprio e giocateci al tiro a segno. Siamo alla Tolleranza Zero come unica ansia di riscatto sociale. Non è un caso che questo treeeeeendissimo atteggiamento dell’utilizzare il politicamente scorretto per mascherare i propri istinti peggiori, si trasferisca e velocemente invada anche il campo dei rapporti spiccioli.Basta salire su un autobus o partecipare ad una discussione per trovare manipoli di Veri Veritieri con endemica propensione al giudizio sommario e capaci solo di mordere mentre invocano le Leggi Speciali e plaudono agli Squadroni della Morte.I vigliacchi navigano nella bassezza delle molotov lanciate contro i campi rom o gli assembramenti degli homeless nottetempo ma sono i propalatori di questa Sottocultura Politica a doversi vergognare per primi di essere, in barba agli sculettamenti tutti interni al coro (altro che fuori) , semplicemente dei razzisti ignoranti .
Nell’illustrazione il team multietnico del Caffè Cabrini di Chicago,indizi sicuri di connessioni con le mafie internazionali sono riconoscibili sulle espressioni del volto dei pericolosi elementi che servono ai tavoli
Un movimento di macchina girato tutto in una inquadratura,senza stacchi di montaggio, della durata di quattro minuti e trenta che inizia con il dettaglio di un uomo che piazza una carica esplosiva sotto un’ automobile in sosta. Un signore anziano e una giovane donna vi salgono sopra e la camera segue ininterrottamente la macchina che attraversa vari isolati ,varca il confine ed esplode.L’intera sequenza sembra la realizzazioni di certe strategie narrative secondo le quali la tensione è data da alcune informazioni rilasciate esclusivamente allo spettatore (o al lettore).Rendere disponibili più informazioni di quante ne abbiano i personaggi è lo strumento più potente della suspense.Siamo noi gli unici in sala a sapere che sotto quella macchina c’è una bomba e siamo anche di fronte ad una sequenza superba che traccia in uno spazio virtualmente infinito, la traiettoria di un movimento ampio e maestoso che celebra il potere della macchina da presa di librarsi ovunque e di essere a qualsiasi distanza da tutto : dal dettaglio iniziale del meccanismo ad orologeria, al totale che la macchina da presa delinea al massimo della sua altezza da terra incorniciando l’intera prospettiva della cittadina di confine.


Per vendicarsi del conte di Gercourt,un giovanotto frivolo e salottiero che l’ha tradita, la marchesa di Merteul chiede aiuto al cavaliere di Valmont con il quale intrattiene,dopo esserne stata l’amante,una relazione di complice amicizia. Valmont dovrà ridicolizzare Gercourt , (rendendolo lo zimbello di Parigi), ne dovrà sedurre e ingravidare l’inesperta ed ingenua fidanzata Cécile che dovrà così recarsi all’altare incinta ma non del futuro sposo.Viene inoltre affidato a Valmont, il compito di conquistare l’angelica Presidentessa di Tourvel, con l’impegno di sacrificarla alla marchesa.A rendere possibile questo progetto non è solo la diabolica astuzia dei due libertini ma una perfetta padronanza di un codice di comportamento mondano che consente loro di ordire intrighi sotto gli occhi di una società fatua,priva di valori,attenta solo alle formalità.Se la verità finirà per emergere, sarà solo perchè il delirio di onnipotenza della Merteul e di Valmont, li porterà all’autodistruzione,la rottura dei patti,infatti provocherà una guerra tra di loro che avrà come conseguenza la perdita di controllo del gioco.La lezione che ne trarranno coloro che se ne sono fatti ingannare non lascia la benchè minima speranza di rigenerazione.La nostra ragione già così insufficiente a prevenire le nostre sventure lo è ancora di più a consolarcene.Sarà l’amara conclusione della madre di Cécile.