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Mese: Febbraio 2007

Ci sarebbe da vendere cara la pelle (governare è un dovere)

Ci sarebbe da vendere cara la pelle (governare è un dovere)

Votare la fiducia con riserva o votare la fiducia annunciando successive dimissioni contraddice il buon senso e lo stesso concetto istituzionale di fiducia. Come se non bastasse, si è fatta  strada (già da  tempo) l’idea dell’elettore che deve farsi carico dei problemi di coscienza dell’eletto e di quest’ultimo che non è sempre obbligato a farsi carico dei problemi dell’elettore, che poi sarebbero quelli del Paese  tout court. Le ultime notizie infine, danno Heidi Giuliani e Franca Rame in serie ambasce per problemi d’interpretazione del ruolo (di senatrici elette nelle rispettive liste).Dev’essere per via di questo andamento schizoide dei messaggi che una nutrita schiera di elettori del centrosinistra, pur consapevole di poter contare su una legge elettorale al momento, penalizzante, ritiene che tornare al voto sia l’unica soluzione possibile. Così ci dicono i sondaggi così mi capita di sentire o di leggere in giro. Non condivido ma posso comprendere. Da giorni oramai il dibattito politico non può che suggerire un’idea spiacevolmente claustrofobica, così ingabbiato com’è nel far quadrare numeri, aspettative, esigenze, realtà e possibilità. In una tale situazione è logico intravedere una via di fuga nelle urne che però nella fattispecie si realizzerebbe nell’essere sbattuti all’opposizione (qualcuno suggestionato dall’idea di fiere resistenze, lo preferirebbe ) ovvero nel tornare al governo più o meno a condizioni immutate. Bene ha fatto Romano Prodi ieri a porre l’accento sull’esigenza di lavorare ad una nuova legge elettorale ma dopo un anno siamo ancora a stabilire le regole del gioco e così all’incoerenza disorientante dei messaggi si aggiunge la desolazione del senso d’impotenza.Speriamo che qualcuno da Palazzo Madama voglia occuparsi delle frustrazioni dell’elettorato legittimamente deluso. In un simile frangente c’è ancora qualche senatore che ha voglia di fare dell’ideologia prima ancora di fare i conti col proprio mandato? Che faccia pure. Dopo però. Adesso ci sarebbe da vendere cara la pelle. Facciano qualcosa di profondamente marxista : siano realistici.Lo chiedono gli elettori. In trepida attesa.

Re di molte notti

Re di molte notti

The departed024

Dopo un’estenuante attesa durata sette nominations in altrettante edizioni dell’Academy Awards,Martin Scorsese incassa il dovuto risarcimento : due Oscar di quelli pesanti (miglior regia,miglior film) con The Departed, una gangster story diretta con la precisione di Casino e di Goodfellas ma ben oltre l’uno e l’altro, per la lettura assolutamente coraggiosa ed inedita, l’irresistibile virtuosismo e un cast da Grande Occasione.

Il mestiere dell’attrice (Judi Dench & Helen Mirren)

Il mestiere dell’attrice (Judi Dench & Helen Mirren)

the queen06Poichè la tenutaria qui dentro, dilettantisticamente, parla solo dei film che le sono piaciuti e che intende ricordare (per le stroncature c’è già la critica professionale),non ci sono stati, ne’ ci saranno post sui film The Queen e Diario di uno scandalo.Due prodotti,intendiamoci,assolutamente decorosi ma se un film non incanta, non c’è niente da fare…meglio allora investire energie  scrivendo di pellicole in cui ci si riconosce.Tuttavia in entrambi i casi, le storie narrate si avvalgono, anzi vivono e respirano dell’impegno di due bravissime attrici che,guarda caso,proprio stasera,a Los Angeles, si contenderanno, l’Oscar.Io spero vivamente che almeno una delle due sia premiata come miglior attrice protagonista e che l’altra si aggiudichi il riconoscimento, magari in qualche altra categoria ( non ho sottomano le nominations).I motivi sono tantissimi e non concernono solo la disinvolta capacità di calarsi in personaggi assurdi (entrambi i ruoli lo sono) e distanti da sè anni luce (la Mirren è persino una delle poche inglesi repubblicane di cui si sappia  e riesce ad essere più regina di Elisabetta ) ma soprattutto il grande amore e l’entusiasmo per il proprio lavoro e da ultimo per quella caparbietà di essere nello star system con la propria personalità e soprattutto con la propria età e, senza ricorrere a scorciatoie chirurgiche ma nemmeno accontentandosi di ruoli secondari da “anziana",di essere qualcosa di più della protagonista di un film ma di essere loro stesse, IL FILM.

sca11

 

 

 

In bilico (abbiamo i numeri ma un po’ li diamo)

In bilico (abbiamo i numeri ma un po’ li diamo)

Finocchiaro --240x240L’Iperlettura sembra essere lo strumento chiave in questi giorni di inutili colpevolizzazioni e fantasiose  ipotesi complottiste.Così, se D’Alema in calce ad un’analisi politica sui rischi che procurano alla stabilità di Governo, posizioni eccessivamente ideologizzate,afferma che una sinistra così non serve,trovo logico che le agenzie rilancino, un po’ meno che Diliberto risponda che “Senza di noi non si governa”.Certo che no.Nessuno lo ha mai messo in dubbio.Peccato che senza governo si governi ancor di meno.Altra menzione speciale meritano quelli che si disperano dinnanzi ai famosi dodici punti, ora perchè mancano i Dico, ora perché non si fa cenno alla revisione della legge 30.Se è per questo mancano un sacco di altre cose, ma i dodici punti non annullano l’attività pregressa del Consiglio dei Ministri che in merito ai DICO ha già deliberato rinviando alla discussione alle Camere,non è peregrina dunque l’ipotesi, di trasformare la legge sulle coppie di fatto da Iniziativa del Governo a Iniziativa del Parlamento,liberando così quella parte di consensi che le forze laiche presenti nel centrodestra,hanno fin qui negato per questioni di opportunità politica e non per reale convincimento.Quanto alla legge 30 non mi sembrava fosse comunque prioritaria nell’agenda del governo,tuttavia nessuna  acquisizione di stampo centrista, potrà impedire al Ministro del Lavoro di continuare il suo puntuale lavoro di verifica sulla corretta applicazione della legge, attraverso l’invio di Ispezioni che nel caso di specie, sono accessi di polizia giudiziaria e che non hanno mancato di produrre consistenti risultati nell’ultimo anno,ne’ quanto già programmato circa l’assunzione dei precari nella Pubblica Amministrazione potrà essere disatteso.Quel che ho visto e letto in questi giorni m’incoraggia a pensare che una stagione intensa di riforme quantuque indispensabile, non sarà sufficiente e che nemmeno la nascita di nuovi partiti,potrebbe liberarci dal cancro di un dibattito politico scivolato davvero in basso.Ma davvero noi pensiamo che un patto articolato in dodici punti ,condizione necessaria per ripartire, non necessiti di un Garante?E chi meglio del Presidente del Consiglio può incarnare quel ruolo?Lo chiedono le nuove acquisizioni ma lo chiede anche il Presidente della Repubblica.E allora perchè scandalizzarsi  o addirittura pensare a ipotesi da Cancellierato se al punto 11 e 12 Prodi avoca su di se una delle sue prerogative, cioè quella di esprimere la posizione del Governo ? Spiace che qualcuno pensi che bastino un Follini,un accordo in dodici punti e un Premier Garante a cancellare la Storia della Sinistra a ridimensionare il ruolo dei movimenti a veder sparire la Questione Sociale dalla faccia dei nostri progetti.Se l’ancora di salvezza è piantata al centro come lamenta Gabriele Polo sul  Manifesto di oggi, la colpa non è di oscure trame o di conventio ad escludendum,il motivo è tutto politico e sta a noi rimuoverlo : siamo in bilico ma quel che è peggio in questo momento non possiamo nemmeno cadere,pena la perdita ,stavolta si,delle nostre aspettative migliori  e in ogni caso dei nostri sogni :pace,diritti,uguaglianza tornerebbero nel cassetto.Per molti anni.