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Mese: Giugno 2007

No diritti No voti

No diritti No voti

No diritti No votiE’ lo slogan più tosto del Pride,quello più difficile.E’ scritto in calce ad un volantino dell’ArciLesbica,lo distribuiscono alcune ragazzette dall’aria risoluta ma a me lo passa ripiegato un amico con  cenno – che ne pensi , vorrebbe significare – d’implicita richiesta.Che posso dire di uno scritto appuntito sul bullismo omofobo,sulle discriminazioni,sul riconoscimento delle coppie omosessuali ? – No diritti No voti – è la logica conclusione delle speranze disilluse. Hanno ragione – cos’altro? – son io che  sento scaduta ogni  considerazione di buon senso.No diritti No voti. Ho paura,o forse spero,  diventi il tema del futuro.Così non rincorro le ragazzette, non le fermo – parliamone ! - Le seguo con lo sguardo ,ne osservo le schiene dritte.E penso con fastidio al potere di chi sta loro contro.No diritti No voti è un ricatto contro altri ricatti .Temo di non poter essere loro utile .Siano allora quelli che hanno deluso quest’altra generazione di strafottenti con i quali è impossibile trattare,intolleranti di autorità, partiti e voti,siano loro a recuperarne la fiducia ed il consenso.Io, con le mie piazze bruciate e le mie linee di scontro, con la mia addomesticata protervia è meglio che taccia . Anche se rimarrò lì. Che altro non so fare.

angeli in parata

Ricorsi..

Ricorsi..

E’ di solare evidenza che al signor Enrich Priebke  sia stato riservato durante tutto il tempo della sua detenzione,un trattamento specialmente favorevole che contrasta con la forma e la sostanza delle norme riguardanti l’esecuzione della pena

Presentati due  ricorsi uno da parte dell’Anfim (associazione Martiri Fosse Ardeatine) al Tribunale Militare contro il provvedimento che consente a Priebke di lasciare gli arresti domiciliari per motivi di lavoro, l’altro alla Procura della Repubblica da parte della Comunità Ebraica di Roma,   affinchè indaghi   se effettivamente Priebke meritasse tale benevolo trattamento in relazione alle norme applicate,al suo reale stato di salute,oppure qualcuno in suo favore,abbia abusato del suo ufficio,illecitamente prendendo per buone le carte che il detenuto gli andava sottoponendo ed abbia altrettanto illecitamente abusato della propria discrezionalità per invadere il terreno dell’arbitrio.Come dire che si spera di riaprire il processo.

Tra le aggravanti Priebke annovera quella di non essersi mai pentito della Strage.Ognuno del resto è quello che è.E questo suo essere inamovibile rispetto alle proprie responsabilità autorizza noi a considerare lui quello che appunto dimostra di essere : un vile assassino.

Il gaio compito di reinterpretare tutto

Il gaio compito di reinterpretare tutto

Come racchiudere la personalità di Mario Mieli in una serie di mirabolanti definizioni e non riuscire lo stesso a raccontare chi davvero fosse.Incredibilmente la sua vicenda è durata solo trentuno anni.Eppure la sua biografia è talmente densa e la sua elaborazione politico-filosofica complessa da sembrare quelle di una persona assai più avanti con l’età.Allora era così : a trentun’anni potevi aver viaggiato,fondato un movimento politico,fatto teatro o cinema e senza conoscere nemmeno lontanamente cosa fosse  uno studio televisivo, toccare la vita di molti, essendo semplicemente parte attiva di un universo in continua trasformazione.Non senza sofferenza, intendiamoci, ma quanto quei travagli fossero condivisi con gli altri e infinitamente lontani dal rimirarsi l’ombelico,lo dicono le molte realizzazioni,i cineclub,i teatri,i giornali,i progetti che si materializzavano grazie all’ostinazione e alla poca arrendevolezza.Le idee di Mario Mieli vivono (eccome..) nell’attività del Circolo a lui intitolato.Nella giornata dell’Orgoglio di essere come si è,mi piace ricordarlo con affetto e gratitudine.

Nell’immagine Mario Mieli ritratto da David Hill

PARITA' – DIGNITA' – LAICITA'

PARITA' – DIGNITA' – LAICITA'

logo_pride07Le persone omosessuali bisessuali,transgender o quel che è,  ricordano quotidianamente alle nostre coscienze distratte, il tema dei Diritti, del Rispetto, e della presa d’atto dell’Altro da sè, come principio base della Cultura delle Differenze   e lo fanno nella maniera più naturale : vivendo la propria condizione con dignità.Il nostro compito è sostenere il loro impegno con una legislazione e con strutture adeguate.Non facciamo tutto questo in uno slancio di generosità o di correttezza politica, tantomeno per tacitare le nostre coscienze di democratici feriti.Lo facciamo perchè il riconoscimento dei loro diritti, è l’unica Garanzia per ognuno  di concreta convivenza civile, allo stesso modo dev’essere a ognuno chiaro che in questi casi, è la Legge che doverosamente rincorre quanto la pratica quotidiana ha già assorbito.Alla luce di quanto detto e vista l’inoppugnabilità del documento politico e delle parole d’ordine – PARITA’ – DIGNITA’ – LAICITA’  di Roma Pride 2007, appaiono ridicoli e pretestuosi gl’inviti, di questi giorni ,a limitare la manifestazione dell’ Orgoglio con paternalistici e moralistici richiami al buon gusto e alla sobrietà,per non parlare dei sottili distinguo,dei se e dei ma che invariabilmente accompagnano l’adesione ufficiale a queste manifestazioni, all’interno delle quali, si dovrebbe esprimere solidarietà incondizionata, qualunque sia l’abito,il carro,la parrucca o i tacchi utilizzati per partecipare alla parata. PARITA’ – DIGNITA’ – LAICITA’ non sono temi negoziabili in un paese civile.Se ci sono dubbi su tali concetti, meglio stare a casa.