No diritti No voti
E’ lo slogan più tosto del Pride,quello più difficile.E’ scritto in calce ad un volantino dell’ArciLesbica,lo distribuiscono alcune ragazzette dall’aria risoluta ma a me lo passa ripiegato un amico con cenno – che ne pensi , vorrebbe significare – d’implicita richiesta.Che posso dire di uno scritto appuntito sul bullismo omofobo,sulle discriminazioni,sul riconoscimento delle coppie omosessuali ? – No diritti No voti – è la logica conclusione delle speranze disilluse. Hanno ragione – cos’altro? – son io che sento scaduta ogni considerazione di buon senso.No diritti No voti. Ho paura,o forse spero, diventi il tema del futuro.Così non rincorro le ragazzette, non le fermo – parliamone ! - Le seguo con lo sguardo ,ne osservo le schiene dritte.E penso con fastidio al potere di chi sta loro contro.No diritti No voti è un ricatto contro altri ricatti .Temo di non poter essere loro utile .Siano allora quelli che hanno deluso quest’altra generazione di strafottenti con i quali è impossibile trattare,intolleranti di autorità, partiti e voti,siano loro a recuperarne la fiducia ed il consenso.Io, con le mie piazze bruciate e le mie linee di scontro, con la mia addomesticata protervia è meglio che taccia . Anche se rimarrò lì. Che altro non so fare.