A cena col diavolo
Ha ragione Ennio Remondino che ieri ha scritto al Manifesto : una verità pur arcinota riesce ad impressionare di più se a raccontarla sono i verbali di polizia giudiziaria. A maggior ragione se in quegli stessi verbali sono contenuti i brogliacci delle solite intercettazioni telefoniche, in tal caso a colpire sono i toni disinvolti di chi pensando di non essere ascoltato, si esprime con estrema libertà infilando a raffica collane di scorrettezze quando non prefigurabili ipotesi di reato. Ieri sera Silvio Berlusconi in visita da Giuliano Ferrara a Otto e mezzo , minimizzando, ha definito onirico il linguaggio che ognuno usa al telefono. Invece le cose stanno messe in maniera tale che nessuna espressione metaforica dell’inconscio, potrebbe attenuare la Gran Porcata che sta dietro alla liaison manifesta e manifestata senza imbarazzo, tra i due grandi gruppi televisivi nazionali e che va dall’occupazione sistematica di ruoli chiave in Rai da parte di manager Mediaset, fino all’inevitabile accordo sui palinsesti,sulla gestione delle notizie e , last but no least, sulla raccolta pubblicitaria e sull’onnipresente Endemol dispensatrice di quiz, reality e intrattenimenti vari. Questi disastri sarebbero stati evidenti anche senza le recenti pubblicazioni, basta guardare la televisione per accorgersi di come la totale assenza di qualità del servizio sia rivelatrice di ben altre gravi carenze : la concorrenza tanto per dirne una e di come la creatività sottoposta invariabilmente allo strapotere del mercato sia praticamente azzerata. Noi paghiamo profumatamente un servizio che oltre ad essere scadente, ci danneggia, non è promotore di cultura, ne’ d’informazione, ne’ di valori positivi. Al momento, il discorso su quanto questo sistema leda i diritti dei cittadini fruitori del servizio, non trova molto spazio nel dibattito nazionale più impegnato a sottolineare gli aspetti strettamente politici della berlusconizzazione che comunque tal’è perchè attraverso le televisioni,Berlusconi ha vinto la migliore delle sue battaglie : quella culturale. Di sicuro dal punto di vista di Silvio Berlusconi sono Iene e Sciacalli coloro i quali vogliono ricordare a questo Governo, peraltro sacrosantamente ansioso di non legare la propria sopravvivenza all’approvazione di Riforme, che forse è venuto il momento di mettere mano a quel disegno di legge Gentiloni che ha bisogno solo di essere calendarizzato per il passaggio in Aula, approfittando anche di un nuovo interesse di AN manifestato dalla disponibilità di Gianfranco Fini Non cambiamo idea sulla Gentiloni. È evidente però che una certa urgenza di affrontare l’assetto radiotelevisivo c’è e da quella del Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza Mario Landolfi (sempre in quota AN) che ha recepito l’istanza di alcuni parlamentari della sinistra radicale e ,senza aggiungere altro, immediatamente avviato un’inchiesta conoscitiva.Tutte queste cose Walter Veltroni, discreto conoscitore del sistema audiotelevisivo italiano, le sa molto bene, ne’ ignora l’apparente illogicità di sedersi al tavolo per fissare regole con chi le regole puntualmente ignora ma altrettando illogico sarebbe opporre Questioni di Principio perdendo,tra l’altro, il treno del momentaneo sfaldamento del Centro Destra.Inutile credo sia anche il pressing su Veltroni con relativi inviti a soprassedere.Cenare con il diavolo (espressione idiomatica che in Israele significa dialogare col nemico) si rende a questo punto, un passaggio obbligato.Tutto sta a distinguere il dialogo su legge elettorale e riforme con faccende che vanno dalla data di scadenza del governo Prodi , a ipotesi di accordi su governi futuri o peggio a ipoteche su leggi a venire : si tratta di dinamiche e titolarità completamente diverse.Non c’è altro da fare che indurre il diavolo a farsene una ragione.