Sfogliato da
Anno: 2008

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Risi aveva un talento speciale per raccontare le fasi di passaggio – epoche di transizione le chiamano , quei periodi della storia di un Paese , densi e complessi  in cui un’ aspra coabitazione tra passato e presente, quasi mai lascia intravedere un futuro definito. Le incertezze che ne derivano prendono pieghe diverse : speranza, curiosità,crisi ma anche orrore ed inumano cinismo. Poggiando su basi solide la sua leggerezza di narratore – in immagini, in prosa e anche in versi – che si risolve in un modo acuto di osservare le cose – dal particolare all’insieme, senza mai un errore o una sbavatura –  e in una grande intelligenza, il suo lavoro risente di una mescolanza d’ ironia e senso del Dramma: una ricetta di sicura riuscita nell’ambito della Commedia. Ed eccoci ad Una vita difficile alla caduta del sogno, dalla Resistenza al Referendum all’attentato a Togliatti, e infine al risveglio in una realtà che sembra non poter essere affrontata senza compromessi. E ancora si continua con decine di film dalle alterne fortune ma sempre incredibilmente ancorati alla realtà. Dai vecchi ai nuovi Mostri si può registrare una sorta di mutazione del cinismo, di evoluzione in senso peggiorativo, si comincia con l’educazione all’egoismo e alla prevaricazione, si continua con il turlupinare moglie e amante e si finisce col consegnare una bomba mascherata da romantico pegno d’amore ad un’ignara quanto innamorata hostess di linea aerea. In mezzo la quasi totale sparizione di quel po’ di senso poetico rappresentato dal pugile suonato con l’aquilone e che nella nuova serie s’intravede, ma è  un attimo solo, nell’orazione funebre per Formighella comico da avanspettacolo al quale i compagni di lavoro dedicano, tra le lacrime, l’ultima passerella ..Fe-li-ci-bum- tà. Un po’ si era preparati a salutare Dino Risi (ma in definitiva non  abbastanza).

Testardamente : Parità Dignità Laicità

Testardamente : Parità Dignità Laicità

roma pride564206003_4095271664_b

Qui Tutte le informazioni, il documento politico, la piattaforma rivendicativa, il pullman fucsia (che ieri ha compiuto la famosa tratta altrimenti  detta  delle basiliche, tanto per ribadire), il percorso,  l’inno ufficiale, le adesioni  e il resto delle storie sui carri, le gabbie, le ministre all’ombra in apertura del corteo  e quelle al sole riprodotte in dodici esemplari – una al mese, da gennaio a dicembre, inesorabilmente –   i patrocini che ci sono e quelli che mancano, le piazze promesse e quelle assegnate. Oggi però è festa e il concetto chiave che precede le asserzioni di rito: Parità Dignità Laicità, ha un suono che mi piace :  Testardamente. Dunque il Pride si farà con o senza benedizioni e consigli di stile, di  capitolina o ministeriale provenienza, per ribadire, negli abbigliamenti e con le modalità che si riterranno più convenienti, il non irrilevante, per un paese civile,  tema dei Diritti.I quali, vedi un pò, non sono una benevola concessione ma un fatto preciso : Mario & Ugo, Giovanna & Teresa, non possono essere destinatari di un trattamento differente da Mario & Maria quanto a successioni, reversibilità, adozioni. Tutto ciò senza tralasciare nemmeno Giovanni, che essendo diventato nel frattempo  Esmeralda, ha diritto ad un lavoro e ad un’esistenza dignitosi.Testardamente. Cioè a dire : qualunque sia l’atteggiamento dell’interlocutore istituzionale. E ora …che Orgoglio sia.

Ma che bello che è…

Ma che bello che è…

Il Manifesto esce oggi con edizione completamente rinnovata, bello rassettato, pulito ed elegante e con i caratteri leggermente ingranditi perchè …beh perchè la presbiopia avanza e la cura dei lettori impone… ma niente che non si possa superare con qualche accorgimento. Chi scrive è una lettrice assidua e conflittuale, di quelle che ogni giorno , dopo averlo letto, ripiega il giornale e giura che sarà l’ultimo. Ma poi il giorno dopo ricomincia, un po’ perchè la notte porta consiglio e un po’ perchè con le dipendenze è così che funziona. E poi una passione senza conflitto.. ma che cavolo di passione è ? Io non posso scrivere, come vorrei, semplicemente  "Leggete il Manifesto!" o meglio " Comperate il Manifesto !" . E questo per il fatto che so bene che trattasi di un giornale che da solo non basta, per gli appassionati delle news e della completezza, ce ne vuole almeno un altro e i tempi sono quelli che sono. Ma…se si ha a cuore una visione differente delle cose, se si apprezzano letture altre della realtà, ecco a voi diciotto pagine scritte da persone capaci, oneste e in buona fede cui non fa mai difetto l’intelligenza. E il coraggio .  Tanto basta per avere un’informazione con la quale (eventualmente anche)  litigare senza che ciò diventi mai un esercizio inutile. Il migliore augurio che si possa fare ad un lettore, è di affezionarsi a pagine scritte così : con la testa e con quello che chiamano cuore (ma di tanto altro si tratta) . Bene hanno fatto dunque Quelli del Manifesto a sfidare la sorte o quel che è,  proponendosi in una veste rinnovata e a rilanciare, così ..tanto per essere pronti ad affrontare un prosieguo che certo roseo non si configura. Bene faranno i lettori che vorranno premiare questa fatica diventando assidui  :  Un gentiluomo deve essere sempre in condizione di incontrare il suo amore, la sua morte, il suo re, un motto che mi è molto  caro e che mi ha fatto piacere ritrovare nell’articolo di  Rossanda e Parlato Avviso d’incendio, sul numero di oggi e che introduce la nuova veste. Con la piccola avvertenza – variante che si vuol essere pronti ad incontrare l’amore, scalzare il re e che per morire c’è sempre tempo, il motto è  anche il mio. Auguri di cuore a chi non si arrende.

Storia tossica con disfacimento dell’impero

Storia tossica con disfacimento dell’impero

Più che di revisonismo, pratica inconciliabile con la solida affidabilità di Marco Tullio Giordana, si potrebbe parlare di immissioni nel racconto di numerose licenze poetiche, atteso che di cedimenti a  tentazioni assolutorie, in questo film,  non ce n’è manco l’ombra, piuttosto il dubbio palesato che nel caso in questione, giustizia sia stata davvero fatta .

La storia è quella vera di Osvaldo Valente e Luisa Ferida coppia emblema del divismo autarchico-fascista che al realismo preferiva i film in costume ( memorabile la Corona di ferro e la Cena delle beffe entrambi di Blasetti) e il glamour fatto in casa dei telefoni bianchi. Amanti scandalosi,  lui consacrato maudit, causa dipendenza da cocaina e lei bella e brava ma dalla reputazione altrettanto controversa, causa però, amorosa dipendenza dalle di lui nevrosi oltre che sostanze.

Ma, tra le tante perversioni –  adesione alla repubblica sociale e fuga verso Salò, arruolamento del divo nella Decima Mas di Junio Valerio Borghese, presumibile amicizia con Pietro Koch – il loro reale coinvolgimento con le torture di Villa Triste a Milano, non fu mai provato ne’ altri delitti  sono loro imputabili se non quello di aver condotto una vita di eccessi, scombiccherata e sopra le righe.

Il racconto procede tra scene in cui la coppia è prigioniera della Resistenza e i flash back che ne ricostruiscono la storia sentimentale ed artistica e si chiude con il processo e la fucilazione (ordinata peraltro da Sandro Pertini). Un merito particolare è degli attori Monica Bellucci, Luca Zingaretti e Alessio Boni ( sempre più bravi, ma dove vogliono arrivare? ) quest’ultimo nel ruolo di un regista la cui figura è  liberamente ispirato a Luchino Visconti, bravi da conferire ulteriore spessore al racconto e intensità alla nutrita gamma di sentimenti che lo percorrono. Spezzato in due parti, il film sarà trasmesso dalla televisione in autunno. Tra storia e Storia, arte e potere, Giordana ordisce una trama che se non ha la la forza e la poesia della Meglio Gioventù ha tutto l’impatto della storia tossica sullo sfondo del disfacimento dell’impero. Riscrittura di un soggetto di Enzo Ungari che ci ha lasciato anni fa e che ci manca.

Sangue Pazzo è un film di Marco Tullio Giordana. Con Monica Bellucci, Luca Zingaretti, Alessio Boni, Maurizio Donadoni, Giovanni Visentin, Luigi Diberti, Paolo Bonanni, Mattia Sbragia, Alessandro Di Natale, Tresy Taddei. Genere Drammatico, colore 150 minuti. – Produzione Italia 2008. – Distribuzione 01 Distribution

Stand with Hillary

Stand with Hillary

Dice un adagio (ammuffito e quantomai consolatorio) che dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. Non so se ciò corrisponda a verità cioè se sia davvero possibile questo trasferimento di grandezza da una femmina ad un maschio. Una donna può , a spese tristemente sue, incaricarsi dell’ambizione di un uomo, fare in modo che sia circondato di atmosfere rassicuranti e preziose che poi renderanno più agevole l’andare per il mondo pronto e duro di lui , può creare le condizioni al contorno di un’irresistibile ascesa, può, ingoiando  il rospo, essere indispensabile a salvargli la faccia : andare in televisione a dire che no, che non è successo niente, che sono tutte sciocchezze. Niente di più. In questo ultimo caso, per esempio, Bill Clinton è diventato agli occhi di tutti, di sicuro un uomo molto fortunato ma è rimasto lo sporcaccione traditore che era. Dunque ognuno alla fine mantiene la propria individualità. La grandezza è non trasferibile. Mentre sono in molti a giurare che l’onnipresente coniuge abbia nuociuto alla campagna della consorte. Ma sono illazioni. Una cosa invece è più sicura e accertata : dietro una grande donna, c’è sempre una grande madre. In quel caso è l’esempio a fare la differenza. Per questo è già pronta la spilla Chelsea in ’16. The pantsuits have been passed to a new generation .Il tutto a incorniciare la faccetta sorridente ( e assai migliorata) della piccola. Se son rose fioriranno alle prossime presidenziali. Appunto nel 2016. La tempra di Hillary Rodham quasi mai si smentisce.