Ma che bello che è…
Il Manifesto esce oggi con edizione completamente rinnovata, bello rassettato, pulito ed elegante e con i caratteri leggermente ingranditi perchè …beh perchè la presbiopia avanza e la cura dei lettori impone… ma niente che non si possa superare con qualche accorgimento. Chi scrive è una lettrice assidua e conflittuale, di quelle che ogni giorno , dopo averlo letto, ripiega il giornale e giura che sarà l’ultimo. Ma poi il giorno dopo ricomincia, un po’ perchè la notte porta consiglio e un po’ perchè con le dipendenze è così che funziona. E poi una passione senza conflitto.. ma che cavolo di passione è ? Io non posso scrivere, come vorrei, semplicemente "Leggete il Manifesto!" o meglio " Comperate il Manifesto !" . E questo per il fatto che so bene che trattasi di un giornale che da solo non basta, per gli appassionati delle news e della completezza, ce ne vuole almeno un altro e i tempi sono quelli che sono. Ma…se si ha a cuore una visione differente delle cose, se si apprezzano letture altre della realtà, ecco a voi diciotto pagine scritte da persone capaci, oneste e in buona fede cui non fa mai difetto l’intelligenza. E il coraggio . Tanto basta per avere un’informazione con la quale (eventualmente anche) litigare senza che ciò diventi mai un esercizio inutile. Il migliore augurio che si possa fare ad un lettore, è di affezionarsi a pagine scritte così : con la testa e con quello che chiamano cuore (ma di tanto altro si tratta) . Bene hanno fatto dunque Quelli del Manifesto a sfidare la sorte o quel che è, proponendosi in una veste rinnovata e a rilanciare, così ..tanto per essere pronti ad affrontare un prosieguo che certo roseo non si configura. Bene faranno i lettori che vorranno premiare questa fatica diventando assidui : Un gentiluomo deve essere sempre in condizione di incontrare il suo amore, la sua morte, il suo re, un motto che mi è molto caro e che mi ha fatto piacere ritrovare nell’articolo di Rossanda e Parlato Avviso d’incendio, sul numero di oggi e che introduce la nuova veste. Con la piccola avvertenza – variante che si vuol essere pronti ad incontrare l’amore, scalzare il re e che per morire c’è sempre tempo, il motto è anche il mio. Auguri di cuore a chi non si arrende.
4 pensieri riguardo “Ma che bello che è…”
vedo che segnalano un articolo sul pericolo centrali nucleari all’est…
ce ne sono 60, molte sul modello cernobil, quindi instabili quando si reduce l’attività nucleare…tutto un programma
Quando fu Chernobyl avevo i tre figli piccoli. Volevo morire.. niente verdure, niente latte, niente giardino,niente aria aperta, lavaggi di capelli e docce ripetute.E la paura.Un incubo.Lì ho capito definitivamente che il comunismo non era il bene dell’umanità.
Ora prima ancora delle centrali vedo il solito rischio : l’informazione.E a seguire la poca incisività e serietà dei movimenti di opposizione. Qui da noi un mix di stampa,propaganda politica e interessi vari è riuscito ad imbrogliare le carte su tutto, dai rifiuti di Napoli alle intercettazioni…andrà a finire come il resto…in centrali, discariche etc…
( mi cadono le braccia)
raccoglile quelle braccia, che c’è tanto da lavorare. Qua stanno mettendo i saldi alla libertà e alla democrazia, consegnandoci incaprettati a folle di malfattori.
Forza e coraggio, sed
vorrei essere un polipo..andrebbe bene anche la dea Kalì quella che quando l’ho incontrata in India non facevo che ridere, come a scuola, sulla storia del risotto e dei supplì…che figuraccia con quella gente così compunta… ( e dire che quella filastrocca l’ho sempre odiata)