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Anno: 2010

Di piglio ( dedicato a Calderoli)

Di piglio ( dedicato a Calderoli)

 

 

Vista la Gran Dissociazione – di nome e di fatto,  mai sentite le loro esternazioni? –  e dato che a Radio Padania ieri sera si preferivano il guarani e le trombe (tte) del giudizio, il gol di Daniele De Rossi, romano e romanista, lo dedichiamo a Calderoli ( Salvini, Maroni …). Un punto messo a segno di piglio più che di testa, diranno –  con ragione –  gli esperti. Ma non è poi così che comincia ogni riscossa?

 

Che bello Diego

Che bello Diego

Sono un idealista. Per me Maradona sarà sempre più grande dell’effetto che le droghe hanno avuto su di lui. È un artista. Essere un artista significa andare al di là dei propri limiti. Questo non ha nulla a che vedere con questa società che ti mette su un piedistallo per poterti poi distruggere e seppellire.

Emir Kusturica


Che dire. Intanto varrebbe la pena di fermarsi di più sulle idee espresse dal  gioco di questo rinato CT al suo – vittorioso – esordio mondiale, piuttosto che inondare pagine e pagine col suo fresco di lana grigio,  cravatta in tinta, diamanti ai lobi, rosario d’argento intrecciato tra le dita ed orologi  – due, classici di chi tende ad essere ritardatario –



Ma tant’è, quando c’è di mezzo lui, pare proprio che delle note di cosidetto  colore non si possa fare a meno. Ovviamente Diego ci conta anzi ci giobba, come si conviene ad ogni autentico mito popolare, oggetto di venerazione e di culto, con chiese, battesimi, avemarie e liturgie a lui dedicate. La Iglesia maradoniana, infatti,  non è certo un’invenzione del regista Kusturica.  E conta migliaia di fedeli.


Dunque l’apparizione – per rimanere in tema  –  di Maradona riscalda un mondiale – almeno per il momento –  piatto.  Con l’apprensione, l’entusiasmo, la spavalderia di sempre e quel dare diligentemente spazio – non è da tutti –  all’imprevedibile Messi. E anche se non tutto ha funzionato a dovere ..beh qualcosa di buono si è pur visto.



Due anni fa a Cannes, il documentario Maradona presentato nella selezione ufficiale ma fuori concorso – quindi con tanto di conferenze stampa, esclusive, monteé e feste, il tutto  col pallone al piede –    affiancando le immagini dei film di Kusturica a quelle di repertorio e non, sulla carriera di Diego,  metteva insieme due talenti in qualche modo simili. Una lunga rievocativa confessione, senza nulla omettere, comprese ovvietà – pensate che giocatore meraviglioso sarei stato, senza questa mia maledizione irresistibile – .

Da ri-vedere, ri-conducendo il tutto alle immagini recenti di Johannesburg. La storia (o la leggenda, come si dice in questi casi) continua.

Maradona di Kusturica è un film di Emir Kusturica del 2006, con Diego Armando Maradona, Emir Kusturica. Prodotto in Francia, Spagna. Durata: 90 minuti.

Qu’arrive-t-il à mes yeux ?

Qu’arrive-t-il à mes yeux ?

Mentre le previsioni – che quasi mai c’azzeccano –  davano per certi  Mike Leigh o Alejandro González Inarritu, Apichatpong Weerasethakul –  niente paura, il critico cinematografico di Libération assicura che Apichatpong  è da tutti chiamato Joe –  col suo Uncle Boonmee who can recall his past lives si è aggiudicato la  Palma d’oro di quest’anno.


Meritato omaggio al cinema-cinema o al cinema puro, come viene altrimenti definito, per questo film misterioso sul ritorno ai luoghi d’origine di Bonomee, il protagonista, cui rimane poco da vivere  e – proprio come in un film – tra fantasmi e apparizioni, rivive le sue vite passate. Bello per immagini, mistico e delirante quanto è bastato per essere nelle corde di Tim Burton assai più di quanto Another year o Biùtiful potessero.


Ma il viaggio a ritroso non prescinde dal Presente – ne’ da tristi presagi per il futuro – che si manifesta attraverso le immagini di uomini armati o nel racconto dell’occupazione militare di un villaggio negli anni 60.



La Thailandia ha spiegato il regista è un paese violento sotto apparenze tranquille, dominato dalla mafia e da un governo che adotta tecniche di censura vietando tutto ciò che minaccia la sicurezza nazionale.Era inevitabile che la situazione esplodesse perchè ci sono troppe disparità sociali.


Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives è un film di Apichatpong Weerasethakul del 2010. Prodotto in Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna. Distribuito da Bim . Durata: 114 minuti

Malgré la classe dirigeante

Malgré la classe dirigeante

Un premio anche per Noi, visto che Elio Germano, miglior attore con La nostra vita, il suo lo ha generosamente dedicato agl’italiani nonostante la classe dirigente che si ritrovano.


E siccome la Palma è a pari merito con Xavier Bardem per Biùtiful, Giustizia può dirsi fatta.

En attendant la palme ( Mikhalkov)

En attendant la palme ( Mikhalkov)

Apre e chiude l’edizione 63 : il soldato Ryan. E siccome per Robin Hood lo sbarco dei perfidi francesi è stato da tutti interpretato come una scopiazzatura – o citazione, che poi più o meno è la stessa cosa  –  da Spielberg,  Nikita Mikhalkov, forse per tagliare la testa al toro,  ha  subito dichiarato che il suo Sole Ingannatore 2, molto deve proprio a Salvate il soldato Ryan. Chi l’avrebbe mai detto.

Confesso di amare molto il  Mikhalkov attore e regista. Meno l’uomo di cinema ma solo per la conduzione dell’Associazione dei cineasti russi, una sorta di Ministero che tra l’altro eroga fondi e che nella furia di far tornare i conti non è abbastanza prodigo con il cinema d’autore.


E poichè in quel Paese il settore vanta nomi dello spessore di Sokurov , Iosseliani, German e Todorovski, si capisce bene perchè tutti ce l’abbiano con lui, senza considerare  il fatto che i suoi film risultano essere invece copiosamente finanziati.


E come respinge  l’ineffabile Nikita ogni obiezione, prima fra tutte quella che col costo del Sole Ingannatore 2 si sarebbero potuti fare dieci film d’autore?


Ovviamente sostenendo di amare molto il cinema d’autore ma….. non si può mica sempre pensare all’elite. Non tutti possono vivere di ostriche c’è bisogno anche del pane e del burro per i più. Grandezza dell’anima russa.


Insomma questi detrattori sarebbero, a suo dire,  quattro gatti nostalgici dell’ assistenzialismo d’antàn. Questa sembra di averla già sentita, anche se Nikita non ha niente a che vedere con i Mostri di casa nostra. Almeno il genio dei suoi colleghi, lui lo riconosce.


Ciò detto Mikhalkov è un indiscusso maestro capace di conferire dignità anche alla piéce più banale. Questo suo straripante ed esoso kolossal, distante anni luce dalle atmosfere vagamente checoviane del Sole Ingannatore 1, risente del tocco e del mestiere di un grande regista.


Certo l’amor paterno decisamente deborda. Tuttavia una visione antiretorica ed antieroica di quella pagina di storia, considerata dal popolo russo, non del tutto a torto,  una delle più importanti della storia dell’umanità, richiede una certa dose di coraggio. A mostrare quel che c’è dietro a qualsiasi guerra – anche quelle più giuste e necessarie – in termini di dolore, sofferenze, privazioni, stupidità, paura, si rischia di scalfire un’immagine un po’ troppo – e pericolosamente – iconografica della cacciata di Hitler.


Un ristabilire le cose, dedicando l’intera operazione ai giovani che nulla sanno. Non sia mai dovessero pensare che la sconfitta dei nazisti sia stata solo opera dello sbarco in Normandia.


Ariecco il soldato Ryan che tanto piacque a Nikita da volerne fare una versione tutta all’opposto. Un film stalinista ? – come da stizzite note dei connazionali registi firmatari di petizioni al veleno – Non scherziamo.

E qui però ha ragione Nikita che stalinista non fu mai.

Bravo anche come interprete – ma non c’era da dubitarne – e brava anche Nadeja, sua figlia anche nella realtà,  che nel frattempo è diventata una giovane donna. Pare ieri che andò a ricevere l’Oscar per il Sole Ingannatore 1, in braccio a papà. Amor paterno 1 e 2.

E non finisce qui : è quasi pronta la seconda parte del Sole 2.


Burnt By The Sun 2: Exodus è un film di Nikita Mikhalkov del 2010, con Nikita Mikhalkov, Oleg Menshikov, Mikhail Efremov, Dmitriy Dyuzhev, Vladimir Ilyin, Nadezhda Mikhalkova, Andrey Panin, Viktoriya Tolstoganova, Angelina Mirimskaya. Prodotto in Francia, Germania, Russia. Durata: 141 minuti.