The revolution will not be televised…
The revolution will not be televised .Questo è certo, come pure è sicuro che non ci sarà rerun e che il be will live del finale speranzoso, è pura illusione.
Il mezzo magari si presta pure ma è chi lo governa che non consentirebbe mai di mostrare per esempio pictures of pigs shooting down brothers in istant replay. Masi docet.
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Eppure Vendola col suo catalogo di sinonimi e comportamenti a rischio, l’altra sera, mi è sembrato perfetto nel ruolo. Richiamava alla mente gli anni cinquanta, Tea and sympathy o giù di lì.
Anche in quel caso Deborah Kerr/ Mrs Reynolds tentava di spiegare ad un giovanotto molto compreso della sua virilità, che l’identità sessuale non può risiedere in una postura.
Ora, a sessant’anni di distanza dal film di Minnelli, il mondo si è praticamente rivoltato : usi, costumi e assetti politici, quasi niente è come allora.
In molti paesi, compreso il proprio, Mrs Kerr potrebbe tranquillamente godersi il suo tea senza essere costretta ad impartire lezioni subliminali di convivenza civile. E quasi ovunque gran parte dei cambiamenti, in bene e in male, li ha veicolati proprio la televisione.
Non qui da noi, dove le pari opportunità sono un fatto puramente teorico e gli omosessuali sono tollerati a patto che adottino atteggiamenti sobri e soprattutto siano privi di ambizioni civili di tipo matrimoniale – e dunque patrimoniale – ergo che non si sognino mai di mettere le mani sulla sostanza : welfare, sistema pensionistico etc.
Un problema di discriminazione dunque che origina da un fatto culturale. Un’arretratezza che investe molti settori : qui non se la cavano meglio le donne, gl’immigrati, i minori.
Allora perchè tanto chiasso se un politico, un rappresentante dei cittadini, piuttosto che fare un comizio o mettere mano ad un voluminoso pamphlet, usa il palinsesto e la propria notorietà per leggere, ridicolizzandolo, un elenco di comportamenti ritenuti ambigui?
Una goccia nel mare? E vabbè intanto mettiamocela : lavorerà.
E pazienza pure se qualche bello spirito liberal ai Diritti c’era già arrivato fin dai tempi di Deborah Kerr. Buon per lui. Si tratterà di fare un ripasso in attesa che anche gli altri arrivino a capire. Chiedere maggior complessità ad un programma televisivo in prima serata e che per di più chiama in causa problematiche ancestrali però significa aver preso atto solo superficialmente di come stanno davvero messe le cose.
The revolution will not be televised è una bella canzone che Gil Scott Heron ha scritto in tempi meno televisivi di questi. Non so se a distanza di trent’anni abbia modificato le proprie opinioni ma è probabile che lo stile Vendola piaccia anche a lui.