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Mese: Febbraio 2010

E venne il giorno della Destra monarchico – trombona

E venne il giorno della Destra monarchico – trombona

Per carità lasciamo perdere il trash, il kitch e il nazionalpopolare, tutte categorie complesse  per le quali  serve l’Innocenza roba che in Rai non sanno nemmeno cosa sia .

Magari varrebbe la pena di soffermarsi un po’ di più sul festival delle donne  – in cui vincono gli uomini – o della conduttrice che sbanca l’Auditel più del suo incensatissimo predecessore,  incassando però solo la metà del di lui cachet.

Sotto questo aspetto il recupero della definizione di  specchio dell’Italia celebrato da Mazza unitamente alla presenza in sala di Donna Assunta Almirante , calzerebbe a pennello ma c’è molto altro.

E bene fanno, Nino D’Angelo ad alzare la voce contro la pretesa tutta politica di par condicio dei dialetti e Fare Futuro a disperarsi perchè di una destra così configurata , questo Paese non ne ha proprio di bisogno. Se lo dicono loro.

Il resto son televoti in omaggio al popolo sovrano, talent show in ossequio alla musica strettamente intesa come evento televisivo, mamme anzi puerpere, biscotti fatti in casa, principini e regine, scarpe della festa che dolgono  e sovrappeso esibito strizzando la malcapitata conduttrice in abiti e colori decisamente più adatti alle magre – che così facendo continuano a prevalere nel confronto – in una kermesse confezionata Castelli bella e avveniristica, dunque assolutamente fuori squadro rispetto all’evento.

Peccato per la Clerici che ha un vissuto  – studi curriculum e gavetta – che parla d’altro, compressa nel ruolo matronale del quale è stata investita. Che poi sarebbe quello tradizionale in cui normalità e banalità coincidono.

Oversize, overdressed che manco in un matrimonio di provincia, priva d’ironia ma anche di erotismo nonostante il seno da balia eternamente al vento .E pure un filino sguaiata. Se per vedere una conduttrice bisogna assistere alla revisione del personaggio,tanto valeva tenersi i soliti arnesi con tuxedo e cachet sfavillanti.

E manco male che il termine svecchiamento è stato il più utilizzato dai vertici della RAI.Cinque serate in cui la musica in continuità col passato, è rimasta un fatto marginale. Al centro sono rimaste finte polemiche buone solo a vendere, nemmeno i dischi, ma trasmissioni future.Lasciare tutto al mercato non si rivela mai una strategia vincente.

Nel personale podio salgono Nina Zilli, Irene Grandi, Arisa e Malika Ayane a riconferma del fatto che solo le ragazze amano, quale sia la circostanza, l’impegno a reinventarsi. Simone Cristicchi sempre vivace e interessante. Ma la palma del testo più bello va a Nino D’Angelo e quella del garbo e la misura nel modo di porsi, senz’ombra di dubbio, a Maria Nazionale.



 

Tanto peggio per i fatti ( mistica del fare)

Tanto peggio per i fatti ( mistica del fare)

Ad ogni strappo una pezza del colore giusto e va da sè che anche per l’ affaire  Protezione Civile oltre che di persecuzioni giudiziarie si continuerà a parlare di un sistema bloccato da ipertrofia di Regole e Regolamenti, di come la Burocrazia consegni il paese ad un destino di cronica arretratezza e dunque della necessità di affrancare la Macchina  dai lacci dei controlli e delle verifiche di legalità, il tutto  in nome di un ‘ Efficienza e di una Politica del fare che fin qui ha prodotto risultati  assai modesti rispetto ai Grandi Annunci che Reti obbedienti si adoperano a trasmettere con puntualità.

Un altro capitolo sui guasti che lo Stato d’Eccezione, vero principio ispiratore della politica governativa e padre, spesso snaturato, della Decretazione d’Urgenza, produce a questo Paese. Dentro al contenitore non vanno solo i Lavori Pubblici ma il Processo breve, lo sfibrante dibattito sull’Immunità e molto altro ancora. Non è forse vero che durante gli ultimi giorni di Eluana Englaro, si è tentato di decretare a proposito di fine vita?

Armi razionali ed etiche, più trecent’anni di pensiero giuspolitico possono essere buttati alle ortiche. E che ? Mica si può sfidare il popolo sovrano.

La mistica del fare è un tema seducente per un’opinione pubblica che legge poco i giornali e che guarda il mondo attraverso la televisione, soprattutto che è afflitta da problemi derivanti da una crisi economica che sembra non avere sbocchi.

Chiunque aspetti un posto di lavoro dignitoso o gli esiti di un processo o abbia a che fare con la Pubblica Amministrazione sogna una soluzione rapida, costi quel che costi.

Il fatto è che se nessuna Riforma di Sistema viene avviata, lo stato d’Eccezione continuerà a dominare il panorama, nessuna garanzia può esser data in un simile regime.

Bertolaso non mi piace quando afferma di non essersi accorto di cosa stesse accadendo intorno a lui. Poteri straordinari a parte, certi personaggi e il demi- monde che traspare dalla lettura delle carte, non passano inosservati, ne’ c’è bisogno di un fine psicologo per inquadrare uno stile di vita e un modo di porsi inequivocabili di un faccendiere, di un trafficante, di un imprenditore o di un funzionario dello Stato in odore di corruzione .

Men che meno posso apprezzare la sua sincera meraviglia  nell’affermare come questa volta i carabinieri non l’abbiano  avvertito – come fecero del resto a Napoli – di storture o di indagini in corso.

Mi pare  un po’ troppo nel momento in cui le indagini riguardano la sua persona.Troppo potere nelle mani di uno solo fanno perdere la dimensione giusta delle cose, non c’è che dire.

La magistratura contabile oggi renderà noto il dato della corruzione : 60 miliardi per percezione di illeciti compensi negli appalti pubblici, appropriazione indebita di somme a seguito dell’emissione di falsi o duplicati mandati di pagamento a fronte di prestazioni contrattuali inesistenti o già pagate.

Dunque, non forme sofisticate ma operazioni illecite che non potrebbero sfuggire ad un controllo attento dei rendiconti. Proprio quel che fa difetto – sostiene la Corte – e che andrebbe potenziato.

Ciò nonostante – vale a dire l’ inchiesta e il monito della Corte dei Conti – noi andremo avanti, fa sapere il Presidente del Consiglio. Tanto peggio per i fatti.