E venne il giorno della Destra monarchico – trombona
Per carità lasciamo perdere il trash, il kitch e il nazionalpopolare, tutte categorie complesse per le quali serve l’Innocenza roba che in Rai non sanno nemmeno cosa sia .
Magari varrebbe la pena di soffermarsi un po’ di più sul festival delle donne – in cui vincono gli uomini – o della conduttrice che sbanca l’Auditel più del suo incensatissimo predecessore, incassando però solo la metà del di lui cachet.
Sotto questo aspetto il recupero della definizione di specchio dell’Italia celebrato da Mazza unitamente alla presenza in sala di Donna Assunta Almirante , calzerebbe a pennello ma c’è molto altro.
E bene fanno, Nino D’Angelo ad alzare la voce contro la pretesa tutta politica di par condicio dei dialetti e Fare Futuro a disperarsi perchè di una destra così configurata , questo Paese non ne ha proprio di bisogno. Se lo dicono loro.
Il resto son televoti in omaggio al popolo sovrano, talent show in ossequio alla musica strettamente intesa come evento televisivo, mamme anzi puerpere, biscotti fatti in casa, principini e regine, scarpe della festa che dolgono e sovrappeso esibito strizzando la malcapitata conduttrice in abiti e colori decisamente più adatti alle magre – che così facendo continuano a prevalere nel confronto – in una kermesse confezionata Castelli bella e avveniristica, dunque assolutamente fuori squadro rispetto all’evento.
Peccato per la Clerici che ha un vissuto – studi curriculum e gavetta – che parla d’altro, compressa nel ruolo matronale del quale è stata investita. Che poi sarebbe quello tradizionale in cui normalità e banalità coincidono.
Oversize, overdressed che manco in un matrimonio di provincia, priva d’ironia ma anche di erotismo nonostante il seno da balia eternamente al vento .E pure un filino sguaiata. Se per vedere una conduttrice bisogna assistere alla revisione del personaggio,tanto valeva tenersi i soliti arnesi con tuxedo e cachet sfavillanti.
E manco male che il termine svecchiamento è stato il più utilizzato dai vertici della RAI.Cinque serate in cui la musica in continuità col passato, è rimasta un fatto marginale. Al centro sono rimaste finte polemiche buone solo a vendere, nemmeno i dischi, ma trasmissioni future.Lasciare tutto al mercato non si rivela mai una strategia vincente.
Nel personale podio salgono Nina Zilli, Irene Grandi, Arisa e Malika Ayane a riconferma del fatto che solo le ragazze amano, quale sia la circostanza, l’impegno a reinventarsi. Simone Cristicchi sempre vivace e interessante. Ma la palma del testo più bello va a Nino D’Angelo e quella del garbo e la misura nel modo di porsi, senz’ombra di dubbio, a Maria Nazionale.
4 pensieri riguardo “E venne il giorno della Destra monarchico – trombona”
Sarà una questione di DNA, io San Remo non riesco a guardarlo…
Io lo guardo da sempre forse perchè c’ho il DNA onnivoro e curioso, che poi riesca anche a piacermi dipende da tante cose.
Quest’anno poi se n’è occupato anche il TG francese per la canzonetta che nominava Carla Bruni. Riusciamo pure ad essere internazionali…
è vero che c’è stato quella polemica…vabbè sono lontana dalla TV…comunque siete sempre internazionali
Cristicchi no, dai, non si poteva senti’, mannaggia che Frankie HiNrG ha pure messo le mani su quel testo.